Imbrigliati in serie e grigie cravatte a righe o in vezzose gonne a fiori, in maglioni larghi ceduti in eredità dai propri fratelli o in rigidi e tristi tailleur, tutti noi, in un modo o in un altro, portiamo una divisa a questo mondo, costretti a celare i più reconditi istinti primordiali che, in quanto animali, comunque ci appartengono.
E questa costrizione è forse il confine più sottile e labile che sia mai stato tracciato dalla nostra evoluzione sociale, tanto che spesso anche solo una virgola fuori posto, un tassello sbagliato, un suono stonato, è in grado, con estrema e spaventosa facilità, di riportare a galla quanto i nostri secoli hanno cercato di allontanare dalla nostra condizione.
In un crescendo paradossale, grottesco e altrettanto irriverente, questo è il limpido messaggio che Tak Kuroha ha imbottigliato nel suo corto: un breve, intenso e isterico incrocio sonoro tra una giovane ragazza (interpretata da una esilarante Francesca Faiella, vincitrice, nel 2009, del premio per Miglior attrice al Filmvideo di Montecatini) chiamata a fare i conti con il traffico quotidiano, e un meticoloso e impaziente cacciatore (Cristiano Di Vita).
Che dire? In un’epoca in cui il termine silenziare è più che mai di moda, vale sicuramente la pena godere di questi irriverenti cinque minuti per ricordarci di ciò di cui siamo e saremo potenzialmente sempre capaci, nonostante il nostro fantomatico progresso.
Buona visione!
Qui di seguito il link da copiare del programma de la7:
http://www.la7.it/programmi/festival_del_corto/video-i78178?fb_action_ids=10151272101299450&fb_action_types=og.recommends&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582
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