Il tradimento? Un lavoro full time

Creato il 14 novembre 2012 da Ladyblitz @Lady_blitz

Di Claudia Montanari

ROMA – Quando negli anni ’90 iniziarono ad entrare nel commercio i primi telefoni cellulari, il “trucchetto” più utilizzato era quello di registrare al femminile (o maschile) il nome dell’amante. Nascevano, così, nomi di amici maschi del fedifrago quali Giulio (invece di Giulia), Alessandro (e non Alessandra) e così via. In questo modo nessuna compagna, seppure attenta, poteva avere da ridire sul messaggio del fantomatico Giulio, amico del marito, “ceniamo insieme stasera” perché, si sa, una cena tra amici non si nega a nessuno. Ma, diciamolo, il trucco è stato screditato presto non appena sono spuntati dubbi nomi quali Jessico (?) o Marusco. Insomma, gli esperti infedeli capirono ben presto che dovevano inventarsene altre.

Purtroppo, questa è l’arma a doppio taglio delle nuove tecnologie perché in fondo, diciamolo, non vi è un tradimento che prima o poi Facebook, mail e compagnia bella non facciano saltare fuori. E non c’è password che tenga. Non è di certo un caso se uno studio pubblicato dall’Associazione avvocati matrimonialisti ha determinato che l’80% dei tradimenti viene scoperto proprio tramite gli ultimi canali della comunicazione, cioè chat, social network, mail e sms.

Lo sa bene la consigliera comunale spagnola Olvido Hormigos che, nel settembre scorso, ha visto spiattellato sul web di tutto il mondo il video auto erotico inviato sul cellulare dell’amante e che disgraziatamente è andato nelle mani della compagna (ufficiale) dell’amante. [LEGGI: LEI GIRA UN VIDEO HARD PER L'AMANTE, LA FIDANZATA DI LUI LO METTE SUL WEB ].

Insomma, tempi duri per gli esperti infedeli che però, a quanto pare, sanno come difendersi. Sono molti infatti i trucchetti utilizzati per evitare di farsi scoprire.

Primo tra tutti, utilizzato addirittura dal capo della CIA (dunque uno 007 “vero e in carne e ossa”) Petraeus che, per scambiarsi mail con l’amante sperando di evitare il rischio intercettazioni, da agente segreto qual è ha avuto la brillante idea di non inviarle proprio, le mail. Semplicemente le scriveva e le salvava in bozza in un account in comune con l’amante.

Certo, forse per delle coppie comuni il magheggio può anche funzionare. Ma, diciamolo, funziona un po’ meno quando sei a capo degli “007″ americani e quando l’FBI inizia a lavorare sul tuo caso di corna, mettendoci poco più di qualche minuto ad intuire il giochetto.

Ma questo è solo uno dei modi usati per “gestire la scappatella“.

Daniela Missaglia, matrimonialista e autrice del libro “Scarti di famiglia” spiega a Libero che fare l’amante è un vero e proprio lavoro full time: “Non si scappa: cellulare sempre carico e vacanze con l’amante solo all’estero”.

Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani, spiega che fare od avere l’amante non può essere una cosa improvvisata. “Hanno regole precise e non sgarrano mai. Il doppio cellulare è di rigore, si portano sempre una camicia di riserva gemella a quella con cui sono usciti al mattino da casa. Trovano amici che offrono una buona copertura e scelgono amanti intelligenti che non inviano il messaggino d’amore a mezzanotte”.

Ovviamente tra i traditori provetti vi è d’obbligo una buona dose di recitazione “professionale” in caso di necessità. La faccia stralunata di chi cade dalle nuvole in caso di “situazione a rischio” o in caso di scappatella scoperta dovrebbe venire quasi naturale. Così come la faccia tosta, racconta Gassani a Libero: “La moglie di un imprenditore di mezza età trova suo marito a fare sesso con la giovanissima segretaria. Per difendersi ed intenerire l’inorridita consorte esclama: “Amore, l’ho fatto perché lei mi ricorda tanto te”.

Touché.


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