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Il tesoro di Terra Teula

Creato il 09 novembre 2014 da Alessioscalas

scusorgiu

Giovanni stava tornando a casa, all’imbrunire, dopo una dura giornata di lavoro nei campi.
Assorto nei suoi pensieri si accorse che a pochi metri da lui, oltre il ciglio della strada sterrata che stava percorrendo, un uomo chino sul terreno era intento a cercare di tirar su qualcosa di grosse dimensioni.
L’uomo alzò lo sguardo verso Giovanni, si asciugò la fronte dal sudore con la manica della camicia e  disse: “Aiutami! Non ci riesco da solo“.
Dopo aver atteso qualche secondo guardando intensamente Giovanni negli occhi, riprese il suo lavoro continuando a scavare.
Giovanni si avvicinò e vide che si trattava di un sacco molto grande, per una buona parte ancora sepolto nel terreno. Si mise ad aiutare lo sconosciuto nonostante la fatica che aveva già sulle spalle e dopo qualche ora di lavoro, in cui i due uomini non spiccicarono parola, riuscirono a liberare il sacco.
Giovanni si alzo, stiracchiando la schiena dolorante e notò che l’altro lo stava fissando.
Rimase un pò interdetto quando l’uomo disse: “Il sacco è tuo, a me non serve. Apri il sacco solo quando io sarò andato via. E’ importante ricordalo, e non dire a nessuno cosa c’è dentro!“.
Giovanni senti un ringhio alle sue spalle, e si girò di scatto per la paura di un cane randaggio, ma non vide nulla.
Si rigirò e rimase a bocca aperta quando si rese conto che l’uomo era sparito.
Restò per alcuni minuti indeciso sul da farsi e gli tornarono alla memoria i racconti del nonno e degli altri vecchi del suo vicinato, quando d’estate si riunivano davanti all’uscio delle case e raccontavano di fatti incredibili accaduti immancabilmente al tale o all’amico del tale, mai a loro direttamente.
Ora Giovanni si trovava protagonista di una di queste incredibili storie.
Cosa doveva fare? Aprire il sacco o fuggire?
L’uomo che era appena scomparso quasi davanti ai suoi occhi era il Diavolo?
Si ricordò anche dei racconti in cui famiglie poverissime diventavano di colpo ricche dopo il ritrovamento di un tesoro e la cupidigia ebbe il sopravvento.
Aprì molto lentamente il sacco e quasi ci rimase secco quando ne vide il contenuto: monete d’oro e d’argento, pietre preziose di taglio e grandezze diverse, cangianti sotto la luce della luna piena.
Il cuore prese a battergli veloce nel petto e mille pensieri affollarono la sua mente: mai più levatacce all’alba e rientri al crepuscolo per un tozzo di pane, mai più stenti, fatica e sacrifici.
Stranamente gli venne in mente quel maledetto tetto che era stufo di riparare e che inevitabilmente alle prime piogge della stagione presentava nuovi fori, costringendolo a riempire la casa di barattoli.
Passò il resto della notte a trascinarsi il pesante fardello verso casa, fantasticando su ciò che d’ora in avanti avrebbe potuto comprarsi, sulle rivincite che avrebbe potuto prendersi contro chi, nel momento del bisogno gli aveva voltato le spalle. Alle prime luci dell’alba arrivò all’uscio di casa e la fatica che prima pareva scomparsa, gli piombò addosso di colpo.
Trascinò dentro casa il sacco e nuovi pensieri si fecero avanti prepotentemente, pensieri in cui lui poteva essere felice con il poco che fino ad ora aveva desiderato. Gli sarebbe bastato comprarsi una casa che non rischiava di cadere a pezzi ad ogni alito di vento, qualche abito, come quelli venduti nei negozi di Cagliari, qualche capo di bestiame e qualche terreno per far lavorare i suoi attuali compagni di lavoro e retribuirli come spetta a chi lavora da una vita per mantenere una famiglia in modo onorevole. Molti nel suo paese gli erano stati vicini alla morte dell’amata moglie, nei momenti in cui senza più voglia di vivere si era attaccato alla bottiglia. Perchè sprecare energie pensando alla vendetta quando poteva ripagare il bene ricevuto dieci volte tanto?
Chiuse la porta, si avvicinò trascinando i piedi e tenendosi la schiena al letto e vi si buttò sopra. Il suo ultimo pensiero cosciente andò alla moglie.
Non seppe mai se quell’uomo misterioso fosse un Santo o uno dei peggiori demoni venuto fuori dal profondo dell’Inferno, un’anima buona o uno Scrixoxu e mai se ne preoccupò veramente.
Il suo coraggio quella notte venne premiato e se qualcosa doveva pagare, l’avrebbe saputo quando la sua ora sarebbe arrivata.

Alessio Scalas
Serri Stefania

 


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