Fabrizio Pedroni, titolare della Firem di Formigine (Modena), ha approfittato delle vacanze estive dei lavoratori per avviare il trasloco dei macchinari in Polonia a loro insaputa. I dipendenti lo hanno scoperto quasi per caso e adesso presidiano lo stabilimento giorno e notte. La Fiom: “Avviata la trattativa con l’azienda”. Ma il titolare non si è presentato al tavolo di confronto coi lavoratori della settimana scorsa. “Mancano le condizioni per risolvere i problemi del nostro personale”, hanno scritto in un fax. E in un’intervista con Radio 24 attacca la Fiom: “Mi hanno sequestrato la fabbrica!”
Italia / Polonia
Su Radio 24 il titolare della Firem, Fabrizio Pedroni, ha ribadito la sua posizione. Insiste sulle colpe del Sindacato, sottolinea che l’impresa è “casa sua”, e denuncia che in questo momento è “sotto sequestro” da parte degli operai. Ai lavoratori che lo accusano di aver delocalizzato in Polonia senza preavviso, risponde: “Ma se io avessi avvisato, cosa sarebbe successo?”, il giornalista interviene: “Si sarebbe aperta una vertenza, come succede in questi casi…”, ma l’imprenditore lo interrompe: “No, no, no, mi avrebbero sequestrato la fabbrica coi miei macchinari”. Probabilmente sì.
Risulta invece un po’ confusa e contraddittoria la versione del titolare riguardo le condizioni economiche dell’azienda. Prima nega che l’impresa andasse bene; poi dice che non era in crisi, ma che non c’era più margine di guadagno; poi fa capire che il problema era futuro: “i miei concorrenti sono due, uno in Romania uno in Polonia…”; e chiude in maniera tragica e teatrale: “Le strade erano tre: o chiudevo, o prendevo la decisione che ho preso, o mi sparavo in testa”. Il giornalista interviene per ridimensionare questa dichiarazione: “Massimo rispetto per chi fa l’imprenditore, naturalmente, però la sua azienda non era in difficoltà… non era a livello di spararsi in testa, eh”. E Pedroni fa marcia indietro: “No, però era in tensione finanziaria”. Probabilmente sì.
Curioso il disgusto di Pedroni per una dichiarazione del sindacalista della Fiom che si rivolge a lui con il termine padrone: “A sentire ancora la parola Padrone, guardi, vado in pelle d’oca. [...] Sentirsi dire Padrone… devono cambiare! Non siamo più nel medioevo”. E già, lui dice che l’azienda è “casa sua” e che non deve avvisare nessuno se decide di chiuderla, però è il termine padrone ad essere medioevale. Probabilmente no.
L’imprenditore dice anche alcune cose che fino ad oggi non erano state confermate. Gli impianti produttivi sono stati definitivamente spostati in Polonia, ma a Modena rimarrà la sede amministrativa: “circa 8 persone tra commerciali, amministrativi e tecnici”. La scelta di delocalizzare la produzione sarebbe una “scelta obbligata”, a causa del pessimo sistema italiano, degli operai assenteisti, e anche del Sindacato “che non ti permette di lavorare”.
di Marco Nurra | @marconurra