La natura ha previsto per le specie carnivore una necessità di ore di sonno molto elevata, gli animali che pascolano rimangono invece svegli più a lungo.
Alcuni anni fa uno studio condotto presso l’acquario di Genova mostrò come i delfini, quando dormono in coppia, hanno un sonno “uniemisferico alternato” (in pratica metà cervello dorme e si riposa, l’altro rimane vigile). Questi animali lasciano l’occhio diretto verso il partner ben aperto, con il quale coordinano i movimenti in modo automatico. La stessa tipologia di sonno è presente nel rondone, un uccellino che dorme mentre vola, grazie all’uso di metà dell’emisfero cerebrale.
Il cavallo invece, dorme spesso in piedi e presenta due tipologie di sonno: la sonnolenza (che occupa circa 2 ore al giorno) e il sonno vero e proprio (che può durare fino a 5 ore al dì). I cavalli sono prede, potersi riposare in posizione eretta consente loro di scappare rapidamente di fronte a una minaccia.
Fra i primatisti della pennichella troviamo il pipistrello marrone che dorme fin quasi a 20 ore al giorno e l’armadillo, che passa ronfando oltre il 75% della propria giornata.
Il mondo animale però non è parco di sorprese: il bradipo dorme rimanendo saldamente attaccato ai rami con le unghie; con il freddo il fenicottero dorme su una sola zampa per evitare di disperdere il calore; il diamante mandarino “ripassa” il canto durante il sonno; il pesce pappagallo prima di dormire si avvolge con una sorta di muco in grado di neutralizzare odori e sapori, rendendolo invisibile al radar dei predatori. Insomma un universo che non smette mai di stupire e che non si ferma al regno animale, visto che anche i vegetali reagiscono alla luce del giorno aprendo e chiudendo i petali.
Per cogliere un pizzico di quel mistero che si chiama dormire, basta osservare il cane o il gatto di casa, il cui sonno – a detta di tutti – è decisamente contagioso.
Se al momento non esistono linee di materassi pensate per i pet, non è detto che in un futuro prossimo…