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Il tormento del lettore (sperando che Borges non venga a trovarmi di notte)

Creato il 27 gennaio 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti
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C’è un verso di Verlaine che non ricorderò più, c’è una strada vicina ch’è vietata ai miei passi, c’è uno specchio che m’ha visto per l’ultima volta, c’è una porta che ho chiuso fino alla fine del mondo. Tra i libri della mia biblioteca (li sto vedendo) ce n’è qualcuno che non aprirò più.

J. L. Borges

Sono un po’ confusa in questi giorni, lo ammetto.

Ho letto articoli dal titolo “intervista al non lettore”, altri sul perché taluni direttori di sezioni motori abbiano smesso di leggere e via sparandola grossa. Non mancano poi alcune amenità… per esempio mi ha -spiacevolmente- colpita la nascita del Naked book club: un club nel quale alcune donne leggono brani di opere varie completamente nude (c’era bisogno di dirlo?). Vorrei poter dire loro che hanno mal interpretato il concetto di profondità, ma tant’è, ognuno fa quel che gli pare.

Ma a noi chi ci rappresenta? Noi che soffriamo di bulimia letteraria, che amiamo la parola scritta, che ci facciamo definire forti ma non ne capiamo tanto il senso. Esistiamo, anche se oramai sembriamo non interessare a nessuno. Mi sono seccata di sentire della crisi dell’editoria, anche perché non penso questi piagnistei aiutino: date suggestioni, create magia. Insomma non è forse vero che è il buon esempio il seme da cui germoglia l’amore? O sono scema io?

Su questo punto non mi pronuncio, ma magari si potrebbe raccontare un’altra faccia. Il tormento del lettore, appunto.

E quale sarebbe questo delizioso tormento? Ecco: non potrò mai leggere tutti i libri che vorrò, potrei smettere di mangiare, dormire, bere, fare l’amore, vivere e non mi basterebbe il tempo, perché -checché ne diciate, checché ne dicano- esistono milioni di libri che valgono la pena del mio tempo. Può dirsi la stessa cosa per tutto il resto?

Certo: una sana sessione orizzontale, il sorriso d’un bambino, un fiore o altre cose poetiche valgono bene che io chiuda un tomo però… ecco, però. Però come potrò morire io, agnostica, senza aver potuto possedere, usare, fagocitare ogni cosa che desidero, a chi rinuncerò senza con questo mai sapere di aver fatto un madornale errore? e questi maledetti scrittori bravi continuano a scrivere e io.. e io? A chi dico no? Che tormento! Posa la penna, maledetto King col tuo seguito di Shining, ma non lo sai che sono invasa e dolorante, e tu, Camilleri… ma cavolo, fumi come un dannato e non te la becchi mai una bronchitella? Voi non ce l’avete un bambino che sorride da guardare? Poi la gente impazzisce dicono, certi leggono il giovane Holden e uccidono John Lennon. Che poi, povero Salinger, non è che lui abbia avuto tanta fortuna.

Però datemi respiro, smettetela. Che chiuda il Campiello, che  brucino la Strega. Fermate la mia angoscia, o create un piccolo fondo per i LOC (Lettori ossessivo-compulsivi), donatemi denari che mi consentano di mantenermi mentre leggo. Userò delle flebo, il mondo lo immaginerò e poi, diciamocelo, i bambini sono molesti, non li vogliono più neanche al ristorante!

Oppure uniamoci, ditemi una volta per tutte quali sono i libri irrinunciabili e io mi impegnerò a leggerli tutti, sperando che se esiste un Dio mi dia il tempo di leggerli tutti. Forse non sono proprio un buon esempio, sembro una folle a dirla tutta, ma davvero non è meglio la passione al pianto?

Editori cari, uniamoci noi e voi, raccontiamo l’amore, donateci bellezza, bruciate le schifezze che tanto distraggono e (pare) portino all’abbandono. Che tormento!

Ma poi come ogni amante che finga di non poterne più e tenti di allontanare l’amato sono ancora qui a dire sì, datemene ancora. Un mondo in cui i libri abbiano un limite massimo non sarebbe un mondo per me, imparerò a convivere con l’idea che il mio tempo non basterà, o forse comincerò a credere nella reincarnazione…


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