Magazine Cultura
Luci evanescenti che toccano e che sfiorano le montagne senza smuoverle...
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D'un tratto sembra che una realtà da tempo dimenticata attraverso il magico suono delle parole appare, suscitando un susseguirsi di emozioni indescrivibili, come facce sconosciute, viste, dove? più non lo so...
realtà evanescenti che mi sforzo d'afferrare prima che la memoria le sbiadisca e le precipiti nell'oblio...... e il poeta rivive queste immagini mobili colto da una folgorazione... da un verso sconosciuto... da un verso arcano e misterioso che sente pulsare ma non conosco né l'origine né il nome... un verso fugace per dire al mondo: io ero......e in questo totale trasporto mi dimentico chi sono e lascio che la morbida atmosfera, le sue ombre fumose abbandonino la mia sconosciuta sorte...
Perciò, ho sempre amato il “corpo” delle parole, gli effetti che riesce a sprigionare nella mente… perché è là, in quell’istante che provo un’estrema leggerezza… un librarsi inesprimibile, perché la parola in me si trasforma in vento, in vapore acqueo, in nuvole di cielo, in polvere cosmica, in luce…
Le parole servono anche a farci compagnia... forse, per questo talvolta le chiudiamo nelle gabbie dei pensieri, ed io non sono alla ricerca di parole profonde,
ciò che cerco è la profondità delle parole.
La Poesia è uno smarrimento dell’Anima…
un'apertura, un respiro racchiuso in un frammento...
un breve tempo immenso…
in cerca del suo infinito senso...
che approda infine al… silenzio...