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Il TAR rigetta il ricorso. Bisogna tenersi la centrale di Torre San Patrizio.

Creato il 24 aprile 2013 da Laperonza

 

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Speranze, le ultime, perdute per chi era preoccupato per la propria salute, per quella dei propri cari, dei propri clienti e dei propri concittadini. Il TAR ha rigettato il ricorso contro la centrale a biogas di Torre San Patrizio giudicando “infondate tutte le censure mosse nei confronti delle autorizzazioni”. Nulla è valso l’impegno dei cittadini di Torre San Patrizio (e non), di politici e di imprenditori. Nulla sono valse le tante perplessità, i dubbi, le domande e gli odori nauseanti provenienti dalla porcilaia posta a cavallo tra la Mezzina e il colle di Torre. Il TAR ha deciso: tutto nullo.

C’era da aspettarselo, in verità. D’altra parte la VIA, la Valutazione d’Impatto Ambientale, non poteva che essere favorevole al progetto di realizzazione della centrale vista la presenza della porcilaia la cui costruzione era stata approvata dall’amministrazione comunale. In linea teorica una centrale a biogas o a biomasse dovrebbe essere parte integrante di un allevamento.

Già, se fossimo in Germania. Ma siamo in Italia e nel nostro DNA purtroppo ci sono la furbizia e la libera interpretazione della norma al fine di infrangerla. Così, pur se la nostra coscienza ecologica dovrebbe salutare favorevolmente la nascita di una centrale di questo tipo al fianco di una stalla, fa fatica a salutare una stalla nata appositamente per creare la centrale al solo fine di usufruire dei cospicui finanziamenti messi a disposizione dalla Regione. E questo crea qualche legittimo sospetto.

Ora che resta da fare? Oltre al biasimo, senza dietrologie ma solo al puro scopo di rintracciare le reali responsabilità, verso chi diede l’autorizzazione a costruire l’allevamento che, se non erro, ancora amministra Torre San Patrizio, rimane solo da restare vigili. Bisogna essere vigili contro quel DNA italico truffaldino. E tenere il naso acceso: alla minima puzza prendere provvedimenti immediati.

Luca Craia

 


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