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Il sound della malavita nel nuovo album dei Calibro 35

Creato il 06 marzo 2012 da Pulledupzine @PulledUpZine

Provate a vedere film sulla malavita senza la colonna sonora. Le scene più sanguinose, i crimini più spietati, le rapine, le sparatorie e gli inseguimenti appariranno in tutta la loro cruda negatività. Ora su quelle scene metteteci su della buona musica e noterete come le stesse appariranno più accattivanti, quasi piacevoli, più “cool”. I criminali risulteranno quasi eroi incompresi di una società impazzita e creatrice di mostri. Di una sparatoria poi, non ricorderete più precisamente il numero di vittime, ma il momento in cui il riff di chitarra coincide col primo proiettile sparato. Assocerete all’ultimo fiotto di sangue che fuoriesce dal corpo di una vittima, che sia il buono o il cattivo, una nota precisa, uno strumento preciso, un momento musicale ben distinto. Così sarà per sempre nella vostra memoria. Magie del cinema e magie della musica.

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Maghi in questo senso sono i Calibro 35, band milanese che dal 2007 sprigiona musica di libera potenza evocativa e cinematografica. Chiunque la ascolti può crearsi nella mente il proprio film personale con trama, scenario, collocazione storica e cast. Certo, il sound e gli arrangiamenti danno dei suggerimenti. Trattasi di film di genere: fine anni ’70, provincia italiana del nord, basettoni, pantaloni a zampa, vecchie alfa romeo, occhiali rayban, pistole facili, crimini difficili, donne facili, arresti difficili.

Il 7 febbraio i Calibro 35 hanno pubblicato il loro nuovo album Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale“. Il titolo già suggerisce la carica cinematografica che il disco contiene. Dodici brani, dodici capitoli di un romanzo criminale o dodici scene del crimine perfetto, sceneggiatura degna dei migliori film polizieschi degli anni ’70. Il disco è stato registrato negli Stati Uniti agli studi Brooklyn Recording e Mission Sound di N.Y. col produttore e fonico Tommaso Colliva. Il rapporto della band con gli Stati Uniti si era già creato in occasione di un tour nel 2009 che li ha visti protagonisi dell’Hit Week Festival di Los Angeles e dell’esibizioni allo Zebulon e al Nublu, entrambi club prestigiosi di New York. Se si escludono i due omaggi, a Ennio Morricone e Piero Piccioni, “Ogni riferimento a persone…” contiene brani inediti della band, che spaziano dal funk al rock psichedelico e che sono impreziositi dagli arrangiamenti di Enrico Gabrielli (Mariposa, Afterhours e tanti altri), ma anche di Luca Cavina (Zeus!), Massimo Martellotta e Fabio Rondanini.

Il fatto che la band abbia lavorato a New York ha dato modo di ampliare la gamma sonora e di dare più respiro al disco. Le atmosfere non rimandano più solo alla nebbiosa provincia italiana, ma racchiudono anche i colori e i ritmi della grande metropoli americana e non solo. Ne danno esempio il sitar in “New Delhi Deli” o la stilosa “La banda del B.B.Q.(Brooklyn,Bronx,Queens)”. Gli omaggi sono “Passaggi nel tempo” che Morricone scrisse per il film “The swap” e “New York New York”, scritta da Piccioni per “Anastasia mio fratello”, film di Steno del 1973. Ecco, questi due brani possono far immaginare le scene di quelle due pellicole, ma gli altri rendono l’ascoltatore sceneggiatore, regista e perchè no attore, di film che nella realtà non esistono. Questa volta non apparirà nella mente solo Tomas Millian alle prese con la malavita, ma potrebbero affacciarsi nell’immaginazione anche Clint Eastwood nei panni dell’ispettore Callaghan o un giovane Michael Douglas ne “Le strade di San Francisco”, ma addirittura anche Starsky e Hutch! “Buone notizie” sarà quindi la musica di sottofondo di un pedinamento ad alto rischio, “Il pacco” scandirà l’ingresso all’interno di un ricco caveau di una banca e “Uh Ah Brrr” accompagnerà la conseguente fuga. Un disco da ascoltare con occhiali da sole, Marlboro rosse, una birra, barba incolta, penna e taccuino a portata di mano, nel caso la mente partorisca il miglior film sulla malavita mai scritto.

Piero D’Aprile


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