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Il sole fa bene, ma bisogna 'proteggersi'

Creato il 11 luglio 2012 da Freeskipper

Al mare o in montagna ci scriva un post chi non ha mai indugiato qualche istante sotto i raggi del sole per "prendere" un po’ di tintarella! Il sole è un grande alleato del nostro organismo, basta non esagerare! Oltre ad agire positivamente sul nostro umore, stimola la produzione di vitamina D (fondamentale per l’assorbimento del calcio), nei bambini previene il rachitismo e, a partire dall’adolescenza, l’osteoporosi oltre ad aiutare la pelle in caso di particolari disturbi (migliora i sintomi di alcuni disturbi dovuti a psoriasi ed eczemi). Naturalmente dal sole bisogna anche proteggersi nei giusti modi, perchè oltre che grande alleato si può rivelare allo stesso tempo anche pericoloso e può portare danni sia a breve che a lungo termine causati dalle radiazioni solari UVB e UVA. I raggi ultravioletti B (UVB) hanno i loro effetti sugli strati più superficiali della pelle e sono i principali responsabili delle scottature e degli eritemi solari e nei casi più gravi, di ustioni. Stimolano anche la melanina, e di conseguenza anche l’abbronzatura. Se l’esposizione è prolungata e irresponsabile, oltre a scottature e/o ustioni, si possono avere dei danni a lungo termine, favorendo lo sviluppo di lesioni precancerose e di tumori. I raggi ultravioletti A (UVA) penetrano invece più in profondità degli UVB e con una esposizione prolungata sono la causa di un invecchiamento precoce della pelle e può portare anche allo sviluppo di melanomi (un’altra forma di tumori). E allora parliamo di creme solari, la nostra principale ‘arma di difesa’ contro le radiazioni solari e visto che le belle giornate e le temperature estive sono già arrivate, tema di grande attualità. L’etichetta è da sempre, non ci stuferemo mai di dirlo, l’unico modo che abbiamo per valutare il tipo di ingredienti contenuti in un prodotto (ricordiamo anche che il primo della lista è sempre quello contenuto in maggiore quantità) e da qui scegliere quello che fa per noi. Gli attuali solari in commercio rispettano le normative europee e possono dirsi sicuri. Nonostante questo, dove possibile, è sempre meglio però optare per creme che tra i loro ingredienti non abbiano oxybenzone e retinolo palmitato. A sostenerlo l’organizzazione americana non-profit EWG (Environmental Working Group). Gli esperti solleverebbero dubbi sulla tossicità dell’oxybenzone (che reagendo con i raggi UV produce dannosi radicali liberi, oltre ad aumentare rischi di reazioni allergiche), mentre per l’American Academy of Dermatology e la FDA (Food and Drug Administration) non sussisterebbero rischi. Per quanto riguarda il retinolo invece, si sottolinea che studi finanziati dal governo americano evidenziano un aumento del rischio di cancro della pelle (quando la si utilizza esposti al sole), ma rimangono pur sempre studi su modelli animali. Insomma, difficile stabilire quale sia il reale rischio. Nel dubbio tra diversi prodotti con o senza queste due componenti, si può quindi optare per quello che ne risulti privo. Le attuali normative parlano chiaro in tema di etichetta e su cosa può e soprattutto non può essere reclamizzato. I prodotti con fattore di protezione inferiore a 6 non possono essere definiti protettivi solari in quanto non sono ritenuti in grado di garantire una protezione adeguata per qualsiasi tipo di pelle e in qualsiasi condizione. E’ proibito scrivere sui prodotti “Protezione totale” o “Schermo Totale”, in quanto nessun prodotto per la protezione solare riesce a trattenere tutti i raggi solari (normalmente non si arriva mai a superare il 90/93% di protezione, anche per i fattori più alti). I prodotti per la protezione solare devono contenere filtri sia UVA che UVB e avere una etichetta chiara, in cui siano riportate anche le “istruzioni per l’uso/precauzioni d’impiego”. Sono diverse le formulazioni presenti sul mercato per quanto riguarda i protettivi solari, per venire incontro alle esigenze più diverse della propria pelle. Il latte solare ad esempio contiene una elevata percentuale di acqua, il che lo rende un prodotto facilmente spalmabile ma poco resistente, per cui la sua applicazione va rinnovata più spesso degli altri prodotti. Per chi ha pelle grassa, sono consigliate le formulazioni in gel, che tendono a dare una certa secchezza alla pelle. Le creme, principalmente utilizzate per il viso, sono più difficili da spalmare e tendono ad essere anche grasse e non sono quindi indicate per tutte le tipologie di pelle. Gli oli solari, normalmente indicati per pelli già abituate al sole (sconsigliati per carnagioni molto chiare) hanno indici di protezione bassi. Gli spray solari sono una tipologia di protettivo più recente, che si differenzia da tutte le altre formulazioni, e che sta avendo un buon successo tra gli sportivi. Si tratta infatti di solari perfetti soprattutto per tutti quegli uomini che di solito non amano spalmarsi la crema per proteggersi dal sole. I solari spray sono veloci da utilizzare, e grazie alla nebulizzazione, non appiccicano e si assorbono immediatamente. Come per le altre tipologie di prodotto, contengono filtri UVA e UVB, sono resistenti all’acqua e alle intense sudorazioni e hanno una formulazione non grassa, adatta a diverse tipologie di pelle (l’applicazione va fatta ogni 4/5 ore). La praticità di questo tipo di prodotto è unica: vanno spruzzati a circa 10 cm dalla pelle (su tutto il corpo, viso compreso, tenendo naturalmente gli occhi chiusi) e permettono di raggiungere facilmente anche zone scomode come la schiena (solo se necessario, si può provvedere ad un leggero massaggio). I protettivi solari possono avere due tipi di filtri, quelli chimici (detti anche assorbenti) e quelli fisici. I cosiddetti filtri chimici contengono sostanze chimiche che impediscono la penetrazione nella pelle delle radiazioni solari, trasformandole per renderle innocue. I filtri fisici hanno invece la funzione di riflettere i raggi ultravioletti (nella composizione dei solari probabilmente troverete uno di questi componenti: es. ossido di zinco, biossido di titanio, mica). Questo secondo tipo di filtro però tendono a lasciare sulla pelle un sottile strato bianco esteticamente poco gradevole e spesso motivo per cui si preferiscono formulazioni diverse con filtri chimici. I filtri fisici sono spesso consigliati soprattutto per parti del corpo molto sensibili. I prodotti solari acquistati nelle farmacie/parafarmacie e supermercati italiani come in quelli nel resto del continente europeo, possono ritenersi sicuri grazie a delle normative che tutti i produttori sono obbligati a rispettare. In questo campo, l’Unione Europea ha fatto un ulteriore passo avanti, vietando (cosa che non succede negli Stati Uniti e in Canada) la commercializzazione di creme solari che contengano mercurio. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le creme protettive o abbronzanti spesso contengono ingenti dosi di mercurio e possono provocare pesanti danni ai reni, eruzioni cutanee, depigmentazione, cicatrici e l’abbassamento del livello di protezione della pelle da funghi e batteri. Da questo punto di vista quindi, come consumatori europei, abbiamo una tutela in più. La presenza di mercurio non è infatti vietata in USA (limite < 1 mg/kg), Canada (limite < 3 mg/kg) e molte regioni asiatiche, dove le normative correnti impongono dei limiti (più o meno ristretti) ma non un divieto assoluto. Scegliere una crema protettiva non è facile tra le tante proposte disponibili in commercio. Importante però è individuare innanzitutto a quale fototipo appartiene la nostra pelle, così da poterla proteggere al meglio scegliendo il prodotto giusto. Se non sapete a quale fototipo appartenete, ecco le giuste indicazioni per scoprirlo:
Fototipo 1. Corrisponde alle persone che hanno la carnagione (capelli e occhi compresi) molto chiara (spesso accompagnata da lentiggini). Per questo fototipo scottature e eritemi sono molto facili e risulta quasi impossibile abbronzarsi. In questo caso vanno utilizzate creme solari con filtri elevati, con fattore di protezione superiore al 30.
Fototipo 2. In questo si deve fare attenzione nei primi due giorni di esposizione, preferendo una protezione più alta su viso e zone delicate, con filtri che non devono essere inferiori a 25-30 SPF per il corpo e superiore per il viso. Nei giorni seguenti si può ridurre il fattore di protezione a 20 SPF.
Fototipo 3. Sono persone che producono una quantità apprezzabile di melanina e per cui l’abbronzatura risulta più facile. Per questo fototipo come per il 4, anche se la pelle sembra più abituata all’esposizione solare, non va scordata una protezione adeguata per UVA e UVB (consigliato un fattore di protezione intorno al 20 per i primi giorni e successivamente si può scendere al 10).
Fototipo 4. E' il più fortunato tra tutti e quattro i fototipi, con una carnagione olivastra che difficilmente si ustiona e tende invece ad abbronzarsi molto rapidamente. Possono essere usati filtri molto bassi, ma non va dimenticato che anche in questo caso una protezione contro UVA e UVB è necessaria.
Tra i prodotti in commercio, è possibile scegliere tra le creme solari ‘impermeabili’ all’acqua (‘waterproof’) e quelli ‘resistenti all’acqua’ (‘water-resistant’). Si tratta di prodotti che resistono per un certo lasso di tempo anche alle immersioni e aiutano a proteggere la pelle anche quando si ha una elevata sudorazione. Le differenze, sono tutte legate alla durata: le creme solari che riportano la dicitura impermeabili all’acqua mantengono normalmente la loro efficacia anche dopo 80 minuti di immersione nell’acqua. Le creme definite resistenti all’acqua mantengono invece la loro efficacia per un lasso di tempo di oltre 40 minuti. Hanno tutti una migliore persistenza sulla pelle e sono indicati soprattutto se si suda molto o si fanno bagni frequenti. Un solare mantiene generalmente la sua efficacia per circa un anno. E’ buona norma non utilizzare un solare dell’anno precedente, è probabile che possa essere alterato dopo l’apertura e l’esposizione ai raggi solari e al contatto con la polvere della sabbia. Non si parla più di scadenza, ma di validità dopo l’apertura: anche in questo caso, come succede per altre tipologie di prodotto, in etichetta è presente la durata (in mesi) entro la quale andrebbe utilizzato una volta aperta la confezione (prima di perdere tutta o parte della sua efficacia).
Per concludere, conta anche come e quanto un protettivo solare viene utilizzato. La quantità adeguata di prodotto necessaria per raggiungere la protezione dichiarata in etichetta è di 2mg per centimetro quadrato (circa 30 ml nell’adulto). La protezione solare va sempre applicata almeno 30 minuti prima dell’esposizione e riapplicata ogni 2/3 ore (in particolare dopo il bagno e/o intense sudorazioni). Evitare poi l’esposizione al sole nelle ore più calde ed indossare sempre un cappello ed occhiali da sole. Importante è anche l’alimentazione: mangiare sano, optando per alimenti ricchi in caroteni (come carote, albicocche, pesche... giusto per citarne alcuni), già pochi giorni prima dell’esposizione, può favorire una tintarella naturale.


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