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Il sistema Metric decimale

Creato il 05 giugno 2012 da Cannibal Kid
Condividi Il sistema Metric decimale Metric “Synthetica” Genere: alt-pop Provenienza: Toronto, Canada Se ti piacciono ascolta anche: Garbage, Yeah Yeah Yeahs, Ladytron, Rilo Kiley, Stars, Broken Social Scene, The Sounds
In qualche strano modo, la carriera dei Metric è legata a quella di Robert Pattinson. Detta così può non sembrare una gran cosa, ma tant’è. La band canadese ha infatti avuto l’onore (ehm, più o meno) di scrivere un pezzo, il pezzone per i titoli di coda, di Eclipse. E anche se le pellicole della serie di Twilight sono penose a essere ancora generosi, le colonne sonore sono sempre state di altissimo livello, con la crème de la crème della scena alternative e rock infilata dentro (Radiohead, Florence + the Machine, Muse, Paramore, Bon Iver, St. Vincent…). Non è però finita qui, perché per uno strano scherzo del destino i Metric sono abbondantemente presenti anche nella colonna sonora del nuovo film con Pattinson protagonista, ovvero Cosmopolis di David Cronenberg, con tre brani inediti composti per l’occasione con il grande Howard Shore. Mica Giggi D'Alessio.
Il sistema Metric decimale Tralasciando il parallelo (inquietante) con la Pattinson-carriera, i Metric con il loro nuovo quinto album sembrano cercare l’atmosfera, più che la sola collezione di canzoni. Un viaggio che va affrontato tutto d’un fiato, tutto di fila, senza pause, meglio se di notte. Non che le grandi canzoni manchino, sia ben chiaro. “Lost Kitten”, ad esempio, è un pezzo che fa le fusa. Non so se diventerà un singolo e se mai verrà passata dalle radio, ma nel mio mondo è già una super mega hit. Anche con “The Void” la band capitanata da Emily Haines (collaboratrice a progetto dei Broken Social Scene) rivelano un lato pop parecchio accentuato, molto garbageiano e tutt’altro che vuoto. Dentro “Speed the Collapse” poi si sentono echi di ok computer, mentre “Dreams So Real” è una sorta di mantra ipnotico. La title track “Synthetica” è invece uno di quei motivi che si vanno a installare fissi nel cervello come un microchip emozionale e questa frase l’ha scritta Boosta dei Subsonica special guest-blogger di oggi (non è vero, Boosta non denunciarmi per sfruttamento del tuo brand, volevo dire nome). In “The Wanderlust” compare come special guest-vocalist Lou Reed, cosa che un tempo era considerabile un vanto, dopo l’atroce album realizzato con i Metallica un po’, diciamo parecchio, meno. Però la sua voce nel ritornello calza a pennello e quindi il suo nome può tornare ad essere un vanto. Anche se per perdonargli il disco Lulu ci vorrà ancora parecchio tempo. Quanto al primo singolo “Youth Without Youth”, è una semplice figata. Non semplicemente una figata. Una semplice figata.

I Metric tirando le somme sono riusciti nell’impresa di realizzare un disco pop e allo stesso tempo di atmosfera. Cosa non facile. Con questo album faranno quindi e finalmente il meritato botto? Se non capita, sono botte per tutti.

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