Prima di parlare de Il sogno di volare, il nuovo romanzo di Carlo Lucarelli, edito da Einaudi, devo raccontarvi una breve storia. È indispensabile perché possiate comprendere appieno questa recensione e cogliere un altro lato di questo volume, un lato che nessun altro può raccontarvi. Sono solo poche righe…
Ho avuto la fortuna di conoscere Andrea Buffa qualche anno fa, poco dopo che si diffuse la notizia che Lucarelli stesse lavorando al suo nuovo romanzo: Il sogno di volare, appunto. Avevo pubblicato un post sul mio blog storiedilibri.it e avevo raccontato di come fosse nata l’idea d’intitolarlo proprio così. Lucarelli, facevo notare, aveva scelto quel titolo perché era rimasto colpito da una canzone omonima scritta proprio da Andrea Buffa, un cantautore di Lecco, per chi non lo sapesse.
Dopo aver pubblicato quell’articolo, ricordo che ricevetti una mail proprio da Andrea che mi chiedeva, gentilmente, di rimuovere dal post il video di Youtube che lo ritraeva mentre eseguiva Il sogno di volare. «Dobbiamo registrare il pezzo in studio – mi disse – e stiamo per rimuovere questo video da Youtube». Lì per lì mi son detto: «Perché me lo chiede?», avrebbe potuto rimuoverlo senza dirmi nulla… Mi ha avvisato, dimostrandosi una persona gentile e cordiale. Io –a malincuore, a dire il vero, perché il pezzo lo trovavo stupendo e non volevo togliere l’opportunità ai miei lettori di ascoltarlo – l’ho rimosso. Avrei potuto tranquillamente effettuare il download del video e ripubblicarlo. Ma non l’ho fatto! Primo, perché amo comportarmi correttamente; secondo, perché Andrea Buffa si è dimostrato altrettanto rispettoso delle regole non scritte del Web e io, di certo, non potevo “tradirlo”. Per farla breve, da allora è cominciata un’amicizia bellissima, fatta di chiacchierate su Facebook, consigli via mail, scambio di opinioni e pareri, sempre tramite chat, visto che abitiamo a centinaia di chilometri di distanza. Tutto, naturalmente, in attesa dell’uscita del nuovo libro di Carlo Lucarelli: Il sogno di volare.
Beh, il tempo è trascorso e il lavoro del noto scrittore si è prolungato un bel po’. Da allora è passato addirittura qualche anno e, nel frattempo, il disco di Andrea Buffa è uscito per Galletti Boston. Così ho avuto modo di ascoltare (non so quante volte!) il bellissimo lavoro fatto dal cantautore di Lecco e dal suo gruppo. E ciò ha reso ancor più “febbrile” l’attesa per il nuovo libro. Libro che, finalmente, dopo una lunga attesa – almeno per quanto mi riguarda – è approdato nelle librerie il 23 giugno scorso.
Quando l’ho aperto, devo essere onesto, avevo un po’ di paura. Temevo che la lunga attesa avesse potuto instillare in me quella strana sensazione che non ti fa apprezzare totalmente un qualcosa solo per il fatto di averla attesa per tanto tempo. Credevo di rimanere deluso. E invece no, per utilizzare un modo di dire tanto caro a Lucarelli. Ma procediamo per gradi e partiamo dalla trama…
Il sogno di volarevede come protagonista Grazia Negro, l’ispettrice di Polizia già presente in altri due libri di Lucarelli: Almost Blue e Un giorno dopo l’altro. Due libri che, come quest’ultimo, prendono il titolo da una nota canzone: il primo dalle note struggenti della tromba di Chet Baker e il secondo dalla splendida voce di Luigi Tenco. È un espediente letterario che lo scrittore bolognese utilizza spesso quello di dotare la storia di una colonna sonora. Un po’ come si fa nei film.
Anche questa volta l’ispettrice Negro si trova a fare i conti con un serial killer soprannominato “Il cane”, uno psicopatico che uccide le proprie vittime con rabbia. Una rabbia scatenata proprio dalle note della bella canzone di Andrea Buffa.
«Il sogno di volare – come scrissi anche nel mio post – racconta di extracomunitari e di morti sul lavoro, di scelte difficili e di sorrisi, di canti meravigliosi e di sogni infranti. Racconta una storia tragica e coraggiosa, una storia che nel nuovo libro di Lucarelli si trasforma in una sensazione che fa paura, un’emozione strana che suscita in un killer una rabbia estrema ma lucida, e che lo porta, inconsapevolmente, a compiere una vendetta atroce contro chiunque la sua mente insana ritenga responsabile».
Il libro è, come gli altri due, un noir. È scritto magistralmente ed è denso di colpi di scena e intrecci narrativi ben strutturati. I personaggi, ma questo c’era da aspettarselo, sono stati caratterizzati al meglio, almeno quelli di nuova concezione, visto che ci troviamo quasi di fronte a un sequel.
Per la narrazione, Lucarelli ha utilizzato diversi punti di vista e questo ha reso il romanzo ancor più avvincente. Bella la tecnica (già utilizzata dallo stesso autore in altri romanzi, tra l’altro) di dedicare un punto di vista proprio al serial killer.
Tra un omicidio e un altro, poi, non manca lo spazio per un sorriso: le vicende raccontate dall’autore sono gradevolissime e stemperano di netto la tensione. Sarà una tecnica narrativa anche questa? Non lo so, ma di certo, fanno bene alla storia. “Simpatico” è, ad esempio, l’inserimento ad un certo punto della storia di un noto criminologo – di cui non vi svelo il nome, per non darvi troppe anticipazioni sulla trama – che ha lavorato con Lucarelli su altri libri che l’autore ha pubblicato in passato.
Volendo trovare qualche difetto, si può citare dapprima la prevedibilità: il libro è sì carico di suspense e avvincente ma, almeno personalmente, sono stato in grado di carpirne la fine già a metà della storia(forse gli indizi disseminati lungo le indagini sono troppo chiarificatori); e, in seguito, l’attacco non troppo veloce. Certo, questo è forse un accorgimento letterario per accrescere la tensione, ma c’è da dire che, sempre a mio modesto avviso, si arriva nel vivo della storia troppo lentamente.
Cos’altro aggiungere: è un libro che piacerà agli amanti dei gialli e dei noir. A loro, lo consiglio. E, visto che ci sono – se vi capita – vi suggerisco anche di ascoltare il bel disco di Andrea Buffa. Se non altro, vi aiuterà a capire meglio la storia de Il sogno di volare e la rabbia che si scatena nella mente del serial killer.
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