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Il titolo inganna

Creato il 13 maggio 2012 da Stukhtra

Almeno un po’

di Marco Cagnotti

Il titolo inganna
Perché scrivere ancora di paranormale, che tanto è una minchiata? Semplice: per raggiungere gli indecisi, ché raggiungere i decisi è inutile. Chi già sa che il paranormale è una minchiata, perché ha avuto la fortuna di godere di un’educazione improntata allo spirito critico, allo scetticismo e alla razionalità, non ha bisogno di sentirselo ripetere. Tutt’al più può apprezzare l’originalità di una nuova esposizione degli argomenti o la novità di alcune prove. Chi invece è un believer, magari perché credere nello spiritismo o nella precognizione lo fa sentire meglio, resterà abbarbicato ai propri pregiudizi come una cozza allo scoglio. Queste sono però due minoranze (ahem… la seconda nemmeno troppo, ahinoi). La grande maggioranza sente parlare di paranormale e si chiede: “Hai visto mai che ci fosse un fondo di verità?”. Ecco, per loro vale la pena continuare a scrivere libri sul paranormale. E questo qui in particolare fa la sua porca figura.

Il titolo, anzitutto: neutro. Giusto così: si fosse intitolato Le minchiate del paranormale, sarebbe stato troppo esplicito, col rischio di far scappare qualcuno. Il sottotitolo (“Perché vediamo quello che non c’è”), semmai, può irrigidire il potenziale lettore già propenso a diventare un credente ma non ancora “posseduto”.

Solo che il paranormale così come lo racconta Wiseman, con la consueta, eccellente chiarezza alla quale ci ha abituati, è solo un pretesto che l’autore usa per parlare di tutt’altro. Soprattutto di psicologia, di autoinganni, di percezioni distorte della realtà (e no, non si tratta di fumarsi robe strane). Mescolando tutto, da navigato divulgatore, con le storie dei casi umani che costellano la storia del paranormale.

Wiseman sa essere davvero istruttivo e rivelare fatti e scoperte che rafforzano le convinzioni dello scettico e inducono l’incerto a meditare. Sarebbe stato bello leggere anche di tanti altri temi paranormali, come l’astrologia o l’omeopatia, ma va bene anche così: diamo a Wiseman la scusa per scrivere altri libri.

Senza dubbio un buon libro, da considerare come introduzione scettica da regalare al fidanzato, all’amico, al parente, al semplice conoscente che sta lì, sul confine fra razionalità e creduloneria, e ha solo bisogno di una tiratina per cadere da questa parte.

R. Wiseman, Paranormale, Ponte alle Grazie

Piace: La chiarezza espositiva, la ricchezza di aneddoti.

Non piace: La mancanza di alcuni argomenti classici, come l’astrologia o l’omeopatia.

Voto: 7/10


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