Di ritorno sul seggiolino della bicicletta materna, una pupa felice di uscire all'aria aperta dopo un discreto tempo di reclusione temporalesca, indica entusiasta i diversi oggetti che incontrano sul cammino, accompagnando la gestualità alternativamente con urla di giubilo o risate.
- Be!
- Un piccione, amore! Rrrrrrùù rrùùùùù!
E la mamma fa il verso del piccione.
- Bè bè!
- Un bimbo, amore. Ciao, bimbo!
- Ah ah! Ah ah ah!
- Ehm... una signora. Ti fa ridere la signora?
Fa la mamma imbarazzata, mentre quella volge loro un viso accartocciato in un'espressione di sdegnosa disapprovazione.
Svoltano così in Vicolo dello Scorno, guardandosi in giro la mamma a cercare un buon punto dove "innestare".
Chissà, pensa la mamma, magari si chiama così perché un tempo ci si scornavano i buoi, passando sotto tutti questi archi che lo sovrastano.
La pupa punta un furgone azzurro, parcheggiato davanti a un garage stracolmo di roba vecchia accatastata, che un signore è intento a trasferire nel camioncino azzurro.
Qui l'entusiasmo e le urla di giubilo miste a risate sono tali, che la mamma, costretta a rallentare per passare nella strettoia tra il camioncino parcheggiato e le mura del palazzo che delimitano lo spazio del vicolo, si sente in dovere di giustificare di fronte al signore traslocatore.
- Cos'è che ti piace, amore? Il camioncino? Uh, che bel camioncino!
Ma lei punta decisa l'indice sul signore.
- Ga! Ga!
- Ah, il signore?
Il signore, che si rivelerà essere un signore gentile, ci guarda con simpatia, e dice:
- Credo di avere qualcosa per questa bella bambina!
E qui già segna un punto a suo favore. E' tutto il pomeriggio che la pupa viene apostrofata da complimentose signore con frasi tipo: "Ma che bel giovanotto!" oppure "Guarda che bell'ometto abbiamo qui!", a dispetto dei suoi fusò rosa e la maglietta a righe rosa e gialle con le maniche smerlettate, decisamente un abbigliamento poco virile, anche per un under-1.
Poi il signore gentile rovista un poco nel garage e se ne esce con un mega mastino di peluche, che ci infila nel cestino della bici.
La pupa è senza parole, ma anche senza fiato. Spalanca la bocca, e poi lascia penzolare un poco la lingua e inizia ad ansimare come un cane.
Il signore gentile ci saluta ridendo.
La mamma ringrazia più volte.
E tutti siamo un po' più di buon umore, ora che il mastino ha trovato un nuovo bambino da fare felice.
E poco male se finirà a ingombrare nuovo spazio vitale della nostra già ingombrissima dimora.
Quel pomeriggio la pupa ha vissuto la divertente esperienza di tornarsene a casa con un grosso cane infilato nel cestino della bici, e forse avrà pensato che sia normale ricevere regali per strada da un signore gentile mai visto né conosciuto, senza nessun motivo apparente, a parte quello di essere felici per un gesto semplice, per la felicità riflessa negli occhi di un bambino, perché ti ha intenerito vederlo puntare felice l'indice verso di te, per riconoscere nell'altro una fonte potenziale di emozioni positive, capaci di rendere un pomeriggio qualunque, un momento di gioia gratuita.
Quello è stato un momento soft.