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Il testo originale del papa sui gay (discorso di ieri): giustificata l’omofobia e i centri di “cura” dell’omosessualità

Creato il 15 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Che ha detto veramente il papa sui gay, è una legittima domanda, anche perché dei giornali è giusto anche dubitare, dopo tutte le parzialità e anche falsità che abbiamo dovuto leggere. Il testo del papa si trova sul sito del Vaticano, ovviamente, e lo si può leggere per intero cliccando qui. Ne riporto un estratto interessante:

Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.

Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

Perciò, è anche un’importante cooperazione alla pace che gli ordinamenti giuridici e l’amministrazione della giustizia riconoscano il diritto all’uso del principio dell’obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignità umana, come l’aborto e l’eutanasia.

 

Il sottolineato è mio. “Non sono verità di fede” quei principi sulla famiglia eterosessuale. Nemmeno è vero che l’opinione del Papa coincide con la Ragione stessa, dato che egli stesso si presenta come rappresentante massimo e incontrastato di una religione fondata da un dio onnipotente. Ma basta guardarsi intorno e constatare che la natura umana è più diversificata e meno statica di quel che creda Ratzinger. L’omosessualità esiste in natura. Lo sa ogni naturalista, e non è una malattia: lo sostiene l’Organizzazione mondiale della Sanità. Soprattutto ciascuno può cercare la felicità liberamente, alla faccia della Ragione umana, che non è l’unico movente delle azioni e delle scelte. Esistono il sentimento, l’istinto, la passione. Che devono fare coloro che hanno inclinazione sessuale diversa?

La famiglia eterosessuale purtroppo si destabilizza da sola, si sfascia per mille motivi, non perché una legge sul divorzio. Entrano in gioco fenomeni molto vari, dall’economia al lavoro, dalla vita sociale e personale.

Se contiamo i soli omicidi commessi tra familiari scorgiamo dati impressionanti. Il femminicidio poi rivela una realtà meno idilliaca di quel che il papa faccia credere, proprio perché la Ragione ahimé viene sottomessa da passioni molto più forti. Una tragedia.

E’ del tutto ovvio che la famiglia etero non è la famiglia omosessuale. Ma se due persone in più si aiutano a vicenda e sono felici non si capisce perché condannarle a morte, come vuole Rebecca Kadaga, ugandese benedetta da Benedetto XVI.

I gay sono presenti nella vita sociale ed economica da sempre. Lavorano, vivono, agiscono, non pare che siano nati per distruggere il mondo. Se anche adottano un bambino possono anche essere migliori di una cattiva madre adottiva o di un cattivo padre adottivo. E non pare il caso di condannare a morte Michelangelo o Federico Garcia Lorca o altri grandi artisti.

Resta poi il dato di fatto delle comunità di cura della malattia inesistente, l’omosessualità. Centri finanziati dalle Asl che spacciano cure assurde, costose per lo Stato e i “pazienti”. Il discorso del papa giustifica tale realtà odiosa e giustifica l’omofobia.

 


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