Oggi passavo per piazza Walther a Bolzano e ho notato le pecore blu, l’allestimento della coppia Reetz/Bonk già eseguito finora in altre città del mondo tedesco. Nel bigliettino che illustra il significato di quest’opera (evidentemente i due artisti germanici se ne fottono di Roland Barthes e di ciò che affermava a proposito dell’enigmatica polisemia dell’arte), si legge che al di là di tutte le possibili differenze etnologiche, religiose o culturali, lo straordinario “charme” di queste pecorelle dovrebbe farci pensare a ciò che ci unisce. Una banalità priva di qualsiasi riscontro (soprattutto politico e soprattutto in una città con la storia di Bolzano) che è pari forse solo alla mediocrissima resa estetica di quell’insulso gregge itinerante.
(P.S. Infastidito da questa visione d’irenismo ripugnante mi sono immaginato, per privatissimo risarcimento, un contro-allestimento di rane verdi di Kippenberg infilzate su decine di croci, proprio davanti al Duomo e a due passi dai palazzi della politica locale. Abbiamo bisogno di asce che rompano il mare ghiacciato dentro di noi. Altro che di pecorelle blu!).