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Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 17: Bran

Creato il 17 marzo 2012 da Martinaframmartino

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 17: Bran

Finalmente! Bran ha iniziato il suo volo a pagina 98, ma per sapere come è finito abbiamo dovuto aspettare questo breve capitolo, che va dalla pagina 182 alla 189. Fortuna che ho letto il libro durante un lungo e solitario viaggio in treno, così sono riuscita a scoprire in un tempo relativamente breve cos’è successo al mio amico Bran.

In realtà immaginavo che non sarebbe morto, se Martin lo avesse voluto uccidere lo avrebbe fatto sfracellare al suolo. Prolungare l’agonia poteva avere un solo motivo: tenere tutti con il fiato sospeso in attesa di scoprire cos’avrebbe detto Bran al suo risveglio. Per la verità l’unica cosa che dice in questo capitolo è il nome del suo lupo, finalmente non più senza nome: Estate, e i nomi non sono certo casuali. Vento Grigio da un’idea di rapidità, di una forza contenuta che si può scatenare in furia a seconda delle circostanze. Lady era il cucciolo di una vera dama di corte, Nymeria è una guerriera, Cagnaccio è l’animale di un bambino piccolo, ma qualcosa mi dice che è un animale che può rivelarsi anche mortalmente pericoloso, Spettro appare solo quando vuole lui, silenzioso e inquietante come i pericoli che si nascondono oltre la Barriera. Ed Estate potrebbe essere un presagio di speranza. Se gli Stark sanno che l’inverno sta arrivando, che funzione può avere un animale che si chiama Estate? E, se non muore prima, sospetto che Bran avrà un ruolo molto importante da giocare negli eventi futuri in vista di un ritorno all’estate. Ricordiamoci che il sesto romanzo, quello su cui George R.R. Martin sta lavorando in questo momento, si intitola The Winds of Winter, i venti dell’inverno. Non un titolo di buon auspicio, mi sa che farà molto freddo e che creature pericolosissime verranno giù dal Nord. Dopo The Winds of Winter la serie si concluderà, se Martin non cambia idea, con A Dream of Spring, titolo preferito a una più vecchia ipotesi di A Time for Wolves. Un tempo per i lupi, o dei lupi, potrebbe essere positivo per gli Stark, visto che la loro Casa è associata a questi animali. Gli animali negativi nel senso di sciacalli e bestie che si nutrono di cadaveri e di miseria sono i corvi, come ci ricorda A Feast for Crows. Una conclusione positiva quindi? Spero, e l’impressione è rafforzata anche dal nuovo titolo, che ci parla del sogno della primavera. Un sogno che, spero, si avvererà e non si rivelerà solo un’utopia.

A proposito di sogni e di titoli futuri, la seconda parte di A Dance with Dragons, I fuochi di Valyria, arriverà nelle librerie italiane il prossimo 30 aprile.

Tornando al capitolo, Bran deve imparare a volare. L’altitudine e il volo spesso sono sinonimi di illuminazione, Bran deve smettere di essere un bambino e fare la sua parte in ciò che sta arrivando. Sua guida è il corvo con tre occhi, e in questo caso il corvo è un animale positivo. Quanto al terzo occhio, nella tradizione orientale è davvero un simbolo d’illuminazione.

Bello lo sguardo dall’alto, maestro Luwin che studia, Robb che si addestra con una spada vera – e già sapevamo che la porta – Hodor che cammina portando pesi come se nulla fosse, e il parco degli dei, con un albero pieno di conoscenza antica. E poi ci sono ancora sua madre con la famosa daga, ser Rodrik che non ama particolarmente il mare e una tempesta in arrivo, e qualcosa mi dice che non si tratta di una banale tempesta marina, suo padre che implora Robert, Sansa che piange e Sergio Altieri che interpreta le frasi a modo suo.

No, va bene, quest’ultima cosa non è Bran che la vede ma sono io che la scrivo. Fino a ora c’erano state altierate minori, frasi lievemente modificate, corsivi, e in un caso anche uno stampatello maiuscolo che indica urlo dimenticati come se nulla fosse, ma non è affatto vero che Arya tiene “cupi segreti sigillati nel cuore” (pag. 185). No, lei tiene “her secrets hard in her heart”, tiene i suoi segreti ben stretti nel cuore. Su di lei incombono ombre sinistre, il Mastino e altre due che ancora non hanno compiuto nulla di significativo contro Arya. Vedremo. Quindi c’è Asshai delle ombre, e ci sono draghi che si muovono nella luce dell’alba. Draghi? Vivi? Mmmmmm…

Poi torniamo indietro e troviamo Jon sulla Barriera, e lì fa davvero freddo e ogni calore sembra perduto per sempre. E poi… l’inverno sta arrivando, non dimentichiamolo mai. Non dimentichiamo il prologo, per quanti problemi possano nascere altrove. Comunque, grazie Ned per aver spiegato a Bran dove nasce il coraggio e per avergli fatto capire come fare per vivere.

Bran che apre gli occhi è l’ultima immagine del secondo episodio della prima stagione di Game of Thrones. Va bene, in Italia si chiama Il trono di spade, proprio come il primo mezzo libro, ma ormai io mi sto abituando talmente tanto ai titoli originali da faticare a ricordare i nostri. Dico solo che vedere il risveglio di Bran una settimana dopo averlo visto precipitare è molto più efficace che vederlo un’ora dopo, e che Sky ha fatto un errore enorme in termini di gestione dei climax quando ha deciso di trasmettere due episodi consecutivi la stessa sera. Per ora è tutto, e per chi può capirmi: Hodor!

 

Sotto la foto spoiler da Il trono di spade.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 17: Bran

Dopo il risveglio Bran non ricorda nulla della caduta. Ha paura di farlo, sa che la cosa sarebbe troppo dolorosa, e che potrebbe avere conseguenze davvero negative. In questa fase avrebbe fatto piacere a tutti vedere Jaime e Cersei puniti, ma quali conseguenze avrebbe avuto sulla storia una loro punizione? Cosa sarebbe successo nei Sette Regni se i due fossero stati smascherati?

Il corvo, credo, blocca i ricordi di Bran per conservarne la salute mentale, ma anche per non distrarre il giovane dal suo importante incarico. Ma se il corvo non ci fosse stato, Bran sarebbe vissuto o sarebbe morto?

 

Sotto la foto spoiler da Il grande inverno.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 17: Bran

Ma quelle di Bran sono visioni del presente o del futuro? Perché anche se Daenerys è lontana, e può volerci tempo perché le notizie su di lei arrivino nei Sette Regni, mi sembra ancora presto perché i suoi draghi siano già nati. Bran vede il futuro, Martin ha calcolato male i tempi o ci sono altri draghi? O magari c’è qualcosa che mi sfugge.

 

Sotto la foto spoiler da I fuochi di Valyria.

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 17: Bran

L’albero cuore guarda verso Bran, con occhi pieni di una conoscenza antica. Come abbiamo fatto a dimenticare questo sguardo? Per coloro che meditano sotto le sue fronde, come ha fatto tante volte Ned, i sussurri dell’albero sono solo foglie che frusciano, ma noi sappiamo che dietro c’è davvero molto di più.

 

Sotto la foto spoiler dalla terza parte di A Dance with Dragons (che probabilmente s’intitolerà La danza dei draghi).

Il trono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 17: Bran

L’inverno sta arrivando, dicono gli Stark, e questa frase noi l’abbiamo letta innumerevoli volte come oscuro presagio di qualcosa che dovrà accadere. Ma nell’ultima pagina del romanzo la dura verità ci viene sbattuta in faccia: l’inverno è arrivato. Cosa significherà nel prossimo romanzo è ancora da vedere, ma certo Martin non lascia presagire nulla di buono.

Fra l’altro Bran vede Jon che “dormiva in un letto gelido e la sua pelle si faceva livida e dura al ricordo del calore perduto per sempre” (pag. 185). Jon è davvero morto? Io propendo per il no, altrimenti tutta la teoria sui suoi genitori va a quel paese e Martin mi sembra uno scrittore troppo esperto per disseminare così tanti indizi che non portano a nulla. Però, visto che Manifredde è morto, ma aiuta comunque Bran e i suoi compagni di viaggio, magari Jon è morto sul serio ma trova comunque il modo di darsi da fare.



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