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Il silenzio è una cosa che si ascolta [Kafka sulla spiaggia]

Creato il 16 luglio 2014 da Achiara84 @madamaAly

Il silenzio è una cosa che si ascolta [Kafka sulla spiaggia]

Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l’ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell’incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l’affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l’androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. “Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell’assurdo”.

 

La forza onirica di Murakami è talmente marcata che sono ancora nel suo mondo, con la difficoltà che ne deriva del dover lavorare e tornare in questo.

Quando si legge Kafka sulla spiaggia, come quando si legge ogni cosa di Murakami, si ha voglia di prendere un aereo e perdersi in quei luoghi in Giappone, quelli di cui parla, quelli che trasforma attraverso gli occhi dei protagonisti.

E qui non si smentisce.

Sei pronto a lasciare Tokio e seguire Tamura Kafka, ragazzo quindicenne che scappa di casa.

Chi non ha mai pensato, almeno una volta nella vita, di scappare di casa? Ma quanti hanno avuto o hanno il coraggio di farlo sul serio?

Ma d’altra parte, chi non vorrebbe diventare il quindicenne più figo del mondo?

Dall’altra parte, in una storia parallela, Nakata, uomo che ha solo mezza ombra, che sa parlare con i gatti, e la cui storia si intreccia su binari paralleli a quelli di Kafka.

E le donne. Le donne di Murakami hanno sempre una leggerezza tutta particolare, come se fossero le uniche donne esistenti al mondo. E sì, vorrei avere la leggerezza di Sakura. O la capacità di affrontare i propri limiti e i propri ricordi come la signora Saeki.

Poi, quando finalmente tutti i tasselli iniziano a mettersi a posto, il libro finisce. Lasciandoti un senso di insoddisfazione, ma allo stesso tempo di completezza.

Potrebbero mai avere una fine diversa le storie dei protagonisti di Murakami? Solo alcune si concludono, e non sempre quella conclusione è definitiva. Ma anche la vita, non è sempre così? Chi può dire quando la nostra storia si è veramente conclusa?

Il silenzio è una cosa che si ascolta [Kafka sulla spiaggia]


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