Foto di Elena Torre Viareggio, Italia
Che gli attori siano senza anima è un luogo comune da sfatare. Il caso Barbareschi lo dimostra benissimo. Definitosi socialista ai tempi del fu Bettino Craxi, lo abbiamo ritrovato candidato ed eletto tra le fila del Pdl nel 2008. Nel 2010 il travaglio interiore lo porta a defilarsi dal Pdl e ad avvicinarsi a Fini – sarà proprio lui a Bastia Umbra a leggere il manifesto del Fli, con la voce rotta dalla commozione – come colui che dal buio torna a riveder le stelle. Ma ieri, dopo aver trascorso giorni di travaglio interiore, il copywriter di Fini si è recato ad Arcore ad incontrare il Cavaliere Inarrestabile e, uscendo sembra abbia formalizzato il suo abbandono del Fli, di Fini e di ogni velleità di disarcionare il Cavaliere senza macchia. Naturalmente il tormentato attore non ha alcuna intenzione di rientrare nel Pdl (non è mica un figliol prodigo qualsiasi) ma prendendo le distanze da Fini si inserisce nel gruppo dei Responsabili (sic!). Adesso però non vorrei che si dicesse che a guidare le scelte di Barbareschi ci sia stata qualche promessa di incarichi e vantaggi futuri. La scelta del grande attore (chi non ricorda Cannibal Holocaust?) è sicuramente frutto del travaglio interiore che caratterizza i grandi artisti ma soprattutto i grandi uomini. Come non ricordare che questo grande attore prestato alla politica consigliò ad una signora, durante lo spettacolo I guastafeste, con lungimiranza straordinaria, di non pagare la tassa sull’Europa imposta da Romano Prodi durante il suo primo Governo? Come dimenticare che “in un’intervista del 31 ottobre 2009 ad Alessandro Ferrucci, giornalista de Il Fatto Quotidiano, ha giustificato il suo 52,3% di mancate presenze con la sue attività lavorative extraparlamentari, dicendo che «…non ce la farei ad andare avanti con il solo stipendio da politico» (circa 23.000€ lordi al mese)” (Wikipedia) (1). Anche Pannella sembra attraversare un periodo di grande travaglio interiore. A presto, nuovi travagli e nuovi travagliati ci attendono.