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Il trio della saggezza: Lourdes (2009)

Creato il 04 ottobre 2010 da Julien Davenne
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)La Hausner affascianata dal miracolo si dirige a Lourdes per mettere in scena un'indagine, entrando in contatto con la fede, con la malattia ma soprattutto con le passioni e i sentimenti umani dei pellegrini.Attraversa questo percorso con lo sguardo fanciullesco della sua protagonista Christine, una donna affetta di sclerosi multipla costretta a rimanere immobilizzata su una sedia a rotelle che si dirige a Lourdes sperando in una guarigione. Fin dall'incipit della sala da pranzo, accompagnato dalle note dell'Ave Maria di Schubert, notiamo immediatamente che la Hausner decide di raccontare con un rigore spiazzante la storia: campi vastissimi che sembrano usciti da un film di Jacques Tati, plasticità estetica che sa molto di Dreyer evidenziata da una fotografia dal manto cupo e grigiazzuro curata dal talentuoso Martin Gschlacht che già collaborò con la Hausner nel suo precedente film Hotel. Le parole di Cecile, la dama capogruppo dei volontari di Malta, irrompono il soave canto dell'Ave maria sottolineando la missione dei pellegrini e la volontà di aiutare i malati:
"Anche se solo per qualche giorno aiutiamoli a dimenticare la propria solitudine e trovare un pò di serenità e di sollievo"
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
La protagonista Christine viene portata a spasso da una giovane volontaria, apparentemente docile come un agnellino, ma che rivelerà di essere una vera e propria tigre: di impatto ironico la sequenza in cui la giovane parla dell'importanza che ha per lei il volontariato mentre Christine comincia ad avere un malore e perdere saliva, senza che la giovane se ne accorga. Cecile interviene portando Christine nella sua stanza ignorando la ragazza. La Hausner è molto agile nel catturare i silenzi e gli sguardi, hanno una consistenza profondamente umana perchè riescono perfettamente a mostrare il paradosso tra realtà interna e realtà esterna, le passioni interne contro l'impersonalità esterna, così l'immobilità della giovane volontaria di fronte alle cure della capogruppo Cecile verso Christiane riescono perfettamente a dire qualcosa di incofessabile. E' l'invidia in tutto il suo silenzio inquieto che spesso si legge negli occhi dei personaggi, molto simile è la sequenza in cui Christine viene osservata dalla madre di una ragazza seduta anche lei su una sedie a rotelle ma che non può neanche comunicare.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
Arriviamo alle piscine e immediatamente notiamo che si comincia a parlare di guarigioni miracolose, c'è chi dice che sono temporanee, che spesso non durano. Ci viene immediatamente rilevata l'ambivalenza del miracolo, nella reatà infatti solo 66 miracoli sono stati dichiarati dalla Chiesa Romana mentre altri 7000 non sono stati dichiarati, perchè temporanei, i cattolici sono così bravi ed esperti che si danno una spiegazione precisa e dicono che non si tratta di miracoli della "nostra Signora Lourdes". Cosa mai vogliono sottointendere?
La Hausner a questo proposito parla chiaro e con saggezza:
"Prima di realizzare il film ho fatto diverse ricerche, volevo capire fin nei minimi dettagli questa favola per adulti che si racconta su Lourdes, un posto in cui si va a pregare e poi si guarisce. E' tutto vero, ci sono stati tanti miracoli non spiegabili dal punto di vista medico ma il mio intento era quello di volgere lo sguardo più in là, tutto quel che accade a Lourdes non vuol dire che Dio vuole fare miracoli per manifestarsi e dimostrarci che esiste e che è buono, è il contrario esatto. Il miracolo è arbitrario, non segue regole, è la cosa più casuale che possa esistere, almeno per me"
Il film infatti mostra il miracolo nella sua oggettiva arbitrarietà, è l'uomo che inventa il resto, lo divinizza, lo assolutizza, lo rende monocorde come la visione del suo Dio.
Entriamo nelle piscine e le note Ich'ruf zu dir, Herr Jesu Christ di Bach sussurrano la speranza dei malati, l'impatto fotografico di questa sequenza è sempre molto intenso, l'aspetto minimalista spinge a una tensione spirituale. Perfetta e delicata l'inquadratura fissa sulla tenda bianca che guarda Christine in attesa del suo turno.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)  Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
Intanto scopriamo lentamente che Christine si è presa una cotta per il capogruppo dei volontari, come anche la sua giovane volontaria. Il disagio e la sofferenza di Christine ci viene descritto bene nella sua confessione con il prete dove ammetterà di non provare nessuna pietà per gli altri e di non riuscire ad accettare la sua malattia. Il prete le suggerisce che la felicità non è solo nell'uso delle gambe e se vuole guarire deve guarire la sua anima.La sofferenza dei malati ci viene descritta bene anche in un lunghissimo pianosequenza, nella sequenza della benedizione, dove ritornano le note dell'Ave Maria di Schubert. L'uso insistente del pianosequenza e il campo lungo, dove tutti i malati alzano timidamente la mano per essere benedetti è di un'impatto piuttosto parossistico, il distacco è svuotato da sentimentalismi, così la Hausner restituisce all'immagine filmica della sofferenza una naturalezza disturbante.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
Paradossale è il seguito, Christine dopo un'altro bagno nelle piscine comincerà a muovere gli arti superiori. Nella stessa notte riuscirà ad acquisire il controllo di tutto il corpo. Il miracolo è avvenuto, nel mentre scopriamo Cecile svenire e mostrare la sua malattia in tutta la sua spudorata ingiustizia, qualcuno sussurra che era Lourdes da molti anni per sperare in una guarigione. La Hausner usa esattamente la tecnica dello straniamento narrativo mostrando il miracolo di Christine da un punto di vista opposto a ciò che è. Così ciò che ci appare e sentiamo visivamente è vero perchè viene dalla stessa materia di cui è fatta la globalità della natura, in tutte le sue leggi e la sua casualità.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
Sembra proprio che l'improvvisa guarigione di Christine susciti non poco interesse a Lourdes, c'è chi spera che sia definitivo, c'è chi si complimenta e le fa un applauso. E' un evento eccezionale per tutti i fedeli e i malati che sentono chiaramente di poter sperare nella presenza di Dio.Eppure Christine sa che il suo futuro è ancora incerto, dopo la visita medica c'è una meravigliosa sequenza accompagnata con le note della Toccata in fuga di Bach che esprime visivamente l'incertezza, l'ignoto del suo futuro.Christine è seduta su una panchina con il bastone in mano, danvanti ad essa c'è un'enorme colonna che riempie d'ombra metà del campo visivo. In una prima inquadratura distante oltre l'ombra c'è una luce, nella successiva ci mostra Christine sola con l'ombra, incapace di guardare la luce al di là. E' chiaro che la luce rappresenta la salvezza, che è ancora lontana agli occhi della miracolata.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
Intanto Christine prende il posto di Cecile nel viaggio in montagna, qui veniamo immersi totalmente in un'atmosfera di straniante oniricità. C'è uno strano silenzio di stupore tra tutti i personaggi, c'è la donna malata di eczema che chiede al prete perchè proprio lei è stata miracolata, c'è l'anziana signora, compagna di stanza di Christine, che ora che non può più spingerle la sua sedia a rotelle vaga sola tra la natura selvaggia in cerca della miracolata mentre ques'ultima si isola con il capogruppo dei volontari scambiandosi un bacio.Molto efficaci la serie di inquadrature a campo lunghissimo che amplificano la solitudine esistenziale dell'anziana in maniera piuttosto dura e che donanano una misteriosa poesia al bacio fuggente di Christine e il volontario.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
Il film fino a questo punto non è neanche tanto male, è equilibrato, compatto, ha delle sfumature leggermenete ironiche, altre tonalità più cupe e ambigue, ma sono lievi e poco significative. Eppure gli ultimi dieci minuti possono immediatamente sorprenderci, dando all'opera una forma più autentica e feroce, questo succede perchè tutta l'idea iniziale del film sembra essere il piacere preliminare di un qualcosa più grande: è come se fin'ora stessimo aspettando il momento più bello della nostra canzone preferita. La Hausner fa della sinfonia cinematagrafica proprio come fa Haneke con le sue immersioni inconsce o Hitchcock con la sua suspance.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
"Uno... due... il signore sia con voi...""..e con il tuo spirito"
La mdp inquadra seccamente il prete al centro di una scenografia ornata di pavimentazione nera, tende nere e palloncini con il simbolo dell'ordine di malta e bandiere rosse. Al centro di questa atmosfera inquieta e oscura, le parole del prete caricano tutta l'onnipotenza di Dio nel miracolo di Christine.
"E questo cosa significa per noi? Che Dio non ci ha abbandonato, che ci veglia e ci ama. E che manifesta la sua presenza. Lui ci dice: Tu non sei più solo"
Qualche perplessità tra gli sguardi stanchi dei malati, ma gli applausi rompono il disagio. Christine si va avanti e ringrazia tutti, cerca di rassicurare che per lei questa guarigione ha un senso, le viene assegnato il migliore pellegrino dell'anno (il miracolo è così mercificato). Serpeggia qualche umana invidia tra i malati. Anche qui l'uso del campo lungo e la profondità di campo è visivamente spiazzante. La Hausner ricomincia il discorso dello straniamento narrativo, interrottamente in ogni sequenza. Aprendo uno squarcio tra i malati e i sani, tra i paralizzati e chi ha il pieno uso delle gambe. Dà voce alla solitudine di un'anziano paralizzato e dà avvio alle danze con un'eleganza crudele. 
Il trio della saggezza: Lourdes (2009) Il trio della saggezza: Lourdes (2009)Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
Continua con il ballo di Christine con il volontario e lo sguardo dell'anziana compagna di stanza che osserva in maniera desolante il premio del miglior pellegrino. Improvvisamente la sorpresa hitchcockiana, Christine inciampa e cade bruscamente a terra. Tutti irrigidiscono. Il volontario la invita a sedersi, ma Christine sà che quella è la sua unica occasione per riscattare la sua paralisi e insiste. Il silenzio del volontario è un duro colpo al cuore per la miracolata, lui non vede l'ora di liberarsi di lei, cosa può farsi di una donna che presumibilmente tornerà paralizzata e sarà incapace di dare figli? Arriva grottescamente in aiuto del volontario l'anziana che accorre Christine con la sedia a rotelle, rompendo il disagio tra i due. Finalmente l'anziana potrà esorcizzare la sua solitudine, mentre il volotario lasciare Christine senza che questa rimanga da sola.E' incredibile come la Hausner sia riuscita a ridurre a picco il divario tra egoismo psicologico ed egoismo morale: tutti agiscono per il bene proprio anche quando agiscono per il bene degli altri, ma la Hausner ci dice di più e cioè che il bene che si crede di dare agli altri non è neanche poi così vero come ci appare. Anzi, non lo è affatto. Il concetto di carità viene completamente profanato.C'è chi intanto a un tavolo si chiede, secondo una concenzione del tutto fondamentalista cattolica, perchè Dio dev'essere parecchio crudele nel volere una guarigione temporanea (sempre se la caduta di Christine indichi un peggioramento della sua salute), qualcuno le risponde che in realtà non è Dio aver voluto quel miracolo. Si insiste e si arriva a chiedersi "Ma allora chi?" Bresson citerebbe ironicamente: Il diavolo probabilmente! Intanto si solleva il sottofondo della canzonetta "Felicità" di Albano e Romina, e arriva la vendetta della giovane volontaria che euforicamente la canta. Spesso è stata accostata l'ironia e la ferocità di Bunuel all'opera della Hausner, il problema è che in Bunuel i due aspetti sono così espliciti e dichiarati che svolgono una fuziona diversa all'interno della storia, nella Hausner i due aspetti galleggiano nell'atmosfera con un'inquietudine silenziosa e sono più al servizio del dramma dei malati che della denuncia clericale in sè. Cosa che però probabilmente rafforza per certi aspetti la denuncia stessa perchè viene sentita intimamente.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
L'ultimo pianosequenza fa del film un capolavoro, lo sguardo della mdp è parossistico se non addirittura febbrile, sembra scrutare nell'ombra di un mondo che fin troppo spesso non vogliamo guardare, se non ignorare. E' il mondo dell'immobilità della solitudine, della malattia, della sofferenza, della colpa non colpa, dell'emarginazione. E' qui che la Hausner fa una cosa straordinaria, riempie questo sguardo dello sguardo soggettivo da rinnovatrice di Christine. In contrapposizione con quello dell'anziana che è di fronte, attonita, insita delle sue debolezze e del suo materialismo tiene in mano la statuetta del migliore pellegrino, simboleggiante la sua fede, di cui avrà sempre bisogno come un'iterazione continua per assicurarsi un posto all'ultraterreno e trascurando il vero bisogno degli umani. Christine invece, schiacciata dalla non accettazione dei sani cattolici (è come se per quanto possa essere migliorata la sua condizione proprio non va bene a chi si aspetta da Dio un miracolo perfetto), si trasporta verso la volontà di trascendenza e si siede sulla sua sedia a rotelle; seppur dilacerando di rassegnazione riesce ad assumere con leggerezza il peso di quella volontà creatrice. In tutto questo non c'è nessun Dio che osserva e che con il suo indice "sceglie" chi salvare, c'è una definitiva negazione del divino nel miracolo. Invece che pregare che il miracolo duri, Christine sceglie l'accettazione attuale della sua natura al di là di quello che accadrà. Il futuro non è più rappresentato dall'attesa di una salvezza come nella visione cristiana, ma è il presente che diventa salvezza di rinnovamento per il futuro. Christine non ha più bisogno di Lourdes. La fà finita con il giudizio di Dio.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
La volontà di potenza è la volontà che vuole se stessa, cioè la volontà come perpetua trascendenza e rinnovamento dei propri valori.
L'anima non è mai malata, è il corpo che fa sì che lo sia.L'ultimo pianosequenza richiama la sequenza della panchina in cui l'immagine è divisa a metà, esattamente a metà del campo visivo avanti l'anziana e Christine c'è l'oscurità. Christine ha una camicia bianchissima che cattura percettivamente l'occhio dello spettatore, nel momento in cui si siede sulla sedia a rotelle varca la metà ed entra nell'oscurità e si afferma lì con la "sua" luce, perchè la salvezza viene dall'interno e non al di là dell'oscurità.
Il trio della saggezza: Lourdes (2009)
In sintesiLourdes è un film brillante, dotato di un'armonia eccezionale: basta pensare alla forza che il sonoro assume nelle immagini come nella sequenza finale, tutto è perfettamente sincrono. Jessica Hausner è una delle poche registe nel panorama contemporaneo ad essere riuscita a ritrarre la violenza e la delicatezza della vita in tutta la sua pienezza. Qualcuno dirà che vedendo il film non ci sono risposte, è vero in parte, perchè non sono concrete, sono acquisizioni esistenziali rivolte sicuramente a chi sa guardare bene in profondità. Perchè Lourdes è un film profondo nel senso più tradizionale del termine, che non si serve delle parole per dire ciò che vuole comunicare. E' cinema puro. Truffaut l'avrebbe amato per il distacco sentimentale, per l'ambivalenza e per il pathos, come il suo capolavoro I 400 Colpi è un film che mostra i limiti che la vita stessa ci pone.
Una menzione speciale all'immensa performance di Sylvie Testud, sorprendente quanto chi sta dietro la mdp, non si era mai vista una cosa così.

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