Il (super) day-after da Folle di corsa
Creato il 14 dicembre 2014 da Paolo
@folledicorsa
E VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI ? Fine. Così terminano quasi tutte le fiabe. Oppure è la conclusione sottintesa in molti film di supereroi. Ecco la vittoria del buono che, dopo un epico scontro dall'esito incerto, riesce a sconfiggere il cattivo, riportare la pace, salvare il mondo e poi ... titoli di coda.Cerca ora di immaginare cosa potrebbero nascondere quelle scritte che scivolano via lontano dallo schermo.Ciò che succede dovrebbe essere molto simile a quanto accade, almeno per il sottoscritto, il giorno dopo di una corsa, soprattutto se strana e folkloristica come quelle presenti su Folle di corsa.ESAGERO. FORSE. Visualizziamo nella nostra mente il probabile day-after, in due scene parallele. Supereroe da una parte, io (per Folle di corsa e in nome degli altri runners) dall'altra.Medesimo scenario. Marciapiede all'incrocio di due strade cittadine trafficate. Una mattinata un po' grigia. Non troppo presto.Nello strombazzare delle auto, dei motorini, degli autobus, nel via-vai dei lavoratori, studenti e turisti, alcune persone aspettano nervosamente il verde per aggredire le strisce pedonali. Ed ecco entrare i due protagonisti in questione.Strascicano i piedi fin quasi ad inciampare, hanno una andatura goffa, pesante. Ogni tanto si lasciano andare in qualche smorfia di dolore.Dismessi quei panni che dovrebbero farli immediatamente riconoscere per chi sono (o, almeno, per cosa vorrebbero essere), essi sono in incognito. Normali tra i normali. E attendono anche loro. Un poco più distante dagli altri, con lo sguardo assente. Perso nel rosso luminoso dell'omino immobile dall'altro lato della strada, che si teletrasporta diventando verde.I due soggetti dai noi osservati si risvegliano bruscamente, iniziando ad attraversare solo perché i pedoni davanti a loro scattano sulla zebratura. E da dietro incalzano. Anche un bradipo sarebbe più veloce. Un ubriaco riuscirebbe a mantenere un'andatura più sicura, elegante, dritta.Sorpassati da una donna in carriera al cellulare, i due ricevono la stessa identica occhiataccia, inequivocabile nel proprio solo e unico significato. Drogato.SIGNORA MIA, non sono un drogato. Sebbene ieri io sia riuscito ad impormi su quello là, egli mi ha tartassato per benino. Pensa il supereroe.Signora mia, non sono un drogato. Sebbene ieri io sia riuscito ad impormi su quella gara là, mi ha tartassato per benino. Pensa il mio alter ego.Mi dispiace di non essere scattato al verde. Un po' il mio fisico non me lo consente ancora, un po' (devo ammetterlo) la mia mente era altrove. Rivivevo ieri. Tutte le sue sofferenze, tutti i suoi bei momenti. Sull'istante non li gusti appieno, ma poi, piano piano, inizi a realizzare.Sì, signora mia, e vado fiero anche di questi dolori. Certo, mi piacerebbe gridare al mondo cosa ho fatto, ricevere applausi, strette di mano, complimenti ... eppure è così che deve andare. Vivo con gioia questa sofferenza, nell'anonimato che rifugge l'incensazione. E so che avrei dovuto essere più pronto degli altri nel fisico e nella mente, visto quello che sono, quello che faccio. Ma signora mia, non posso controllare tutto, prevedere tutto. Quindi abbia pietà di me. Ciò che provo vuole dire che posso migliorare ancora ...IL SEGUITO, COME SEMPRE Perché c'è sempre un secondo capitolo nei film del genere supereroi. Il cattivo ritorna, per vendicarsi.Già, come il gradino del marciapiede subito dopo una cronoscalinata. Oppure come una macchina insabbiata dopo un'eternità a spingere botti. O l'auto parcheggiata a centinaia di metri dopo aver macinato Km e Km di corsa.Ecco perché bisogna reagire. Mai farsi beccare impreparati, seduti sugli allori. Aspettarsi una nuova nemesi, un vecchio rivale, una prossima sfida, una nuova corsa. Prepararsi, senza mai arrendersi. Mettere subito le scarpe ai piedi e correre, senza mai fermarsi.Sì, Paolo, perché oggi non devi finire stravacato davanti al computer. A scrivere un nuovo post su Folle di corsa.
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