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Il signore delle mosche

Creato il 30 ottobre 2011 da Alfa

Il signore delle mosche
Questa storia inizia su un’isola nell’oceano in cui precipita un aereo carico di ragazzi, in fuga da un imminente conflitto mondiale. Tutti gli adulti muoiono nell’impatto ed i ragazzi si ritrovano soli.
È l’inizio de “Il Signore delle mosche” il romanzo più famoso del Premio Nobel William Golding. Ai ragazzi, abbandonati a loro stessi, in quello che appare inizialmente come un vero paradiso terrestre, si manifesta un’inquietante presenza sotto forma di una testa di maiale ricoperta di mosche. È il Signore delle Mosche, come viene ribattezzata la bestia, e finirà per diffondere il male sull’isola fino alle estreme conseguenze.
Questa storia si collega ad un racconto molto più antico che risale a molti secoli prima. Nella Palestina dei tempi biblici esisteva veramente una divinità conosciuta come il Signore delle Mosche, adorata dai Cananei.
Per i Cananei era Baal Zebul, ovvero “il Principe Baal”, una divinità della guarigione e della fecondità. Agli orecchi degli Ebrei, loro nemici giurati, quel nome suonava però Baal Zebub, ovvero “Signore delle mosche”. E così Beelzebùl, il dio dei pagani, nella cultura ebraica e poi cristiana è diventato il “Principe dei demoni”.
Una presenza inquietante che compare sovente nei primi secoli del Cristianesimo, quando le divinità della declinante cultura pagana erano viste come altrettanti demoni. E che perdura ben oltre il Medioevo fino all’età moderna.
È anzi a partire dal Quattrocento che la caccia alle adoratrici di Belzebù, le streghe, si amplia. Nel 1487 viene pubblicato il “Malleus Maleficarum” (“Il martello delle streghe”) un testo che contiene una teoria farneticante sui rapporti tra le streghe e il demonio e che per gli inquisitori diventerà un vero e proprio copione di “confessioni” da estorcere mediante la tortura. 
La testimonianza del primo processo ad una strega è però più antico e viene, incredibilmente, proprio dal Lago d’Orta.
È il 1340 circa e il celebre giurista Bartolo di Sassoferrato viene interpellato dal Vescovo di Novara per avere un consiglio sulla pena da infliggere ad una donna di Orta, arrestata e processata con l’accusa di essere una strega. Il nome della donna ci è sconosciuto, così come la sua sorte, anche se alcuni pensano che la poveretta sia finita sul rogo.
Il Piemonte peraltro sembra particolarmente collegato alla figura del diavolo. E Torino in particolare ha una fama sinistra in questo senso.
Torino è considerato uno dei vertici del cosiddetto triangolo della magia nera. Si mormora addirittura che un tombino nel giardino al centro di Piazza Statuto non conduca al nodo centrale delle fogne cittadine, ma niente meno che alla Porta dell’Inferno.  

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