Il sonno dei bambini
A volte le bimbe si addormentano in auto, a volte puppando, a volte piangendo. A volte non si addormentano affatto e la notte sembra lunghissima soprattutto se la mattina dopo c’è il lavoro, o esami. A volte però ci sono addormentamenti magici.
Occhi negli occhi: la ninna nanna, la mamma che culla, la bimba che lotta con palpebre pesanti, guance tonde su braccia morbide, il sonno che arriva tra l’odore del latte e il soffio leggero del respiro.
E parole e parole: tra risa, ricordi, lotte, solletico, racconti, storie, sussurri, bisbigli. Riccioli lunghi indomabili ribelli, sguardo birbone e lampi negli occhi. E la giornata e le giornate che si rincorrono nei ricordi e lingue strane inventate e storie vecchie ripetute e balene arrabbiate da calmare e formichine da inseguire sotto terra: Ma se raccolgono il gelato caduto, mamma, ce l’avranno il frigo nella tana, per l’inverno?
Il risultato è lo stesso, nei due sonni: la bimba dorme e sogna. A volte ride. Mi sono chiesta il segreto degli addormentamenti magici. Casualmente, ho riletto Omero quando descrive il piccolo Astianatte che dorme: stanco di giochi, sazio di gioia il cuore. Le cose più sagge che abbia letto finora sul sonno dei bambini.
E Astianatte, stanco
di giochi innocenti, al dolce sonno
chiudeva gli occhi in braccio alla balia,
e dentro il suo lettino su morbide piume,
sazio di gioia il cuore, s’addormentava.
Iliade (XXII)
Astianatte
Ettore, Andromaca e il piccolo Astianatte. Cratere apulo a colonnette ( 370-360 ca.). Museo archeologico nazionale Palazzo Jatta, Ruvo di Puglia (Bari).
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