I dati ci dicono che la CDU/CSU ha ottenuto il 41.5 per cento (+7.7 rispetto al 2009), la SPD il 25.7 (+2.7), i Verdi l’8.4 (-2.3), la Linke l’8.6 (-3.3), la FDP il 4.8 (-9.8), AfD il 4.7 e i Pirati il 2.2. Liberali (FDP) e antieuro di Alternativa per la Germania (AfD) restano fuori dal Bundestag.
Primo. La Germania è un Paese che sta bene. Non è certamente un modello perfetto (tutt’altro) però la disoccupazione è bassa, non ci sono scontri sociali forti e l’economia va abbastanza bene. Non è tutto merito di Angela Merkel, ma in politica quando le cose vanno bene gli elettori non cambiano, ma confermano chi governa. Secondo. Merkel è un leader specchio della forza del Paese che governa. Se Schröder era un Cancelliere che ha rotto con la propria tradizione di riferimento costringendo la Germania a riforme molto dolorose, Merkel, al contrario, si è sintonizzata sui sentimenti dei cittadini. Si è fatta interprete di essi a costo anche di marce indietro clamorose come ad esempio con l’abbandono dell’energia nucleare. Terzo. Mai come questa volta Merkel e il suo staff hanno realizzato una campagna di comunicazione perfetta. I commentatori tedeschi hanno detto che non hanno mai visto tanta Merkel. L’intero partito (la CDU) si è messo al servizio della sua leader che ha percorso l’intero territorio federale con due-tre comizi al giorno. E così, dallo spot televisivo all’enorme manifesto elettorale alla stazione di Berlino, dalla massiccia campagna di volantinaggio e per posta fino alla presenza sul web con pagina Facebook, dalla Merkel-App al pullman della Cancelliera, nulla è stato lasciato al caso e tutti hanno lavorato per garantire il successo ad Angela Merkel. Quarto. La Cancelliera è percepita dai tedeschi come il leader che meglio di chiunque altro ha difeso gli interessi tedeschi in Europa. Ha saputo trovare la giusta strada tra la difesa degli interessi nazionali e il valore superiore dell’Europeismo. Da non sottovalutare, comunque, l’oltre 4 per cento degli antieuro di Alternativa per la Germania. Non entrerà nel Bundestag ma è comunque un buon risultato. Quinto. Infine, Merkel è percepita dai tedeschi come rassicurante, una sorta di mamma nazionale, non a caso la chiamano Mutti. Quest’immagine tranquillizzante stona con la percezione (erronea, quasi drammatica) che abbiamo noi all’estero. Forse dovremmo iniziare a capire la Repubblica Federale e la sua Cancelliera invece di giudicarli con molta superficialità.
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