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“Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda

Creato il 13 gennaio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
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“Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza

“Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza

Seconda parte dell’articolo in cui Michael Goodrum analizza l’impatto dello show radiofonico Avventure di Superman nella cultura e nella percezione del senso civico degli americani. Qui la prima parte.

Pubblicato per la prima volta sullo Scan Journal, Numero 2, Settembre 2008, Vol. 5. 
http://scan.net.au/scan/about/about.html

Uno dei modi per assicurarsi consenso è far combattere l’eroe contro qualcuno che sia considerato come un nemico dalla maggior parte della popolazione. Le storie di cui ci occupiamo lo fanno creando ripetutamente correlazioni tra i cattivi e i nazisti, sia facendone degli ex nazisti, sia facendo loro esprimere simpatie per alcuni aspetti dell’ideologia nazista. Queste narrazioni iniziano a ritrarre altri personaggi in ruoli eroici, offrendo un maggior numero di modelli pratici di eroismo agli ascoltatori, piuttosto che esclusivamente quello del supereroe leggermente problematico. La prima delle storie studiate, The Hate Monger’s Organization, dà l’illusione che Jim Olsen, il reporter in erba del Daily Planet, sia l’eroe, visto che si infiltra sotto copertura nell’organizzazione discriminatoria, i “Guardians of America”, per raccogliere informazioni. “Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza Tuttavia viene scoperto e catturato, ciò vuol dire che Olsen è solo un catalizzatore narrativo per convogliare Superman nella storia e assicurarsi che i cattivi, incluso Franz Hiller, un’ex spia nazista, siano consegnati alla giustizia. Nonostante le azioni di Olsen siano indubbiamente eroiche, vengono intraprese solamente perché ha la certezza che Superman lo proteggerà; anche nel caso che, in ultima istanza, Olsen fallisca e la copertura sia solamente mantenuta per il lasso di tempo necessario a far arrivare il classico aiuto di Superman. Inoltre è difficile per gli ascoltatori emulare le azioni di Olsen, visto che sono collegate all’entrare nel sottobosco criminale. Da tutto ciò deriva che questa storia istituisce fermamente Superman come l’unico eroe e i suoi ideali come quelli meritevoli di essere emulati. Questa lettura è confermata dal personaggio di Olsen, che in effetti offre un punto di unione con gli ascoltatori. Oltre a ciò, Olsen dimostra l’assimilazione della morale di Superman nel suo personaggio attraverso le azioni che intraprende nella storia, un fattore che lo pone come il ruolo modello per gli ascoltatori – un ragazzo ordinario capace di vivere in base agli alti standard morali di Superman.

Alcuni di questi elementi ricorrono in Al Vincent’s Corrupt Political Machine [La corrotta macchina politica di Al Vincent, N.d.T.], dove l’eroismo di Jim Olsen, Lois Lane e gli altri personaggi secondari si rivela essere completamente inefficace. Tony Sloane, un reporter del Daily Planet, cerca di ottenere delle lettere che incriminano Martin Higgins, un candidato corrotto alla carica di sindaco. Nonostante sia stato aggredito e quasi ucciso dagli scagnozzi di Higgins, Sloane porta le lettere al Daily Planet, ma inutilmente perché Mary, una giovane delinquente, le ruba prima che possano essere pubblicate. Si scopre che Mary lavora per Al Vincent, il corrotto proprietario di un negozio di pegni che organizza le gang di giovani per Higgins. Man mano che la narrazione si svolge, sia Jim che Lois sono superati in astuzia da Mary, che addirittura sconfigge Lois in un combattimento. Jim viene picchiato dagli sgherri di Al quando prova ad aiutare Lois e, nonostante un repentino tentativo da parte di una ravveduta Mary di aiutare entrambi a scappare dal covo dei criminali, i tre non si dimostrano all’altezza del compito di fermare Al Vincent e la sua banda. Ancora una volta solo Superman è in grado di compiere azioni eroiche che hanno successo come il salvare Mary, Jim e Lois prima di consegnare Vincent e Higgins alla giustizia. Come conseguenza di ciò, queste storie non sono così positive riguardo alla possibilità del “normale” eroismo di ottenere il suo scopo, anche se in un programma dedicato a un supereroe tutto ciò difficilmente sorprende. Mentre questi personaggi secondari sono utili per trasmettere i messaggi sottesi sulla tolleranza e i mali della delinquenza giovanile, sono comunque collocati in una gerarchia di eroismo dove Superman è fermamente posizionato al vertice e gli altri concorrenti da qualche parte molto al di sotto di lui.

Questa gerarchia inizia a essere messa in discussione da The Clan of the Fiery Cross [Il Clan della Croce Fiammeggiante, uno dei simboli distintivi del Ku Klux Klan, N.d.T.]. Chuck Riggs è arrabbiato perché è stato rimpiazzato da Tommy Lee, un sino-americano, come lanciatore della squadra di baseball della Unity House. Quando Tommy colpisce accidentalmente Chuck con un lancio durante gli allenamenti, Matt Riggs, lo zio di Chuck, che si rivelerà essere il capo del Clan of the Fiery Cross, suggerisce a Chuck che Tommy volesse ucciderlo, convincendolo alla fine nonostante i dubbi iniziali. Matt Rigs porta quindi Chuck a “testimoniare” a una riunione del Clan of the Fiery Cross, così da fomentarne i membri e convincerli a entrare in azione. In questo caso il salvataggio di Superman è reso possibile solo grazie al fatto che Chuck si rende conto del suo errore e, restando anonimo, fa sapere a Clark Kent i piani che il Clan ha in serbo per Tommy. Grazie a queste informazioni, il Daily Planet inizia una campagna contro il Clan, un’operazione che viene portata avanti nonostante le violente rappresaglie del Clan. “Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza La campagna del Planet e l’offerta di una ricompensa in denaro per informazioni sul Clan hanno come risultato il rapimento di Perry White, redattore del giornale, e di Jimmy Olsen. Nonostante l’incombente minaccia di azioni violente, White fa diventare questo pericolo un’ulteriore opportunità per dimostrare il suo eroismo denunciando il Clan, nonostante stia assistendo all’allestimento della punizione fisica che lo aspetta. Spronato da questo comportamento, Chuck Riggs si riabilita, visto che, nonostante le minacce di vendetta da parte di suo zio, accetta di aiutare Clark Kent e Superman (mentre gli ascoltatori sanno che sono la stessa persona, il personaggio non lo sa) a sconfiggere il Clan e salvare White e Olsen, cosa che inevitabilmente accade. Ci sono alcuni fattori in questo episodio che suggeriscono una sorta di eroismo collettivo, una propensione ad accettare il rischio a beneficio degli altri, che era precedentemente assente dalle Avventure di Superman. Mentre lo spettacolo continua a portare avanti una democratizzazione dell’eroismo, la posizione di Superman come eroe incontrastato è ulteriormente problematizzata.

Proseguendo con Big George Latimer, Crooked Political Boss [George “il grosso” Latimer, leader politico disonesto, N.d.T.], la storia è essenzialmente sui tentativi di Latimer di manipolare il governatore Wheeler di Metropolis così da costringerlo a usare canoni discriminatori nel reclutamento dei veterani di guerra per i lavori statali. Nonostante questi lavori siano stati promessi ai veterani, Latimer ne ha bisogno per gli scagnozzi che fanno parte della sua macchina politica. La storia espande la democratizzazione dell’eroismo delle storie precedenti aggiungendo l’eroismo degli stessi veterani, in particolare Joe Martin e Sam Robins. Prove a conferma di ciò possono essere riscontrate nel fatto che la puntata inizia con un entusiasmante discorso di Joe Martin, portavoce di un ampio gruppo di veterani che non riesce a trovare lavoro a causa delle politiche del Governatore Wheeler. Durante una marcia di protesta verso la casa del governatore, per far valere le loro richieste, alcuni colpi sono esplosi contro i veterani e Joe viene ferito gravemente. Latimer accusa Sam Robins, il miglior amico di Joe, di avergli sparato così da farlo arrestare e mettere in cattiva luce il governatore. Sam è incastrato da Latimer in quanto ebreo, ciò equivale a dire uno straniero “che tenta di minare l’America” (1946). “Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza Latimer sfrutta un suo contatto all’interno della testata Metropolis Clarion per assicurarsi che Sam Robins venga giudicato e condannato dai media prima di venir processato, facendo anche in modo che “Lippy” Williams, il loro giornalista principale, nasconda la pistola che Latimer aveva usato per sparare a Joe in casa di Sam. Resi furibondi dagli articoli pubblicati su Sam, gli altri veterani marciano verso la stazione di polizia per chiedere che venga liberato, inducendo Latimer a spostarlo in un’altra prigione “per la sua stessa sicurezza”. Al contrario, Latimer organizza il tutto in modo che Sam venga linciato, cosa che sarebbe riuscita se un individuo della folla non si fosse eroicamente ravveduto e avesse evitato che gli altri uccidessero Sam. La moltitudine quindi inizia a inseguire sia Sam che il suo salvatore, con l’intenzione di ucciderli. Ciò viene impedito dall’arrivo di Superman, che prima riunisce la folla e poi la consegna alla polizia. Nel frattempo, Wheeler ha deciso di ribellarsi a Latimer, a causa di ciò quest’ultimo lo attacca e tenta di manipolare un altro gruppo di veterani per impiegarli nell’aggressione. Tuttavia, Wheeler non è gravemente ferito come sospetta Latimer ed escogita con successo un piano con Clark Kent per consegnare il malvivente alla giustizia.

La difficoltà nel riassumere queste ultime due storie brevemente come le prime due è dovuta al fatto che Superman non è più la forza che le tiene insieme. Infatti, Superman compare a malapena in queste puntate, il suo mantello viene preso dai personaggi secondari come Chuck Riggs o Sam Robins, per citarne un paio. L’idea di un eroismo più collettivo è sviluppata attraverso un gruppo di persone che contribuiscono tutte verso l’eroico risultato finale; in breve, l’eroismo viene democratizzato. Con l’emergere degli altri eroi, la storia diventa multipolare, con molteplici centri complementari di eroismo che, palesemente, contribuiscono al sotteso eroismo di Superman. In ogni caso, con l’emergere di più eroi, compaiono più sottotrame che li riguardano, implicando che non solo il mantello dell’eroismo, ma anche il centro narrativo slitta da Superman ai personaggi secondari.

Mentre tutte e quattro le storie hanno temi comuni, la distribuzione dell’eroismo nelle ultime due le rende molto più interessanti, così come più riuscite nel trasmettere i loro messaggi. C’è un ottimo motivo perché esse debbano essere esemplificative. The Hate Monger’s Organization segue una struttura simile alla formula disposta dal Manuale per l’Industria Cinematografica dell’Office of War Information – infatti il paragrafo introduttivo della scheda informativa numero cinque sarebbe potuto comparire all’interno del programma stesso:

È parte della strategia dell’Asse confonderci… per dividerci dall’interno… in modo da opporre un gruppo a un altro… così da promuovere la persecuzone delle minoranze da parte della maggioranza. (Office of War Information 1942).

“Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza Dato il prominente ruolo di Hiller, un ex spia nazista, dal nome notevolmente simile a Hitler, e dati gli altri personaggi secondari descritti con aspetto e sonorità “germaniche”, diviene chiaro come queste storie siano imbevute di idee del periodo bellico. Ciò non sorprende, visto che è molto probabile che gli sceneggiatori della serie possano essere entrati in contatto o con la suddetta scheda informativa o con qualcosa di simile. Dato ciò, è mia convinzione che quella storia mostri un notevole grado di continuità con la precedente e che la calda accoglienza da parte della stampa abbia condotto alla serie successiva, Al Vincent’s Corrupt Political Machine. La continuità dello zelo dei criminali nell’usare il razzismo per ottenere i loro scopi dovrebbe assicurare che il messaggio trasmesso dalla serie abbia avuto ampie possibilità di essere recepito, specialmente quando i criminali sono caratterizzati in maniera molto marcata come in The Clan of the Fiery Cross, dove la madre di Chuck esclama: “quel Klan non è certo meglio dei nazisti!” (1946). Gli sceneggiatori stanno quindi paragonando i nazisti agli altri conflitti sociali, condannando così il Ku Klux Klan e gli altri cattivi mettendoli in relazione ai primi.

Senza la “consapevolezza nazionale che si stavano perseguendo veri criminali, inclusi coloro che propagandavano l’odio”, Stetson Kennedy non avrebbe mai avuto l’idea di dare le sue informazioni agli sceneggiatori delle Avventure di Superman (Kennedy 1954: 92 ed. orig.). L’avere usato un mezzo di comunicazione così giovanile è stato un colpo da maestro, perché, come Dubner e Levitt hanno affermato, “rivolgere la segretezza del Klan contro l’organizzazione stessa, mutando informazioni preziose in munizioni per lo sfottò” è stato il modo più efficace di erodere le sue fondamenta, un’affermazione confermata anche dalla stessa serie (Levitt & Dubner 2006: 65 ed. orig.). Probabilmente ispirati dalle azioni di Kennedy, gli sceneggiatori frammentarono il singolo centro di eroismo, creando poli eroici multipli molto distanti dal virtualmente invulnerabile Superman. Affermando costantemente che il Klan è una minaccia per tutti gli Americani, “che non portano i capelli nella stessa foggia di quelli del Klan” [frase gergale per intendere “che non si comportano come gli appartenenti al Klan”, N.d.T.], The Clan of the Fiery Cross sta perorando la causa corrispondente all’idea che ognuno abbia il dovere di combattere contro l’intolleranza, così da dimostrare il tipo di eroismo mostrato nella storia (1946). In effetti, gli sceneggiatori si stanno allontanando dalla gerarchia di eroismo che ci si aspetterebbe in una storia di Superman, verso una molteplicità di eroismi. Nonostante questi siano interconnessi, non sono rizomatici, nel senso che gli attribuirebbero Deleuze e Guattari, visto che le varie forme di eroismo mantengono “un’unità che faccia da perno nell’oggetto” (Deleuze e Guattari 2006: 40). Perché possano essere rizomatici ci dovrebbe essere vera pluralità, con molteplici forme non gerarchiche di eroismo. L’eroismo rizomatico sarebbe superiore, per Deleuze e Guattari, se non altro perché permetterebbe a una molteplicità di eroismi di coesistere come eguali, privi di ogni gerarchia persistente che ordina l’eroismo in base a principi binari. Queste narrazioni non riescono a fornire uno sviluppo tale, in quanto Superman rimane nella funzione di costante punto di unità, anche nelle ultime storie dove è l’unico personaggio in grado di compiere il finale e drammatico salvataggio.

Nonostante la continua presenza unificante di Superman, la creazione di centri multipli di eroismo ha avuto la funzione di far sembrare queste narrazioni più realistiche e di rendere l’emulazione più plausibile. Per quelli tra gli spettatori che non si sentivano in grado di emulare Superman, insicuri su come mettere in pratica la sua moralità, visto anche che i superpoteri che gli garantivano il trionfo erano frutto di fantasia ed erano impossibili da emulare, queste storie offrirono altri modelli di eroismo. Nel fare ciò, le Avventure di Superman, “divennero un programma con un messaggio” consistente nella cancellazione delle politiche del New Deal; in breve un programma di riforme progressiste (Van Home in Widner 2006). “Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza Jack Gould, il critico radiofonico del New York Times all’epoca dello spettacolo, colse un punto importante connesso a ciò quando affermò che “se Superman avesse avuto un briciolo dell’influenza che la critica gli attribuiva, allora il suo adottare uno stile di vita sarebbe stato visto come un augurio incoraggiante che trascendeva la radio stessa” (Gould 1946: 8). Mentre ciò è da intendersi come una sorta di confutazione della dottrina che la radio avesse un effetto negativo sui bambini, comunque mantiene un certo grado di pertinenza riguardo questo tema. La forma dell’avventura seriale, incluse le Avventure di Superman, venne criticata perché giudicata essere “piena di violenza, ricca di suspense e sovrastimolante”, fattori che alcuni critici ritennero dannosi per la crescita dei bambini (Frank 1952: 14). Jack Gould sta quindi volgendo questa argomentazione contro se stessa, affermando che la radio possa anche promuovere messaggi positivi. Il ragionamento di Gould conferma anche che i contemporanei della serie la vedevano come un mezzo per trasmettere idee a un pubblico.

Ulteriore conferma può essere trovata nella frase di un dirigente anonimo del Mutual Broadcasting Network, casa delle Avventure di Superman, che disse al New Republic nel 1947 che “questo tema della tolleranza è un buon affare. Gli psicologi ci dicono che stiamo piantando dei “pensieri in nuce” nelle menti dei bambini. Non avrà un grande effetto ora, ma lo avrà quando diventeranno adolescenti”, cosa che indica un forte sostegno alle Avventure di Superman come veicolo per il cambiamento sociale, anche se non immediato (Von Busack 1998). Stetson Kennedy reitera questo concetto quando riflette sull’impatto delle Avventure di Superman:

Dall’interno e dall’esterno del Klan è possibile osservare che una vittoria reale è stata conseguita. I banditi incappucciati non saranno più in grado di affrontare il pubblico americano con quella loro vecchia aria boriosa. Altrettanto importante è il fatto che io sappia che milioni di bambini che hanno ascoltato Superman non cresceranno per poi diventare uomini del Klan (1954: 94).

Mentre è comprensibile che Stetson Kennedy possa affermare ciò, visto il suo ruolo nel creare l’arco narrativo anti-Klan, è comunque notevolmente più importante che anche il dirigente anonimo sostenga “il punto di vista della tolleranza”, come lo chiamano le persone coinvolte nel programma (Von Busack 1998).

Da ciò possiamo desumere che i produttori dello spettacolo avessero intenzioni simili a Kennedy riguardo alle storie che hanno prodotto, promuovendo idee di tolleranza, esattamente come il dirigente intervistato nel 1947, un anno dopo l’inizio della produzione dei programmi presi in considerazione. Il fallimento dei tentativi del Klan di boicottare i cereali Kellogg’s, lo sponsor delle Avventure di Superman, nei negozi di Atlanta, il quartier generale del nuovo Klan riformato, indica che erano una forza notevolmente più debole nella primavera del 1946, quando “alcuni annunci sui giornali di Atlanta comunicavano che una grande celebrazione per la rinascita del Klan… si era tenuta allo Stone Mountain e che circa un migliaio di spettatori avevano partecipato allo spettacolo” (Wade 1987: 288-9). Tuttavia un indebolimento del Klan non può essere attribuito esclusivamente alle Avventure di Superman, visto che a quelle storie non corrisponde un improvviso declino nell’intolleranza della società statunitense. È anche possibile che questa esposizione del Klan lo abbia costretto a una modernizzazione, nel senso che sia solo sembrato indebolito e sia, invece, semplicemente cambiato nella sua natura. Al di là di qualsiasi fraintendimento di tal genere, queste storie puntano verso una crescente consapevolezza del potenziale propagandistico della cultura popolare e verso un tentativo di utilizzo per veicolare idee socialmente progressiste. Questi tentativi sono sostenuti da una crescente democratizzazione dell’eroismo che avviene e ha il suo culmine nelle rarefatte apparizioni di Superman nell’arco narrativo della serie Big George Latimer.

“Il suo più grande nemico? L’intolleranza!”, The Superman radio show nel 1946 – Parte seconda Superman In Evidenza C’è un’ulteriore dimensione di questa democratizzazione che dovrebbe essere presa in considerazione. Anche prima del 1946, nelle storie dei supereroi le minacce erano spesso universalizzate, tuttavia la risposta era esclusivo appannaggio del supereroe, indicando che una minaccia più grande contribuiva semplicemente alla costruzione dell’eroe, per far in modo che apparisse più eroico meramente perché aveva salvato un numero più ampio di persone. Ciò che rende queste serie radiofoniche di maggior interesse è il loro tentativo di universalizzare la minaccia e offrire una risposta eroica democratizzata a un problema della società allora contemporanea. Questo approccio è sintetizzato da Charles G. Bolte, presidente del Comitato dei Veterani Americani, nell’encomio ufficiale del gruppo alle Avventure di Superman durante la puntata Big George Latimer del 17 Settembre 1946, che informava gli ascoltatori che “c’è un altro tipo di guerra che sta avvenendo – una guerra in cui questa volta voi potete aiutarci”. Mentre erano esclusi dalla partecipazione attiva nella guerra precedente [ovviamente la Seconda Guerra Mondiale, N.d.T.] i giovani ascoltatori avevano ora un fronte nella guerra all’intolleranza. Se ciò non fosse stato abbastanza, l’annunciatore, nell’accettare l’encomio di Mr. Bolte, menzionava “i milioni di ragazzi e ragazze americane tra i nostri ascoltatori che mettono in pratica nelle loro vite quotidiane i principi che noi trasmettiamo”, confermando ancora che i produttori dello spettacolo erano consci del suo ruolo nell’aiutare a formare i valori ed erano favorevoli a incoraggiare gli ascoltatori nel fare propri i loro messaggi positivi sulla tolleranza.

In breve, le Avventure di Superman iniziano a spiegare molteplici centri di eroismo, così da diffondere le loro idee socialmente progressiste in maniera più efficace. Mentre il grado di successo di uno sforzo del genere è difficile da misurare, il fatto che l’“anonimo dirigente” continui a sostenere che il punto di vista della tolleranza sia meritevole di essere promosso indica che gli spettatori non stavano di certo diminuendo. Tuttavia, che quegli spettatori stessero assorbendo i valori che erano promossi è, comunque, difficile da provare. Ciò che può essere più chiaramente accertato è che le Avventure di Superman sostenessero deliberatamente idee socialmente progressiste e cercassero di posizionarsi come partecipanti essenziali alla promozione della tolleranza. Visto che i supereroi sono stati sfruttati in maniera fortemente conservatrice nella guerra al terrore dopo l’11 settembre, vale la pena ricordare che non sono sempre stati impiegati per fini conservatori. Come dimostrano le storie ivi prese in considerazione, il Verità, Giustizia e stile di vita americano di Superman non è sempre stato interpretato come una chiamata a difendere il reame e a punire i trasgressori. Al contrario le Avventure di Superman sono maggiormente interessate alla giustizia sociale, alle riforme e a negoziare un nuovo, inclusivo, “stile di vita americano” piuttosto che a rappresentare la punizione, una differenza notevole tra gli USA post Seconda Guerra Mondiale e quelli post 11 settembre.

Episodi radiofonici
The Hate Mongers’ Organization, Adventures of Superman, Mutual Broadcast Network, Aprile-Maggio 1946.
The Clan of the Fiery Cross, Adventures of Superman, Mutual Broadcast Network, 18 Giugno 1946.
Big George Latimer, Adventures of Superman, Mutual Broadcast Network, 3 Settembre 1946.
Big George Latimer, Crooked Political Boss, Adventures of Superman, Mutual Broadcast Network, 10 Settembre 1946.

Nota dell’autore: tutti i riferimenti alla serie radiofonica delle Avventure di Superman sono presi da un DVD che contiene tutte le puntate dal 1940 al 1951 in formato mp3, acquistato attraverso eBay nel 2007. Si presume che il materiale sia privo di copyright e di pubblico dominio. Il sito del venditore www.classicotr.com era non disponibile quando l’articolo fu pubblicato.

Bibliografia

Brooker, W. (2005) Batman Unmasked; Analyzing a Cultural Icon, London/New York, Continuum.
Deleuze, G. e Guattari, F. (2006) Millepiani; Capitalismo e Schizofrenia, Roma, Castelvecchi.
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Kennedy, S. (1954) I Rode With the Ku Klux Klan, London: Arco. In italiano Kennedy, S. (2010) Sono stato nel Ku Klux Klan, in a cura di Nencini, F. (2010) Storia del Ku Klux Klan, Bologna, Odoya.
Levitt, S. D. and Dubner, S.J. (2006) Freakonomics; A Rogue Economist Explores the Hidden Side of Everything, St. Ives, Penguin.
Ed. italiana Levitt, S. D. e Dubner, S.J. (2006) Freakonomics. Il calcolo dell’incalcolabile, Milano, Sperling & Kupfer Editori.
Office of War Information Manual for the Motion Picture Industry (1942) They Got the Blame, Fact Sheet Number 5, http://www.libraries.iub.edu/index.php?pageId=3301, consultato il 1 Aprile, 2008.
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Von Busack, R. (1998) “Superman versus the KKK” in Metro, July 2-8, http://www.metroactive.com/papers/metro/07.02.98/comics-9826.html, consultato il 4 Aprile, 2008.
Wade, W.C. (1987) The Fiery Cross: The Ku Klux Klan in America, New York, Simon & Schuster.
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English version here: “His greatest enemy ? intolerance!” The Superman radio show in 1946 – Second part
Traduzione di Riccardo Melito.

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