Il Teatro degli Orrori
Live @Rovereto 05-06-2010
Per ogn evento bisognerebbe poter descrivere le emozioni in tempo reale ma non sempre se ne ha la possibilità. Ad ogni modo provo a fare un report del bellissimo momento musicale a cui ho assistito sabato 5 u.s., anzi a cui abbiamo assistito io i miei due figli e la mia compagna di vita. Momento di vita e non, concerto, mi piace definirlo. Non trovo parole più adatte. Location: Palazzetto dello Sport di Rovereto, (TN). A due passi da dove abito per cui niente scazzi per lo spostamento familiare. Non sarà, l'Hiroshima, l’Estragon, i Magazzini Generali, il Circolo degli Artisti ma vale lo stesso. Arrivo in anticipo così da poter seguire anche i tre gruppi locali che si sono avvicendati. Niente male per essere dei perfetti sconosciuti. Ore 21.00 presenti al massimo 50-60 persone e al che mi son detto: "dai vedrai che arrivano dopo quelli interessati all’evento" Ore 22.00 gente presente al massimo 300. Che desolazione vedere un palazzetto cosi spopolato!!! Ma chissenefrega ci siamo detti, “così almeno si può andare anche sotto il palco e fare due foto con i miei figli”. E poi godere di quei suoni che a distanza ravvicinata ti penetrano nelle ossa . Boom, boom la cassa vibra sino ai capelli. E lui all’ingresso sul palco” il Maestro” (così come hanno urlato in tanti ) ”meglio pochi ma buoni”, e la gente in visibilio…quei pochi!!! L’attacco è quanto di più devastante abbia sentito nell’ultimo quinquennio o forse più. Chitarre acide, abrasive, bassi enfatizzati e poi dietro la batteria braccia asciutte ma così possenti nel percuotere le pelli. Luci bianche che esplodono, che accecano, i miei figli abbagliati, che guardano stupefatti, e con le loro orecchie stracolme di gommapiuma opportuna a non martoriare troppo le loro tenere membrane. Il punk che emerge da quel palcoscenico fatto di assi traballanti. E poi quella voce che declama il suo poema. Ogni accostamento ad illustri del teatro italiano mi sembra iniquo. Questo e non solo sono Il Teatro degli Orrori. Un noise rock che strizza l’occhio alla canzone d’autore (con anche citazioni impegnate Majakovsky) E non gettano la spugna, non allentano la presa, nessun cedimento di fronte ad una platea ai limiti sindacali in quanto a presenze. I brani del nuovo disco A Sangue Freddo si susseguono uno dietro l’altro creando quella sana dose di agitazione e voglia di dimenarsi che anche un 45enne come me fa fatica ad eludere. Un disco con una densità indefinibile, pregnante di contenuti così come il suo autore ed interprete. Un modo di rivisitare la letteratura che lui ha trangugiato negli anni. E poi la gioia dei miei piccoli nel sentire le loro hit preferite Direzioni Diverse e E' Colpa Mia e vederli oramai stremati dai decibel assorbiti nella serata. Che padre snaturato direbbe qualcuno. Che soddisfazione sentirli cantare e vederli ballare dico io. E quando il ritmo dei brani rallenta (Padre nostro) c’è il tempo per una riflessione. Portare in musica versi, poesie contaminate da temi scottanti come politica, religione, filosofia , fallimenti generazionali (E’ Colpa mia), eroi immortali (A Sangue Freddo) o ancora mettere in musica il tema principe come l’amore, corrisposto o meno, è operazione molto ardua. Alla loro maniera ci sono riusciti. Adesso che ci penso era dai tempi dei CCCP che non mi divertivo così tanto.Giamp
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Creato il 10 giugno 2010 da RestoinascoltoPotrebbero interessarti anche :