Il tour Peveri tra salumi, vini, storia e arte

Da Laghezzi @laghezzi

Sono passati un po’ di giorni dalla visita al Salumificio Peveri Carlo, prima tappa del tour Peveri, ma nella mente sono ben vivi i ricordi dei profumi e dei sapori che ci hanno accompagnati durante il nostro viaggio che ha avuto quattro tappe.

La prima tappa è stata al Salumificio Peveri,  posto nella frazione di Chiaravalle della Colomba nel comune di Alseno, in provincia di Piacenza.

Il Salumificio “Carlo Peveri” da 4  generazioni produce salumi con l’intento di deliziare il palato con prodotti genuini di alta qualità, e secondo il mio modesto parere, ha ben centrato il suo obbiettivo.

Tutto è cominciato alla fine dell’800 quando il capostipite Remo Peveri andò a Milano ad imparare il mestiere di salumiere e poi, aprì una salumeria a Stradella nell’Oltrepò Pavese.

Durante la seconda Guerra Mondiale Remo Peveri si trasferì con la famiglia a Chiaravalle della Colomba e qui,  suo figlio Carlo, che imparò da lui l’arte di conoscere le carni e il loro processo di trasformazione, negli anni ’50  aprì una salumeria qui nel Palazzo della Commenda dell’Abbazia.

Nel 2009 Carlo ha coronato un suo sogno e ha dato vita  all’attuale sede del salumificio,  comprendente i laboratori di produzione, le cantine di stagionatura e di invecchiamento e uno showroom dei salumi  dedicato agli estimatori di salumi raffinati.

Partendo quindi da nonno Remo e passata nella mani di papà Carlo, l’Azienda oggi  è guidata dai figli Remo e Federica che la conducono con umiltà, orgoglio e tanta passione utilizzando metodi artigianali di lavorazione, apprezzati in tutto il mondo.

Oggi Remo e Federica producono le tre Dop piacentine: coppa, pancetta e salame oltre che a vere e proprie eccellenze quali i salami di suino nero, di razza parmigiana, una razza autoctona antica dalle carni squisite, ottime per la produzione di salumi di pregio. e dal il lardo compatto, serbevole e non soggetto a irrancidimento,  e  la “Mandola” , un salame fatto con la carne magra di prosciutto del circuito DOP Piacenza,  dolce e delicata e condita con sale, pepe, aromi naturali,  macerati nel vino Gutturnio rosso,  avvolta da una pelle di cellulosa naturale e cucita accuratamente lungo tutto il perimetro. La Mandola, che  deve il suo nome alla forma che evoca quelli di strumenti musicali come il mandolino o la gironda, come gli altri salumi Peveri non contiene glutine, latte e/o derivati e componenti geneticamente modificati (ogm).

La nostra visita  al Salumificio si è conclusa con una esperienza sensoriale davvero unica . Un percorso che si snodava tra le tre Dop piacentine : la pancetta, il salame e la coppa, toccando il battuto di lardo, lo strolghino di culatello,  la mandola, il fiocchetto per arrivare al culatello.

Ad accompagnare i salumi, tra gli altri vini il Gutturnio frizzante Doc,  la cui produzione è tipica della zona di Piacenza, servito nella classica scodella.

Ora apro una parentesi: io cresciuta in una zona a cavallo tra le colline dell’Oltrepò Pavese e quelle della Val Tidone,  ho sempre pensato che quella di bere il vino a tavola dentro a una scodella di porcellana bianca, “la scudlei”, fosse una abitudine poco ortodossa in auge nella mia famiglia e invece qui ho riscoperto che è una delle abitudini della campagna e che  tradizionalmente viene usata nei dintorni di Piacenza per degustare e  bere il vino.

Attorniata da tutti quei profumi e da quei sapori a me noti, ero in preda a una stimolazione sensoriale che  coinvolgeva non solo il gusto, l’olfatto e la vista, ma anche i tanti ricordi del passato che  si  “aggrovigliano” tutti insieme in una sorta di  “sinestesia” che mi dava una sensazione di profondo benessere e di immensa soddisfazione.

Nel primo pomeriggio il  tour è proseguito ( seconda tappa ) con una visita, all’ Abbazia Cistercense di Chiaravalle della Colomba, voluta da San Bernardo e che sembra debba il nome  a una leggenda che narra come il perimetro del monastero sia stato indicato ai monaci da una colomba bianca con delle pagliuzze. L’Abbazia è famosa  per la celebre “Infiorata del Corpus Domini”, durante la quale un meraviglioso tappeto fiorito riveste la navata centrale della basilica.

La terza tappa del  “tour Peveri” è stata  a Castell’Arquato, uno dei più suggestivi villaggi medievali del Nord Italia.

Durante la passeggiata lungo le affascinanti stradine del borgo abbiamo avuto modo di ammirare, seppur solo dall’esterno  diversi e splendidi monumenti: il Torrione Farnesiano, il Palazzo del Duca, la Rocca Viscontea e la Piazza Monumentale che sono autentici gioielli d’arte.

In questo piccolo borgo le emozioni, la storia, l’ arte, la cultura e l’ enogastronomia oltre a rendere unico il lifestyle, rendono unica e magica questa  terra.

E qui nei pressi di Castell’Arquato, c’è il Vigneto Montepascolo di Cardinarli, una piccola, ma grande realtà basata sulla cultura e sul rispetto per la il vigneto, per le piante e per la terra, dove abbiamo fatto la quarta e ultima tappa.

Laura, titolare dell’Azienda Cardinali,  ha fatto da perfetta padrona di casa, molto accogliente e molto ospitale. Nel suo racconto ha lasciato sempre le piante e il vino in primo piano mettendo in risalto le bellezze delle loro caratteristiche e trasmettendo a noi l’entusiasmo e la passione che ha per i suoi prodotti e per la sua terra .

Col suo modo di parlare calmo, pacato, ma coinvolgente, ci ha raccontato le sue regole di vita: “non c’è fretta”, “ogni cosa a debito tempo”, “attendere” e “rispetto per la natura”.

Ci ha narrato della raccolta dell’uva, che avviene sempre rigorosamente a mano, del terreno soffice attorno alla vite, ma anche della rosa posta davanti ad ogni filare come rispetto per la vite stessa, ma anche perché la rosa può segnalare in anticipo le eventuali malattie della vite.

Più di tutto ci ha sorpreso l’amore profondo che mette in quello che fa, e per il suo lavoro, la sua terra e i suoi prodotti . Questo amore è il filo conduttore che tanto accomuna Laura a Remo e a Federica Peveri che, della loro passione ne fanno una vera arte.

Abbiamo concluso il tour brindando con un buon calice di vino a questi giovani imprenditori che sono la vera forza del Made in Italy e sono coloro che con le loro eccellenze, la loro passione e la loro forza di volontà, possono guardare a testa alta verso un futuro migliore!

P.S. Un grazie particolare a Beatrice Crotta di Studio Arco che ha organizzato questo tour e ci ha dato modo di vivere questa indimenticabile esperienza e di conoscere queste belle realtà.


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