C'è chi ci arriva a piedi con una guida, chi in bicicletta, chi in torpedone, chi in automobile noleggiata come le sottoscritte e chi addirittura sul dorso di un cammello, ma l'importante è andarci perché ogni frammento del percorso, dall'inizio alla fine, è uno spettacolo e sto parlando del Parque Nacional de Timanfaya.
Le Montagne del Fuoco, come a giusto titolo vengono anche chiamate, fanno parte di una vasta zona colpita dalle eruzioni vulcaniche avvenute a Lanzarote tra il 1730 e il 1736 e successivamente nel 1824. Questo lungo processo eruttivo ha cambiato drasticamente la morfologia dell'isola perché una grande parte è rimasta praticamente sepolta sotto uno spesso manto di lava e ceneri. L' incredibile paesaggio è situato nella regione nord-ovest dell'isola e comprende la cima di Pico Partido alta 517 metri. Attualmente la zona è sicura, ma la lava continua a ribollire sotto il terreno.
Eccome se sotto la lava ribolle: nella stanza barbecue del mega ristorante si vedono cuocere sulla griglia pesci e polli con il calore (300 gradi) che risale in superficie dalle viscere della terra e si può anche ordinare come dessert il "soufflé volcànico" come hanno fatto i nostri tre vicini di tavola tedeschi che gentilmente mi hanno permesso di fotografarlo.
Nella struttura c'è anche una terrazza panoramica e là, lontano all'orizzonte una lunga striscia bianca, è l'oceano. Non si può girare da soli per il "Parque Nacional de Timanfaya", ci sono delle navette di autobus che fanno fare il giro per le zone accessibili.Abbiamo passato 8 giorni nella splendida lunare Lanzarote, è giunta l'ora di partire, nel porto di Playa Blanca ci imbarchiamo sul mega traghetto Fred.Olsen che in 40 minuti ci porterà a Corralejo sull'isola di Fuerteventura.
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