Si potrebbe pensare che siamo di fronte al solito atto di teppismo gratuito. Magari sono gli ubriachi del sabato sera, magari qualche ragazzino che non sa come ammazzare il tempo, forse uno dei tanti effetti delle sostanze che forse scendono o salgono nei nasi (e altrove) di giovani e meno giovani concittadini come in quelli di tanti Italiani compresi forse alcuni di quelli facenti parte della cosiddetta classe dirigente. Potremmo quindi archiviarlo come il solito caso da archiviare: il colpevole, per quanto ignoto, è comunque incapace di intendere e di volere.
Non voglio quindi pensare che a distruggere il “totem” che faceva da indicazione per la bella mostra sul nostro illustre concittadino Luigi Crocenzi organizzata dal Club L’Altritalia e a vilipendere il club stesso, Crocenzi e tutta Montegranaro sia stato un gesto voluto, mirato, in qualche modo politico. Sarebbe troppo triste. Preferisco optare per l’ipotesi dell’atto di vandalismo. Ma vorrei interrogarmi sul perché questo accade, sul perché, ad esempio, troviamo regolarmente lo specchio che aiuta ad affrontare la rotonda di viale Gramsci spostato o rotto; sul perché si imbrattano i segnali stradali, si spaccano i vetri, si distruggono i giochi per bambini ai giardinetti.
Giovani che si annoiano? Sballati? Fuori di testa? Perché Montegranaro è in balia loro? Perché la città viene regolarmente distrutta e insultata senza che si prenda provvedimento? Mi guardo intorno e vedo una città sporca, mal curata. Le strade sono piene di cartacce, escrementi di cane, bottiglie. E non sto parlando, come di solito faccio, del centro storico; parlo di tutta la città. C’è un senso di abbandono. C’è il messaggio che qui si può rompere, sporcare, distruggere, perché in fin dei conti non si fa tanto più danno di quello che già c’è.
C’è anche un altro messaggio: quello del tutto permesso. Si può fare di tutto. Perché non c’è controllo sufficiente, perché tanto non ti beccano e se ti beccano la fai franca con poco, al massimo una ramanzina. Perché tutta l’Italia assiste interdetta e complice al divulgarsi della cultura del “facciamounpocomecipare”.
Infine c’è la situazione dei nostri giovani. Annoiati, apatici, senza scopi, senza passioni. La società del ventunesimo secolo offre loro un futuro senza speranza e un presente senza stimoli. A Montegranaro è macroscopico perché non c’è nulla oltre il bar, la macchinetta per giocare, il bicchiere, il fumarsi (o peggio) il sabato sera.
Interroghiamoci su questo, su cosa offriamo ai nostri giovani, sul come cerchiamo di dargli un presente più costruttivo che possa creare qualche speranza per il futuro. A Montegranaro abbiamo rischiato di rimanere senza cinema. Lo abbiamo salvato in extremis ma oltre ad esso c’è poco più di niente. In compenso c’è il concetto della libertà di infrangere le regole, che parte dal parcheggio selvaggio del fine settimana e finisce con lo spaccare tutto. Io una ricetta non ce l’ho, ma credo che tutta la nostra società debba sforzarsi di trovarla.
Luca Craia