Che ci si creda oppure no, se ne condividano le idee politiche o meno, è bello vedere le immagini degli elettori di François Hollande che festeggiano la vittoria, un potenziale cambiamento della situazione, insomma una speranza.
Lo pensavo ieri sera, e lo pensavo anche ieri pomeriggio, parecchie ore prima di conoscere il risultato delle elezioni francese.
Camminavo verso il mio seggio con il certificato elettorale in mano e rivedevo gli anni in cui, bambino, accompagnavo i miei genitori a votare e fantasticavo su quando l’avrei fatto pure io.
Il più delle volte erano giorni d’estate, di sole, domeniche passate al mare e poi chiuse con quella visita del tutto anomala alla mia scuola elementare, chiusa per lasciare spazio agli scrutini politici. C’era sempre un’atmosfera di festa, di giorno diverso, di occasione speciale allora.
E, paradosso dei paradossi, lo stesso retrogusto di occasione speciale mi è tornato in mente ieri, mentre appunto me ne andavo a votare.
Non c’era lo stesso sole elettorale che trovo nei miei ricordi, ieri, e certo anche le speranze si sono raffreddate, le nuvole della delusione politica rendono meno piacevole fare il proprio dovere di cittadino.
Eppure, nonostante ciò, è sempre bello andare a infilare quella scheda nell’urna di cartone.
Non so… saranno i miei piacevoli ricordi di infanzia, ma credo che tutto sommato valga ancora la pena di sperare, di crederci, di concedere una nuova chance.
Se non se lo merita la nostra classe politica, almeno ce lo meritiamo noi come singoli individui.