"Guarda Luca! Ora sì che abbiamo il nostro angolo salotto!" Sabrina è al settimo cielo, felice come non mai.
Rimango sulla porta, immobile con una espressione che sa di vuoto. Guardo il tappeto, ben sapendo che sarà dura conviverci, soprattutto perché Sabrina ha certe manie tutte femminili che speravo proprio non si manifestassero.
Il tappeto. L'angolo salotto. Sono giusto, giusto quei due secondi che mi separano dal sorriso e dal terrore. “Qua sopra ci si viene scalzi!”, dice Sabrina indicando con orgoglio il tappeto in cotone appena steso davanti al divano. “Ci si toglie le ciabatte e ci si cammina scalzi! Poi ci possiamo anche sedere sopra, per terra!” Sabrina continua la descrizione con il suo fare gioioso, come quando una bambina riceve la sua bambola del cuore per Natale. “Luca vatti a cambiare, che mi dai una mano a sistemare il tavolino sopra al tappeto!” Sabrina è già scalza, con ai piedi un paio di calzettoni morbidi e pelosetti, come dice lei, già pronta. Se ne sta lì, con i pugni chiusi appoggiati ai fianchi, la schiena dritta e le gambe leggermente divaricate. Una posa, che al momento mi ha ricordato un certo personaggio di Predappio, se non fosse per il viso che è decisamente più dolce.
Ancora non ho composto una frase di senso compiuto, mi sono limitato ad emettere dei monosillabi del tipo “Ah! Ok! Sì! Umh!” Raggiungo la camera con ancora impressa nella mente Sabrina in quella posizione di comando e, mentre mi sfilo il maglione dalla testa, incomincio a ridere. Prima tra i denti, poi scoppio in una fragorosa risata per poi buttarmi sul letto con la faccia nel cuscino per soffocare le risate che in quel momento erano da lacrime agli occhi. “Ma cosa fai! Cosa hai da ridere?” Sabrina è piombata in camera come una furia. “Allora cosa c'è da ridere?” Sabrina è ancora lì, sulla porta in quella posizione di comando con i pugni sui fianchi così premuti e stizziti che sembra ancora più autoritaria. Io la guardo e continuo a sghignazzare sempre più forte.
“Allora? Mi dai una mano, sì o no?!”
Asciugandomi le lacrime provo a risponderle “Arrivo, arrivo...” Ma quello che esce dalla mia bocca non deve essere qualche cosa di chiaro, tant'è che Sabrina mi raggiunge ed inizia a tirarmi per la maglietta ed inizia a diventare tutta seria, imbronciata. “Ma si può sapere che cos'hai?” Mi chiede con tono severo. “Cos'hai da ridere! Me la dai una mano o no?” Certo, le dico io. Mi alzo e mi infilo le ciabatte ai piedi (primo errore). Quando alzo lo sguardo è ancora lì in posa, fiera ed impettita. Ed io cosa faccio? Mi piego a metà ancora dal ridere!
“Allora, mi vuoi spiegare cosa c'è? Cosa ti fa tanto ridere?” Il tono di Sabrina è fermo e veramente esasperato. Cerco di riprendermi, ma appena la riguardo in viso e...., non ce la faccio proprio, è più forte di me.
Le passo davanti senza guardarla e vado verso il divano, prendo il tavolino e lo appoggio dove penso sia più consono, ma Sabrina appare nuovamente sulla porta. Pugni chiusi sui fianchi, schiena dritta e petto in fuori e lancia un urlo “No! Cosa hai fatto! Hai sbagliato tutto! LE CIABATTE SUL TAPPETO!!!!!”
Quanto è dolce Sabrina quando perde la pazienza...... “TI AVEVO DETTO CHE CI SI VA SCALZI!!!!!!”
Ma....Amore.... come si fa poi ad andare in terrazza?!” Le domando io, mostrandole tutto il mio dispiacere.
“Ci si toglie le ciabatte, le si tiene in mano e poi ce le si rimette!” mi risponde lei come se fosse la cosa più logica del mondo.
“Perché non mettiamo addirittura un ponte levatoio?” le propongo io.
“Intanto vieni via da lì!”. Sabrina si procura uno straccetto umido, si inginocchia sul tappeto ed inizia a pulire dove io ho appoggiato le mie “zozze” ciabattacce maledette. “Qui, il tavolino va qui!” Sabrina sposta di pochi centimetri il tavolino, poi di qualche millimetro in un'altra direzione. “Ecco!” Tutta soddisfatta si rimette in posa. Mi guarda con l'aria che quella posizione richiede ed io.... assumendo quella posizione famosa nel trentennio “Certo, mio Duce, le porgo le mie scuse!” Stiamo ancora ridendo come due suonati, mentre Sabrina mi spinge a sedere sul divano e mi stampa uno dei suoi magnifici baci.
Questo tappeto sarà per me una vera sfida, rispettarlo e non calpestarlo.
**_____*****_____*****_____**
TRANCIO DI VITELLO IN SALSA DI PORRI E ACCIUGHE
Ingredienti:
Trancio di vitello (consigliato il magatello) del peso di circa 800 gr
2 porri
1 carota
8 filetti di alici sott'olio
500 ml di panna
1 bicchiere di vino bianco secco
1 mestolo di brodo
6 cucchiai di olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Questa ricetta l'avevamo vista tempo fa su Cucina Moderna e ci aveva talmente invogliato che abbiamo deciso di prepararcela. Amiamo gli arrosti e solitamente li accompagnamo con qualche salsina particolare, che esalti il sapore della carne. Questa in particolare, rimane delicata, ma molto gustosa e ben si sposa con il vitello.
Puliamo i porri e teniamo da parte le prime foglie esterne, mentre tagliamo il resto a rondelle. Scaldiamo l'olio in una casseruola e vi facciamo rosolare la carne a fuoco vivo, fino a renderla dorata su tutti i lati. La bagnamo col vino e quando sarà evaporato uniamo i porri. Mescoliamo e aggiungiamo il brodo, poi, dopo un paio di minuti anche la panna. Condiamo con sale e pepe, copriamo la pentola e proseguiamo la cottura per circa 40 minuti, aggiungendo se servisse, altro brodo.
Alla carne andiamo ora ad aggiungere i filetti di alici e li facciamo sciogliere nel sughetto. Cuociamo per altri 5 minuti, poi togliamo dal fuoco e frulliamo col mixer il fondo di cottura. Affettiamo il trancio di vitello e lo impiattiamo, servendolo su un letto di salsa.
Per guarnire abbiamo usato le foglie esterne del porro e la carota tagliata a nastri sottili (con il pelapatate) che abbiamo semplicemente sbollentato in acqua bollente per pochi minuti. Tra l'altro, oltre che come guarnizione, sono anche buonissimi da mangiare.
ROAST VEAL TOPSIDE WITH LEEK AND ANCHOVY SAUCE
Ingredients:
800 g thick piece boneless veal topside
2 leeks (cut into thin slices)
1 carrot
8 anchovy fillets preserved in oil
500 ml heavy cream
1 glass dry white wine
1 ladle vegetable broth
6 tbs extravirgin olive oil
salt and pepper
Clean the leeks and set aside the first leaves (we will use them for garnish, after boiling them for a few minutes in water. We'll do the same thing with the carrot).
Cut the rest into thin slices. Take a big casserole, it must be deep enough to allow the veal to be completely covered. Heat extravirgin olive oil and put the veal in there. Sear meat on all sides until lightly browned. Pour in a glass of white wine and when it has evaporated add the leek and the vegetable broth. Cook for a few minutes, then add the heavy cream. Season with salt and pepper and cover with a lid. Cook over a moderate heat for about 40 minutes and add broth if necessary. Turn the veal meat once or twice.
Add the anchovy fillets and cook until melted.
Once cooked, leave the meat and process the sauce in a blender until the ingredients begin to amalgamate, then slice the meat and place on a serving dish with this sauce. Garnish with boiled leek and carrot stripes.