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Il tafazzismo di Monti

Creato il 05 dicembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Il tafazzismo di Monti

C’è una precisazione da fare riguardo al titolo: il tafazzismo è sì di Monti, ma la bottigliata non colpisce l’istituzional inguine del professore, colpisce quello italico.

Prima di lanciarci in commenti più o meno distruttivi (e ci lanceremo,aah se ci lanceremo..!) vediamo in cosa consiste, per sommi capi, la manovra correttiva illustrata oggi da Monti e parte dell’esecutivo.

Come prevedibile, la nota più dolente riguarda le pensioni. Abolizione delle finestre mobili (tali periodi diverranno parte integrante dell’età effettiva di pensionamento), anticipazione dell’età di vecchiaia per le donne nel privato (62 a partire dal 2012 fino ad arrivare a 66 nel 2018) , si potrà andare in pensione anticipatamente solo nel caso in cui si sia maturata un’anzianità contributiva pari a 42 anni e un mese per il 2012, 42 anni e due mesi per il 2013, 42 anni e tre mesi per il 2014. La penalizzazione per chi optasse per la pensione anticipata rispetto ai 63 anni di età è del 3% della quota per ogni anno di anticipo. Dovrebbero inoltre aumentare le aliquote contributive degli autonomi di 1-2 punti percentuali.

Ritorna l’ici sulla prima casa, seppur sotto mentite spoglie. Si parla di imposta municipale unica, l’aliquota ordinaria è dello 0,4%.

È previsto un aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 23% dal primo settembre 2012 qualora si rivelasse necessario (e potete star certi che si rivelerà).

Si intravede un qualche barlume anche nella lotta all’evasione ed al riciclaggio di denaro: abbassata la soglia della tracciabilità a mille euro.

Aumentano, come prevedibile, le accise sui carburanti, aumenti che secondo le stime di quotidianoenergia.it porteranno ad un aumento dei prezzi al consumo di somme attorno ai 10 centesimi per benzina e gasolio.

Altri provvedimenti rilevanti (tra il populismo e l’effettiva necessità) sono: tagli alle regioni per circa 3 miliardi nel 2012 ed altri 3 miliardi ai comuni tra 2012 e 2013; riduzioni autorità varie, tassa dell’1,5% sui capitali scudati, tasse su auto di lusso e così via.

Dunque, partiamo dall’inizio. A che serve questa manovra? L’Italia deve raggiungere il pareggio di bilancio e deve pagare gli interessi sui titoli di Stato, ergo ha bisogno di soldi. Non potendo stampare moneta (siamo nel modernissimo Euro, zero sovranità monetaria) l’unica strada da percorrere è quella di tassare i cittadini.

Lacrime e sangue, sacrifici ora ma almeno si sistemano le cose, direte voi. Assolutamente no. Una manovra di questo genere, (peraltro l’unica possibile,ma ciò non cambia il risultato) porta liquidità nelle casse dello Stato in modo da farlo sopravvivere nell’immediato, ma ne priva i cittadini. Priva inoltre di risorse la parte dei consumatori più propensa a spendere, crolla la domanda, ciao ciao alla crescita. Recessione alle porte quindi, alla faccia di chi continua a blaterare di crescita qui, crescita là.

Recessione, cittadini più poveri, calano i consumi, si abbassa il gettito fiscale futuro. Che si fa? Lo Stato deve pagare altri interessi e continuare a raggiungere il pareggio di bilancio: altri tagli, altre tasse, altra povertà. Si inaugura un circolo vizioso che ci porterà dritti dritti alla fame

Sottrarre liquidità ad un sistema economico in crisi è come dare meno ossigeno del necessario ad un paziente perché la bombola sta finendo. La bombola non finisce, ma il paziente muore.


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