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Il silenzio è… mafia. In ricordo di 2 eroi scomparsi vent’anni fa

Creato il 27 giugno 2012 da Weesh_growing_ideas @Weesh_web

23 maggio 1992, svincolo autostradale Capaci – Isola delle Femmine. Un ordigno di potenza inaudita fa saltare la Croma blindata sulla quale viaggia Giovanni Falcone, mettendo crudelmente fine alla sua vita ed a quella della moglie Francesca Morvillo e di tre agenti della scorta. Appena una manciata di giorni ed il 19 luglio in via D’Amelio a Palermo, un secondo mostruoso attentato cancella l’esistenza di Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta.

Magistrati di punta del pool antimafia, costretti ad una vita “sotto scorta”, da quando avevano avuto “l’ardire” di impiantare un maxiprocesso a “Cosa nostra”, conclusosi nel dicembre 1987 con la condanna a 19 ergastoli per altrettanti “padrini” e complessivi 2665 anni di carcere per altri 339 imputati.

Motivo della loro ignobile mattanza? Semplicemente quello di non essere scesi a patti con la mafia ed anzi di averne instaurato una sfida, tesa a dare scacco matto ad essa ed alle sue connivenze con il mondo dei potentati e della politica.

La tragica fine dei due eroi ha probabilmente segnato il punto piu’ basso dell’ipotetica parabola caratterizzante l’opposizione dello Stato alla mafia; ma allo stesso ha smosso le coscienze popolari, fatto ritrovare per incanto la forza collettiva di reagire alla sconsiderata bestialità ed alla quotidiana prevaricazione dei diritti altrui esercitata dalla mafia.

Spaccio di droga, traffico di armi, speculazioni edilizie, imposizione di tangenti ad imprese pubbliche e private, atti intimidatori, corruzione, disonesta complicita’ con i ceti dirigenti. L’abc del lucro illegale, carburante della “piovra” mafiosa che da esso si alimenta, e’ stato seriamente osteggiato nel ventennio che, a ritroso, ci separa dalla scomparsa dei due magistrati palermitani, eroi dei giorni nostri.

La gente comune, unitamente alle istituzioni, si e’ ribellata all’inaccettabile prepotenza della cosca mafiosa. Denunciando, comunicando, lanciando grida d’allarme, associandosi, lottando, non piegando la testa ed affrontando anzi il pericolo a testa alta, sprezzante del rischio.

Moltissimi, da quei tristissimi di’, gli arresti eccellenti dei piu’ alti esponenti della cupola mafiosa. Successi delle forze investigative che, fortunatamente, proseguono ancora con i fermi di criminali di spicco delle commissioni mafiose attuali.

Vent’anni sono trascorsi dalle due famose stragi che hanno dilaniato la Sicilia, l’Italia ed il cuore di ogni persona dotata dei minimi requisiti di sentimento. Troppi o troppo pochi per distruggere la piaga della mafia? Tantissimo le istituzioni hanno fatto in questi quattro lustri, molto altro sicuramente va fatto per sconfiggere definitivamente il turpe fenomeno. Fenomeno pur sempre umano (purtroppo) e quindi caduco.

La mafia e’ un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avra’ quindi anche una fine”. Lo affermava con convinzione proprio Giovanni Falcone.

Francesco Rella @Fallosapere


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