La mostra degli allievi del Maestro Fiorucci a Serrungarina, un paese nel verde.
Erminia Borzì
Questa mostra, che nasce per “celebrare” le bellezze di Serrungarina, permette al contempo di apprezzare le opere pittoriche e la qualità artistica raggiunta dagli allievi del Maestro Fiorucci nel corso dei diversi anni di apprendimento. Tutti gli acquerelli, le tempere e gli oli presenti in mostra hanno, infatti, come soggetto Serrungarina, paese “gioiello” sito tra Fossombrone e Fano. Ogni borgo della splendida provincia pesarese offre al visitatore una ricca storia e Serrungarina non è da meno degli altri. L’antica Brisighella, costruita come cittadella fortificata, fondata nel 534 d. C., ai tempi della guerra tra Goti e Greci, venne annessa, nel 1343, ai domini dei Malatesta. Nel XIV secolo, il nome della città fu mutato in Serrungarina in onore di Ser Ungaro degli Atti, notabile del posto. Serrungarina offre aspetti di eccezionale bellezza, come la sua stessa forma che dall’alto sembra un serpente avvolto nelle sue spire, e magnifiche opere architettoniche, quali la scalinata all’interno della rocca, la cisterna malatestiana e la chiesa di S. Antonio abate con la Visitazione del Guerrieri (1620) e l’Immacolata Concezione del Presiutti (1560). Non è un puro caso, quindi, che come scenario della mostra dei suoi allievi il pittore Fiorucci abbia deciso di scegliere questa artistica località, sensibile come egli è alla poesia del paesaggio trasfusa liricamente nei suoi incantevoli acquerelli. Nella mostra sono presenti decine di opere, tutte interessanti, anche quelle degli allievi che hanno iniziato da poco a cimentarsi con le varie tecniche, rivelando impegno e passione notevoli. Per motivi di spazio e senza far torto ad altri, menziono quelli di Wanda Ferri, Giovanna Pirozzi, Elsa Volponi, Cinzia Dionisi, e William Zampa.Sulla tipologia dell’insegnamento di Fiorucci, la prof.ssa Margherita Mancini, da dieci anni allieva del Maestro, così descrive la sua formazione artistica: “Il professore mi ha insegnato quasi tutte le tecniche: gesso, pastello, olio e, ovviamente acquerello. L’olio e l’acquerello sono le tecniche più difficili da utilizzare, perché non è possibile correggere i “pentimenti”. E’ importante, quindi, stabilire l’impronta ed applicare il colore. Il Maestro Fiorucci insegna la tecnica e, prima ancora, spiega ai suoi allievi come trasformare il colore in materia e come cogliere l’anima delle cose attraverso il colore. Egli stimola anche a superare il limite del colore e della materia e a contemplare l’astrazione, nella quale si sintetizza l’universale. Agli allievi ancora inesperti, il Maestro Fiorucci raccomanda di scegliere un pittore più o meno noto, al quale si sentano affini e di esercitarsi sulle sue opere, per imparare la tecnica pittorica ed affinare successivamente la propria personale sensibilità artistica”. Attraverso le sue lezioni, gli allievi di Fiorucci hanno imparato a capire l’arte, da Piero della Francesca a De Chirico, passando per Caravaggio, Vermeer, Monet e Matisse. Perché le lezioni di Fiorucci sono anche questo: seminari d’arte. Lo studio dei maestri antichi e contemporanei non tende a riproporre modelli irripetibili, ma a studiarli con attenzione per irrobustire la tecnica ed affinare il gusto.
Tutti gli allievi di Franco Fiorucci, che espongono a Serrungarina, sono unanimi nell’affermare che gli insegnamenti fondamentali trasmessi dal Maestro sono: la disciplina, ossia il concentrarsi su un particolare soggetto e dedicargli totale attenzione, una disciplina che è anche giudizio severo del proprio livello raggiunto e umiltà nel perseguire sempre un continuo perfezionamento; la cultura, ossia l’appassionato studio delle opere d’arte sia antiche sia contemporanee, con l’apertura a tutti gli aspetti artistici (letteratura, musica, ecc.), senza la quale, un artista, a qualunque livello sia pervenuto, resta intrappolato in una visione della realtà limitata e, quindi, artisticamente non realizzata.Questa mostra ne è un esempio; in essa si coglie in pieno il dialogo continuo tra Fiorucci pittore e i suoi allievi, i quali considerano il suo modo di insegnare “terapeutico”, perché, attraverso l’espressione pittorica, il Maestro stimola all’espressione dell’anima. “Seguire le sue opere”, dicono gli allievi di Fiorucci, “non è un passatempo, bensì un coinvolgimento della persona, perché il Maestro impegna completamente i propri allievi, trasmettendo loro, attraverso la comprensione delle opere artistiche, la passione per l’arte, la visione critica e l’autodisciplina”. L’operato di Fiorucci non è mai fine a se stesso o concentrato sulle caratteristiche del suo stile individuale, ma tiene conto della personalità di ogni singolo allievo, estrapolando il meglio di ognuno in una specie di maieutica continua e proponendosi come risultato il raggiungimento da parte di ogni allievo di una visione soggettiva e caratterizzata da “sfumature”, ossia da particolari che appartengono solo a lui.
Per il futuro, gli allievi del Maestro Fiorucci si aspettano che egli viva e operi a lungo, per poter ancora regalare emozioni. Le ore che Fiorucci dedica ai suoi allievi sono una bella tranche de vie, che permette non solo di imparare qualcosa ma anche di raggiungere la serenità dello spirito.
Per la mostra si ringrazia il Sindaco di Serrungarina, dott.ssa Marta Falcioni; l’Assessore allo Sport, Arnaldo Cipriotti; il Presidente della Pro Loco di Serrrungarina, dott. Giampiero Amadori; il signor Massimo Berloni, originario di Serrungarina, stilista e proprietario della casa di moda DON DAP, che ha sponsorizzato questa mostra.
Si ringraziano: la signora Silvana Vitali, allieva del Maestro Fiorucci, che, in collaborazione con il signor Giancarlo Guido, ha fatto da tramite tra il comune di Serrungarina e il Maestro; la sig.ra Stefania Antonioni, che mi ha fornito il materiale per questo articolo.