Che ho (ri)tradotto un capolavoro di Arthur Machen, Il Terrore, l’ho già detto e ripetuto a rischio di diventare molesta come una mosca d’autunno.
Quello che non ho ancora detto perché non lo sapevo fino a poco fa è che sulla Stamberga dei Lettori compare una calorosa recensione del libro. Il che, ovviamente, non può non rendermi orgogliosa: la bellezza e la complessità del testo di Machen hanno rappresentato una sfida affascinante che sono felice di aver raccolto — e il risultato sembra pure apprezzabile. (Toglietemi quello stupido sorriso che ho incollato sulla faccia e restituitemi un briciolo di modestia, per favore).
Insomma, buona lettura — della recensione e magari anche del libro: se vi piace, è merito di Machen; se non vi piace, è colpa mia.