Magazine Opinioni

Il suonatore Jones

Da Loredana V. @lorysmart

violinoLa terra emana una vibrazione
là nel tuo cuore, e quello sei tu.

E se la gente scopre che sai suonare,
ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita.
Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio?
O un prato da attraversare per arrivare al fiume?
Il vento è nel granturco; tu ti freghi le mani
per i buoi ora pronti per il mercato;
oppure senti il fruscio delle gonne.
Come le ragazze quando ballano nel Boschetto.
Per Cooney Potter una colonna di polvere
o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità;
Per me somigliavano a Sammy Testarossa
che danzava al motivo di Toor-a-Loor.
Come potevo coltivare i miei quaranta acri
per non parlare di acquistarne altri, 
con una ridda di corni, fagotti e ottavini
agitata nella mia testa da corvi e pettirossi
e il cigolìo di un mulino a vento – solo questo?
E io non iniziai mai ad arare in vita mia
senza che qualcuno si fermasse per strada
e mi portasse via per un ballo o un picnic.
Finii con quaranta acri;
finii con una viola rotta – 
e una risata spezzata, e mille ricordi, 
e nemmeno un rimpianto.

(Edgar Lee Master – Il violinista Jones – Antologia di Spoon River)


Archiviato in:antologia, Musica, poesia, Senza categoria Tagged: Antologia di Spoon River J, Edgar Lee Master, fabrizio de andré, Il suonatore Jones, Il violinista Jones

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :