C’è una striscia di terra, bagnata dal mare e stretta in 370 km quadrati, con una delle più alte densità di popolazione, composta quasi per la metà da bambini. In questa striscia di terra super affollata chi spara ad un mitra sa che nove proiettili su dieci colpiranno sicuramente altrettanti civili, mentre solo il decimo molto probabilmente raggiungerà l’obiettivo. C’è una striscia di terra che è passata da una mano all’altra senza propositi di offerta, come una lampada magica contesa tra più uomini, e che anziché far uscire un genio del bene, caccia fuori demoni del male. C’è una striscia di terra tanto sottile che il resto del mondo la ignora, mentre chi ci vive si fa la guerra. Questa striscia di terra è la Striscia di Gaza. Si tratta di un territorio che in epoca antica fu culla della civiltà greca e poi con la penetrazione araba importante centro musulmano. Centrale e prospero com’era, fu conteso tra più popoli, Saraceni e crociati, Turchi e poi Britannici fino a diventare possedimento egiziano. Nel 1967 Israele sferrò un attacco improvviso impossessandosene dopo una guerra di sei giorni. Nel 1993 l’OLP con gli accordi di Oslo sancì il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia e il diritto palestinese all’autogoverno in tale area. Solo nel 2005 però il primo ministro israeliano, Ariel Sharon decise di ritirare le basi militari e le comunità ebraiche insediate a Gaza, scelta che comunque recò forti disagi alla popolazione sradicata. La Striscia andò ad un’autorità palestinese governata da al-Fatah e unita in Cisgiordania. Ecco però che nel 2006 subentrò una situazione nuova: il movimento sunnita Hamas prese piede a Gaza entrando in conflitto con il partito palestinese fino ad allora dominante ( al –Fatàh) e con Israele, minacciata di essere espugnata al fine di creare un unico stato islamico palestinese. Il conflitto ha provocato una spaccatura tra Gaza e la Cisgiordania palestinese che non riconosceva il dominio del partito di Hamas e l’offensiva di Israele che ha intensificato gli attacchi contro Gaza e con cemento e filo spinato ha isolato la striscia e ostacolato il rifornimento di armi, generi alimentari , medicinali e aiuti umanitari. Hamas ha ovviato in passato costruendo passaggi sotterranei verso l’Egitto e ottenendo l’aiuto dell’Iran. Ma attualmente che l’Egitto ha bloccato il contrabbando sul proprio territorio ed anche l’Iran ha allentato i contatti con Hamas, la situazione è diventata più difficile. Forte di questa situazione Israele sta incentivando gli attacchi contro Gaza fino a metterla alle strette, ma Hamas che dal suo canto non molla, ha escogitato di far leva sul partito d’opposizione egiziano affinché rovesci il governo in carica e ne organizzi un altro, alleato contro Israele.
Il Taccuino torna Lunedì 1 Settembre alle 15 con un nuovissimo post. Marilea.