Nulla cambia quando è perfetto
Un libro diverso, nuovo, vero. Una Parigi degli anni ’60, una storia tra l’atmosfera parigina e una realtà torinese. Anna, la protagonista scappa, scapperà verso una Tour Eiffel che le regalerà il coraggio di ritornare, di non aver paura d’amare. Una storia d’amore, di passione. Un presente alla ricerca di un passato dimenticato. Anna scapperà per Parigi per ritrovare se stessa, per ritrovare una parte di lei dimenticata, laggiù, proprio sotto la Tour Eiffel. Un viaggio introspettivo, un viaggio tra la dannazione parigina e il mistero torinese. Un perché.
Nulla è perso per sempre.
Questo libro segna il mio “ingresso” nel fantastico (?) mondo degli e-book, per il momento letti dal caro vecchio pc, ma quanto prima mi doterò di un e-book reader… non che ne sia entusiasta, intendiamoci, ma lo spazio comincia a scarseggiare e i soldini pure, ergo, almeno per alcuni libri, mi affiderò al digitale.
Torniamo al libro d’esordio della giovanissima Alessia.
“Ti amerò per sempre, contro tutto e tutti. Contro la distanza e i dissapori della vita, contro ogni parola derubata e gettata su di noi. Gli amori impossibili durano per sempre.”
Questo è il testo del biglietto n°30, quello che Paola scrive ad Anna, solo un paio d’anni prima. Sì, perché questa è una storia d’amore, intensa, vibrante, dirompente, famelica, difficile da accettare e da vivere, in particolar modo per Anna, specialmente in quegli anni. E Anna fugge, da Milano a Parigi fino a Torino, dove tutto è iniziato, per poi approdare altrove, assieme all’amico di sempre, Richard, con una nuova consapevolezza, dopo aver chiuso i conti con un passato dal quale era scappata e che, poi, aveva cercato in qualche maniera di recuperare.
Il libro è strutturato per lo più come un flusso pressoché incessante di pensieri, i pensieri di Anna, riportati ricorrendo a una prosa sussultoria che segue l’inquitudine della protagonista, interrotti da dialoghi che cercano di riportare il lettore a confrontarsi con il susseguirsi degli eventi. Le pagine scorrono con facilità, sebbene, talvolta, nella sintassi e nell’uso reiterato di alcuni concetti si segnali una certa ingenuità narrativa che, però, aggiunge freschezza e, persino, un tocco di leggerezza nell’affrontare una tematica forte, collocata in un contesto temporale culturalmente ingessato sebbene in procinto di esprimere la propria forza dirompente tesa a rivendicare ogni forma di libertà di espressione.
Scrive con l’anima, Alessia, sembra urlare quello che scrive e lo fa senza arginare questo suo mondo nei formalismi canonici della lingua, talvolta sfidandola, spesso accarezzandola. Ha molto da dire e questo suo romanzo è il primo tentativo per farlo. Il resto verrà da sé.