Girando tra gli scaffali della
libreria per l’ultima uscita del tuo autore preferito che devi assolutamente
leggere, ti accorgi d’improvviso come ogni giorno spuntino nuovi romanzi, nuove
copertine, nuovi nomi di autori che fino al giorno prima non esistevano. E a
malincuore, dialogando con chi di dovere, ti rendi conto di come la maggior
parte di quello che hai intorno sia semplicemente spazzatura. Sorge spontanea
la domanda: la libreria non dovrebbe essere il santuario dei libri, della mente
di poeti e scrittori abili nel giocare con le parole, nel suscitare emozioni,
nell'intrigare con intrecci variegati, di storie visionarie e rivelatrici?(Giusto per fare un esempio, l’altro giorno sono andato alla posta per inviare un libro e, aspettando il turno, ho deciso di fare un giro nel negozio interno e… *rullo di tamburi*, cosa vedo? Il nuovo libro fiabesco di Benedetta Parodi.. Ok,anche io posso pubblicare un libro allora.) La
verità è che ormai tutti possono scrivere, sentirsi scrittori non appena
macchiato il primo foglio di carta bianca, pubblicare il proprio manoscritto
con o senza il filtro di una casa editrice.
Una delle piaghe dell’editoria
italiana, e purtroppo non è l’unica, è l’editoria a pagamento: non devi essere
bravo, la tua storia non deve essere originale, possono anche essere presenti
“orrori” di grammatica e di punteggiatura.. Hai i soldi? Bene, benvenuto a
bordo giovane nuovo scrittore, il tuo sogno si è realizzato! Illusione? Niente
affatto. Basta semplicemente aprire il portafogli e sborsare una “piccola”
somma.. al resto pensiamo noi! E ti assicuriamo che la somma che ti chiediamo è
niente in confronto al successo che avrai, alla pubblicità che faremo al
capolavoro che hai scritto, sei un talento, sei la rivelazione della
letteratura! (Ogni scrittore sognerebbe queste parole ma cerchiamo di stare con
i piedi per terra). Purtroppo molti sono finiti nel mirino delle case editrici
a pagamento, chi per inesperienza, chi perché preso dalla frenesia di
pubblicare il libro appena finito, chi perché non ascoltato dalle grandi case
editrici, chi semplicemente perché rifiutato più volte. L’editoria a pagamento è l’oasi nel deserto,
la scialuppa di salvataggio durante una tempesta, il forziere ritrovato su
un’isola deserta. Ma a che prezzo? Molti
esordienti che hanno pubblicato con questo sistema hanno sborsato somme ingenti
per poco più di cento pagine, senza codice ISBN, senza bollino SIAE, mai
distribuiti e spesso perfino mai visti! E molto spesso viene pubblicata la
bozza che avete inviato senza che sia letta, corretta, sistemata, esaminata
frase per frase.
Dove sta il lavoro di editing? Ma a che vale fare una
scrematura tra i manoscritti pervenuti se l’importante è semplicemente
guadagnare? Che cosa vuol dire quindi
editoria a pagamento? Vuol dire che un libro viene pubblicato con un contributo
in denaro dell’autore, che può essere anche versato in forma di copie comprate.
Cioè, io ti do (per esempio) 1000 euro, o
mi compro 200 copie e tu, editore, me lo pubblichi, tu editore mi prometti un editing, una distribuzione capillare, una
promozione sui giornali, salvo poi ritrovarmi o con un portafogli più leggero
di parecchi euro o con una casa piena di libri che non hanno nessun valore, se
non affettivo... Ho scoperto che esiste una associazione, la NOEAP (No editoria
a pagamento) che cerca di informare gli aspiranti scrittori e mettere in luce
tutti questi (e altri) aspetti negativi... ovviamente ognuno è libero di
scegliere quale strada intraprendere! Scrivono quelli della NOEAP: “Dire NO
ALL’EDITORIA A PAGAMENTO è dire No a un’idea di casa editrice completamente
sbagliata che specula sulle aspirazioni di tante persone; offrire
l’informazione necessaria per mettere chiunque lo voglia in condizione di
scegliere, in totale consapevolezza, che strada percorrere senza brutte
sorprese. Soprattutto è dire NO AL MERCATO DEI SOGNI ALTRUI”
Ho deciso di chiedere anche l’opinione
di un autore, Maurizio Reginella:
“Ogni delusione è figlia di un’illusione. E
nell’inseguire i propri sogni, ci trinceriamo nelle illusioni, ci asserragliamo
nella speranza, divenendo preda facile per gli sciacalli. Non è forse del tutto
errato paragonare l’editoria a pagamento, ad un branco di sciacalli, per quanto
duro possa sembrare il termine. Ho avuto a che fare con l’editoria a pagamento
e, forse, parlo per esperienza. Scrivere un romanzo, lasciarlo lievitare in un
cassetto assieme alle più recondite speranze, ai nostri più intimi sogni di
scrittori senza fama, e trascinarsi tutto dietro, in silenzio e per anni,
significa inevitabilmente illudersi. Accarezzare la speranza che quel romanzo
un giorno possa diventare un best seller è un gran
bel sogno, dal quale certo io non sono immune. L’editoria a pagamento nasce e
si fortifica prosperando
proprio sul momento di maggior debolezza di uno scrittore. Così hai terminato
il tuo romanzo. Lo hai fatto leggere al tuo amico più stretto, a qualche
parente, e tutti ti hanno incitato ad andare avanti. Nel momento in cui decidi
di cercare case editrici su internet, poi, ti si apre un baratro davanti, un
mondo che non sospettavi nemmeno, e che somiglierà un po’ al paese dei
balocchi. Le case editrici più grandi (forse) raccoglieranno il tuo manoscritto
con la premessa di darti una risposta entro sei mesi. In caso di rifiuto, il
silenzio sarà l’unica risposta che riceverai, e sarà quanto mai eloquente. Riceverai
però risposta da un’infinità di case editrici che ti diranno di aver trovato in
te la rivelazione su cui stavano da tempo puntando. Caspita! Mai parole furono
tanto benvenute per le tue speranzose (e tristemente illuse) orecchie. Ti
spiegheranno poi che, essendo un
piccolo gruppo editoriale, hanno però bisogno
di un sostegno. E parliamo di cifre ragguardevoli, che
possono andare dai mille ai ventuno mila euro che qualche galantuomo ha chiesto
a me nel lontano 2008. In cambio loro ti daranno una spinta verso il successo.
Bello, brutto, interessante o orrendo, che importa? Il loro guadagno starà nel
vendere le copie che comprerai tu, non nel raggiungere i lettori in cerca di
novità in libreria, anche perché, il tuo beneamato romanzo, in libreria non ci
arriverà mai. Scrivere è un mestiere, e ci vuole abilità per farlo. Vendere
libri pure e spesso, seppur parallele, le due strade hanno orizzonti
diametralmente opposti.”
Sia comunque ben chiaro che probabilmente non tutti gli autori a pagamento sono degli
incapaci e che non tutti i contributi economici chiesti dagli
editori siano finalizzati sempre e comunque ad arricchirsi o siano mirati a
raggirare degli sprovveduti esordienti, perché ci sono delle eccezioni.Ma certo è che, come ha dichiarato
il sociologo Leo Palmisano, "in Italia si pubblica tanta merda".
Se vuoi foste degli scrittori sareste disposti a pubblicare il vostro libro anche se a pagamento? Che ne pensate di questo sistema?