30 giugno 2015 Lascia un commento
Titolo piu’ che mai programmatico, "Il sosia" e’ un curioso esperimento nel quale otto artisti Luca Coser, Michael Fliri, Eva Marisaldi, Marzia Migliora, Adrian Paci, Giacomo Raffaelli, Alice Ronchi e Luca Vitone, si confrontano con altrettanti colleghi, del presente e del passato. Percio’ parliamo di sosia o forse un alter-ego, agonista o antagonista, uno specchio nel quale riflettersi, un po’ come il bel Pistoletto ad inizio esposizione nel gioco a tre che divide artista, spettatore e Buonarroti. In questo modo si da spazio ad artisti e collezioni locali, mantenendo percio’ alto il contatto col territorio e l’arte che ha saputo coltivare.
L’idea non solo e’ buona ma curiosa, stimolante immagino per gli artisti quanto per il visitatore.
Per certi versi spiazzante, non facilmente assimilabile dal momento in cui serve entrare dentro due e piu’ schemi mentali alla volta, cogliere la giusta frequenza di una portante composta da molte armoniche ma e’ proprio in questo la sfida, per scoprire che a volte gli ospiti sono meglio del padrone di casa, il viceversa ovviamente, cosi’ come il valore non e’ nei singoli ma nell’insieme.
Di tutte le combinazioni penso al trio Marzia Migliora, Ryan Gander e Degas, quest’ultimo citato, omaggiato e inserito con grazia nel gioco degli altri due, oppure il video di Adrian Paci frapposto tra la vecchia metafisica di de Chirico e la nuova di Giovanni Lazzari o il confronto tra primitivi, minimi e parziali di Michael Fliri, Daniel Buren e Giulio Paolini.
Tutti hanno qualcosa da raccontare e il racconto e’ come ovvio, interessante con maggiore o minor grado a seconda della propria sensibilita’. Come detto pero’ l’idea e’ davvero buona, valorizza le sinergie locali e offre spunti interessanti.
Si chiama intelligenza, una merce rara di questi tempi.