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Il terrore non avrà fine

Creato il 17 marzo 2011 da Willoworld

Questa settimana è incominciato un nuovo avvincente racconto lungo ad episodi firmato da Massimo Mangani (The Patrolman) per il sito Rivoluzione Creativa. Per i prossimi giorni potrete gustarvi questa crime-story piena di sangue, pallottole ed emozioni. Seguite i link alla fine dei capitoli e buona lettura!

IL TERRORE NON AVRÀ FINE

“L’UOMO NERO”

(Istanbul, in una piccola moschea sul Bosforo……)

L’uomo, inginocchiato per rendere grazia ad Allah, stava riflettendo su quale fosse la migliore strategia per sfuggire agli imponenti controlli che erano stati istituiti in tutto il paese da quando i servizi segreti avevano intuito che qualcosa di grosso era in procinto di accadere. La voce gracchiante del Muezzin si propagava all’interno della piccola moschea rimbombando sonoramente e rendendo incomprensibili diverse parti della preghiera serale. L’uomo seguì meccanicamente il rito alzandosi ed inginocchiandosi al momento giusto, quello che assolutamente non voleva era dare in qualche modo nell’occhio. Le immagini dettagliate dell’Ataturk International Airport non ne volevano sapere di lasciare sgombra la sua mente, eppure un modo avrebbe pur dovuto esserci per poter portare a termine il piano, sempre che Allah avesse voluto, anche a costo di morire egli stesso. Quest’ultimo pensiero lo illuminò… come soluzione era perfetta e gli avrebbe permesso di raggiungere la purezza prima del tempo stabilito per lui dall’Onnipotente… o forse proprio nel tempo corretto.
Terminata la preghiera l’uomo uscì dalla moschea confondendosi con gli altri fedeli, il caldo torrido della giornata era stato attenuato da una piacevole brezza proveniente dal Bosforo, dove grosse petroliere sfrecciavano sfiorando le case affacciate sullo stretto… Istanbul!
Decise di concedersi una cena abbondante a base di kebab, tè forte e frutta fresca in uno degli ottimi ristoranti di Uskudar, poi sarebbe andato a dormire… l’indomani lo aspettavano 10 chili di tritolo!

“IL MASTINO”

(In Uno Starbucks a West L.A.)

Jack Manganelli aveva appena finito di mandare definitivamente a puttane la propria vita, o meglio una parte importante di essa. Dopo l’ennesima scenata di gelosia la moglie aveva fatto fagotto e lo aveva piantato, lasciandogli oltretutto l’incombenza di un figlio dodicenne:-”così imparerai ad essere responsabile una volta per tutte!”- Era rimasto come un fesso a contare le crepe sul soffitto di casa per un’intera giornata mentre il figlio era andato a stare un po’ di tempo dalla zia “per superare la cosa…” Il fatto era che conciliare il suo lavoro di investigatore federale con il ruolo di padre (praticamente) unico di un figlio preadolescente non sarebbe stato assolutamente facile e, per la verità, ogni volta che ci pensava veniva colto dalla disperazione. Inoltre le notizie arrivate in quei giorni al Dipartimento non lasciavano presagire nulla di buono… i servizi turchi avevano diramato un’informativa estremamente allarmante… Nusreddin Gezgin era tornato in circolazione… e questo non era davvero bene. In quel momento l’unica cosa positiva che poteva vedere nella propria vita era il sole splendente sui Boulevard della grande Los Angeles!
Ripensò agli anni passati con Kathyleen, alla sua brillante carriera come grafica pubblicitaria per una delle maggiori aziende del Paese, ai continui viaggi nelle più importanti città del mondo mentre lui marciva nei fumosi uffici del Dipartimento dando la caccia alla feccia dell’umanità… poi era nato Peter, una gioia immensa ma anche la ragione del repentino deterioramento del loro rapporto.
Kathy ovviamente non aveva rinunciato alla carriera ed in lui era subentrato un profondo senso di frustrazione; quando lei non c’era doveva occuparsi del bambino e spesso era costretto a lasciarlo a sua sorella con la quale fortunatamente c’era un ottimo rapporto. Anche la questione economica non era secondaria e, nonostante fosse nato in una famiglia progressista di S. Francisco, mandava giù con difficoltà il fatto che la moglie guadagnasse 10 volte il suo stipendio di federale. Forse per questo aveva iniziato a rimuginare su tutto ciò che lei faceva e si era convinto che, durante quegli interminabili viaggi con i colleghi (quasi tutti maschi, giovani e rampanti) nel tepore delle camere di alberghi di lusso, “qualcosa” dovesse pur succedere.
Aveva iniziato con le scenate e le rassicurazioni di Kathyleen -”facciamo riunioni 18 ore al giorno, il resto dormiamo!”, non servivano a nulla, lui non riusciva proprio a convincersi. Solo adesso iniziava a rendersi conto che forse aveva sbagliato, ma era troppo tradi, lei se n’era andata e, conoscendola, difficilmente sarebbe tornata.
Quello che gli faceva più male era il fatto che non si fosse minimamente preoccupata di Peter e, a differenza di altre mogli che avevano piantato i mariti, non aveva chiesto di potersi occupare del ragazzo, non lo aveva trascinato in tribunale per l’affidamento… anzi gli aveva esplicitamente detto che avrebbe dovuto occuparsene lui, il “mastino” dell’antiterrorismo… e arrivederci! Proprio il giorno dell’informativa arrivata da Ankara, che aveva fatto gelare il sangue nelle vene ai servizi di intelligence di mezzo Mondo.
Guardò nuovamente il sole splendente, le palme ai lati del viale, il cielo di un azzurro come soltanto la Città degli Angeli sapeva regalare… ordinò un’altra tazza di caffé.

…continua a leggere…

Immagine di Emiseven: http://www.flickr.com/photos/emiseven/

Massimo Mangani – Leggi anche The Patrolman

FONTE: Rivoluzione Creativa

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