Succede spesso che, una volta caduto il dittatore, il paese liberato si trovi in una condizione economicamente disagiata perché il tiranno o chi per lui ha fatto sparire i fondi. È avvenuto a Panama, in Nigeria e ad Haiti.
Stavolta però l’Onu ha giocato d’anticipo, bloccando i fondi libici all’estero e stilando una precisa lista ad oggi tenuta nel Palazzo di Vetro. Se, anzi quando, Gheddafi cadrà, il denaro andrà al nuovo governo che potrà utilizzarlo per rilanciare l’economia, ammodernare il welfare e varare un piano di opere pubbliche.
Sì perché la liquidità a disposizione del Libyan Investment Authority è da far invidia, sufficiente per far ripartire alla grande il Paese stremato dalla guerra civile. La Lia aveva dichiarato di gestire circa 60 miliardi di dollari in investimenti esteri, ma in realtà la somma è più del doppio.
La Banca di Libia possiede 102,9 miliardi di dollari, in piccola parte nei caveau di Tripoli e quindi non sotto controllo delle autorità internazionali. Gheddafi ha tra le mani 143 tonnellate di lingotti d’oro, 6,5 miliardi di dollari, che sta usando per finanziare i mercenari dal Chad e dal Niger e per pagare i lealisti.
Il resto è sparso tra Europa e Stati Uniti, congelato.
L’investimento più cospicuo è in Gran Bretagna: 14,4 miliardi tra Hsbc, Barclays, Lloyd e Bank of England. Supera la doppia cifra anche la liquidità in Francia, distribuita tra Banque de France, BNP Paribas, Société Générale e Crédit Agricole.
Un conto è aperto anche presso la Bank of New York Mellon, mentre non ci sono soldi in Svizzera, probabilmente spostati dopo che nel 2008 il figlio Hannibal era stato arrestato per aver picchiato la maglie.
Sono noti poi gli interessi libici in Italia: 47,7 miliari in titoli e investimenti, il resto in strumenti monetari. Le banche interessate sono Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca d’Italia. Vanno poi aggiunte le partecipazioni in Unicredit, Finmeccanica ed Eni.
Al di là di tanti sbagli e fraintendimenti, questa manovra dell’Onu sarà davvero utile per garantire un futuro alla Libia oltre Gheddafi.