Ninnj Di Stefano Busà : “Quella luce che tocca il mondo” – Ed. Bastogi 2010 – pagg. 106 – € 12,00 –
Ninnj Di Stefano Busà è una vera e propria valanga inarrestabile, sempre pronta a nuove immagini ed impreviste illuminazioni, che sostengono il suo “fare poesia” per le molteplici implicazioni della parola e del dettato.
Ella propone nuove penetrazioni della realtà quotidiana, questa volta secondo il dettame delle esperienze spirituali o religiose, che riescono a concepire le sensazioni umane, quasi a trovarsi in un clima diverso di sospensione tra la ragione e la immaginazione del divino, costellate dalla formulazione dell’assenza, in controluce con la immanenza della dimensione corporea.
“Canterò fino a spezzare le catene/ che mi legano ai fondali,/ fino a frangermi alle rotte/ che mi esiliano all’argilla./ Stagioni senza luce, orde di nuvole/ possiedono la forza dell’orgoglio./ Terra di brezze, la nostra,/ di ali spezzate,/ di alture arrossate da pampini,/ di fuochi che si sperdono/ tra case bianche./ La nudità si mostra come l’aria,/ scandita da minuscoli insetti./ Ti rigeneri ai riflessi di un silenzio/ che ti attraversa l’anima e ti narra/ i pochi istanti di verità./ Il fluttuare lieve dell’ultimo sguardo,/ ti placa e un po’ ti consola.” (pag. 21) .
Non meraviglia se l’eterno può diventare un grido, anzi un brandello del grido, che si incunea tra il cielo e la terra per incidere e colorare il trascendente. La coerenza, in questo profilo stilistico, si intravede nelle pagine che sono in grado di captare i minimi sommovimenti provocati dall’attrito tra coscienza e psiche, tra subconscio e testimonianza, nell’originale trapianto di suggestioni ben incentrate nel discorso della poesia moderna, contemporanea, e meticolosamente registrate dalla personale circolarità , sempre diligentemente lontana da chiusure o impedimenti.
Antonio Spagnuolo