Una visione “artistica” della sonda MAVEN, un investigatore di prestigio per l’enigma del furto dell’atmosfera marziana (Crediti: ASA/Goddard Space Flight Center)
di Marco Castellani, Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) Osservatorio Astronomico di Roma
Il pianeta rosso sanguina… No, non sangue vero e proprio, ma la sua atmosfera, che si disperde progressivamente nello spazio. Il principale indiziato è proprio il nostro Sole, che starebbe utilizzando il suo stesso “respiro” – il vento solare -insieme alla sua radiazione, per derubare Marte della sua stessa aria. Il “crimine” è di una certa rilevanza, poiché potrebbe aver condannato la superficie stessa del pianeta, che un tempo appariva senz’altro promettente per la vita, ad una fredda e sterile sopravvivenza.
Alcune caretteristiche scoperte su Marte, come letti di fiume disseccati, od anche la scoperta di minerali che si formano in presenza di acqua, ci hanno fatto capire che un tempo Marte possedeva una atmosfera abbastanza consistente, ed era caldo abbastanza perché la sua superficie fosse gratificata dal fluire di acqua allo stato liquido.
Putroppo, in qualche modo, l’atmosfera spessa – che garantiva il perdurare di queste condizioni favorevoli alla vita – è stata dispersa nello spazio. Decisamente, niente è stata più come prima: Marte è rimasto freddo ed asciutto per miliardi di anni, con una atmosfera ormai molto sottile, mentre ogni traccia di acqua allo stato liquido veniva rapidamente dispersa nello spazio ad opera della radiazione ultravioletta del Sole che colpiva ormai indisturbata la superficie del pianeta.
Simili condizioni sono proibitive per ogni forma di vita che conosciamo, sebbene sia sempre possibile che la vita marziana, in caso, abbia deciso di “andare sottoterra”, dove l’acqua allo stato liquido ancora può esistere, e la radiazione solare non può arrivare.
Come accennato, il sospettato principale è il Sole, e l’arma del “delitto” sarebbe il vento solare. Tutti i pianeti nel nostro sistema sono continuamente bombardati da tale flussi di particelle cariche che si estende dalla superficie della nostra stella allo spazio circostante. Sulla Terra,il campo magnetico del nostro pianeta scherma efficacemente la nostra atmosfera, riuscendo a deviare lontano la maggior parte delle particelle: difatti il vento solare fatica ad attraversare i campi magnetici (essendo costituito da particelle cariche, queste vengono deviate dal campo magnetico su altre rotte).
Per quanto il meccanismo descritto appaia al momento come la causa più probabile per la dispersione dell’atmosfera marziana, vi sono però altre interpretazioni che attendono una verifica sul campo (ad esempio, il bombardamento intenso da parte di asteroidi potrebbe avere un ruolo non marginale nella dispersione dell’atmosfera). Questa sarà presto possibile attraverso la missione MAVEN, che esaminerà tutti i modi in cui Marte sta disperdendo la sua preziosa atmosfera, anzi ne potrà addirittura scoprire dei nuovi.
Fonte NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/maven/news/confirmation.html
Marco