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Yellowstone è il più antico parco nazionale del mondo. Il parco è celebre per i numerosi geyser, le sorgenti calde e altre interessanti zone geotermiche (sorgenti termali ravvivate da coloratissime colonie di batteri e alghe termofile) ed inoltre per essere popolato da orsi grizzly, lupi, bisonti e alci, ma soprattutto per il Supervulcano che si nasconderebbe sotto il Parco di Yellowstone. La caldera di Yellowstone è un elemento di tipo vulcanico che si trova sotto il parco nazionale di Yellowstone, situata a nord-ovest del Wyoming dove si trova la maggior parte dell'area del parco. Le misure della zona considerata vulcanica sono grandissime: 55 per 72 chilometri di estensione. La caldera è anche meglio conosciuta come il supervulcano di Yellowstone, dopo che un documentario della BBC le attribuì questo nome. Yellowstone, come le Hawaii, si pensa si trovi al di sopra di una vasta area che in geologia viene denominata punto caldo, in cui lo strato di roccia fusa sottostante la crosta terrestre tende a uscire in superficie, molto similmente all'attività dei vulcani veri e propri. Si attribuisce a questo "supervulcano" la causa della formazione dello Snake River Plain, una sorta di canyon situato tra gli stati del Wyoming, dell'Idaho e dell'Oregon. Nel corso di 17 milioni di anni la caldera ha generato una successione di violente eruzioni e colate di lava basaltica che hanno dato vita alla parte orientale dello Snake River Plain, almeno una dozzina di queste eruzioni furono talmente violente da essere considerate supereruzioni; in realtà il supervulcano non è formato da una sola caldera, ma da più caldere vicine tra di loro. La più antica di queste è quella a cavallo tra McDermitt, Nevada e Oregon, progressivamente si vanno estendendo alcune caldere di più recente formazione, e comprendono parte del Nevada, dell'Oregon e l'area orientale dello Snake River Plain, per terminare nello Yellowstone Plateau, di queste, la caldera Bruneau-Jarbidge, nel sud dell'Idaho, si è formata tra i 10 e i 12 milioni di anni fa. L'eruzione che ne determinò la nascita uccise un altissimo numero di rinoceronti e altri animali che oggigiorno si trovano nell'area protetta di Ashfall Fossil Beds, a nord-est del Nebraska. Da allora si conta che almeno altre 142 eruzioni (con la conseguente formazione di altre caldere) siano avvenute nella zona di Yellowstone. Questo sistema ha prodotto alcune delle più grandi eruzioni vulcaniche della storia della Terra, così grandi che gli scienziati li chiamano supervulcani. Una di queste eruzioni ha prodotto una caldera di circa 50-70 chilometri di estensione, e se tutto questo dovesse preoccuparvi, c’è da dire che le tre più grandi eruzioni avvenute nell’area del parco di Yellowstone sono avvenute 2,1 milioni, 1,3 milioni e 640.000 anni fa, per cui potrebbero anche trascorrere centinaia o addirittura migliaia di anni prima di una nuova esplosione. Inoltre gli scienziati che monitorano l’attività attuale di Yellowstone, affermano che non sta accadendo nulla di insolito per infondere preoccupazione. I ricercatori sono convinti che una gigantesca eruzione sarebbe preceduta da segnali precursori importanti, tali da favorire eventuali evacuazioni di massa. Le eruzioni si identificano con una scala che ne descrive il grado di esplosività, l’altezza dei pennacchi e la durata. Questa scala varia da zero a otto, e naturalmente il supervulcano di Yellowstone è classificato come il più pericoloso al mondo. Solo qualche decina di eruzioni in tutta la storia della Terra sono note per avere avuto VEI pari a 8, e due di queste eruzioni si sono verificate proprio nel parco di Yellowstone: l’eruzione di Lava Creek (640.000 anni fa) e l’eruzione di Ridge Huckleberry (2,2 milioni di anni fa). L’osservatorio incaricato del monitoraggio segue le temperature dell’attività sismica, le deformazioni del suolo e il deflusso dell’area. L’eruzione vulcanica più recente in assoluto a Yellowstone è avvenuta circa 70.000 anni fa, producendo delle colate laviche dal Plateau Pitchstone, le colate di lava di questa eruzione coprirono un’area delle dimensioni di Washington DC, e risultarono spesse sino a 100 metri. I geofisici americani del Geological Survey che hanno condotto uno studio pubblicato sulla rivista "Nature" sono preoccupati per l´aumento delle attività del supervulcano sotterraneo nel parco di Yellowstone, potenzialmente in grado di provocare una violentissima eruzione che distruggerebbe ettari di natura incontaminata e la vita su una superficie di centinaia di chilometri quadrati. Il materiale proiettato nell'atmosfera dal Saint Helens nel 1980 sarebbe circa un millesimo di quello di una futura esplosione di Yellowstone. Lo studio degli scienziati del Geological Survey sostiene che una parte della caldera di Yellowstone, una gigantesca depressione causata da una passata esplosione vulcanica, è cresciuta di circa 13 centimetri tra il 1997 e il 2003. Se Yellowstone esplodesse, come prevede il Centro Ricerche di Londra, per il mondo intero vorrebbe dire una sola cosa, entrare in una sorta di inverno nucleare. Eruttando, secondo il Professor McGuire, il supervulcano getterebbe nell'atmosfera chilometri cubi di roccia, cenere, polveri, materiale sulfureo. Una massa di sostanze che farebbe rimbalzare le radiazioni solari in arrivo sul pianeta facendo così sensibilmente abbassare la temperatura della superficie terrestre. Quando un supervulcano erutta produce energia pari all'impatto con una cometa o un asteroide, per quanto, forse, sia possibile tentare di evitare un asteroide, ma niente può essere fatto con un supervulcano. Alcuni scienziati sostengono che, circa 75.000 anni fa, l'ultima eruzione vulcanica davvero colossale sulla Terra giunse quasi a spazzare via dal pianeta tutti gli esseri viventi, compresi gli umani. L'eruzione si verificò quando esplose il vulcano Toba in Indonesia. Alcuni esperti temono che in un futuro non troppo distante il supervulcano, situato sotto il Parco Nazionale di Yellowstone, potrebbe eruttare e riportare l'umanità sull'orlo della estinzione. Non molti sanno inoltre che direttamente sopra il supervulcano dello Yellowstone, poggia un immenso giacimento di uranio, quindi una sua eruzione provocherebbe un fenomeno noto agli scienziati con il nome tecnico di fallout o ricaduta di ceneri radioattive. La scoperta è stata avvalorata dagli studi dei ricercatori statunitensi Robert Smith e Lee Siegel dell’Università dello Utah. Secondo gli studi uno scenario, di per sé già apocalittico, verrebbe ulteriormente peggiorato, dalla ricaduta di almeno dieci-quindici centimetri di cenere radioattiva, che dopo aver reso l’aria irrespirabile, creerebbe uno schermo per la luce solare, con il conseguente abbassamento delle temperature. A causa degli effetti devastanti su grande scala, provocati da questo immenso vulcano, i raccolti dell’emisfero settentrionale del pianeta andrebbero irrimediabilmente persi, le scorte alimentari inizierebbero a scarseggiare e regnerebbe l’oscurità. Per quanto possa sembrare strano, lo Yellowstone è già stato responsabile di almeno cento grandi eruzioni, ed è stato accertato che almeno tre di queste, hanno influito significamene sull’ecosistema planetario. I grandi cambiamenti che gli uomini e il loro comportamento possono provocare al clima sono niente, o comunque piccola cosa, rispetto alle rivoluzioni che la natura ha in serbo. È quello che s'evince dallo sconvolgente rapporto degli scienziati inglesi - riportato dalla BBC - sulla probabile eruzione di uno dei supervulcani monitorati sulla terra, quello nel parco di Yellowstone in America: la storia geologica certifica che il mega vulcano erutta circa ogni 600.000 anni e l'ultima eruzione risale, appunto, a 640 mila anni fa. Vuol dire che questa volta l'abbiamo passata liscia? No, vuol dire solo che è in ritardo: la prossima esplosione, secondo quegli scienziati inglesi, è prevista entro il 2074 e negli ultimi anni le scosse sismiche si sono via via intensificate e la bolla che sovrasta la caldera si è gonfiata, al punto che il lago di Yellowstone ha inondato luoghi prima all'asciutto. Le conseguenze, inutile dirlo, sarebbero di enorme portata, soprattutto sul clima. “Quando un supervulcano erutta - dice il professor Bill McGuire del centro ricerche sui rischi naturali dell'università di Londra - produce energia pari all'impatto con una cometa o un asteroide. Forse è possibile tentare di evitare un asteroide, ma niente può essere fatto con un supervulcano. Ma cos'è un supervulcano? Intanto non è a forma di montagna, come siamo abituati a immaginare, ma è una depressione, un'enorme cratere collassato sotto terra e per questo anche molto difficile da individuare. Il supervulcano di Yellowstone è lungo 70 chilometri, largo 30 e si trova 8 chilometri sotto la crosta terrestre: una grande bolla di magma e roccia fusa pronta a saltare in aria. Ma altri sono stati individuati sul pianeta: uno, per esempio, si trova in California, si chiama Pacific Rim, un altro - dicono gli inglesi - è vicino a Napoli, ed è chiamato Phlegraean Fields Campi Flegrei.” Se Yellowstone esplodesse, come prevede il Centro Ricerche di Londra, per il mondo intero vorrebbe dire una sola cosa, entrare in una sorta di inverno nucleare. Eruttando, spiega ancora il professor McGuire, il supervulcano getterebbe nell'atmosfera chilometri cubi di roccia, cenere, polveri, materiale sulfureo. Una massa di sostanze che farebbe rimbalzare le radiazioni solari in arrivo sul pianeta facendo così sensibilmente abbassare la temperatura della superficie terrestre. Le ricerche geologiche dicono che l'eruzione di 74 mila anni fa del Toba, in Sumatra, provocò un raffreddamento del clima di quasi cinque gradi Celsius, tanto per modificare e/o estinguere intere specie animali. La catastrofe potrebbe essere imminente e riportare l'umanità sull'orlo della estinzione. Di Federico Bellini
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