Ho pochissimo tempo, riuscirò a essere sintetica? Daenerys viaggia nel mare Dothraki e noi iniziamo a comprendere la vastità di quegli spazi e sentiamo sempre più la differenza con il continente di Westeros. Dany sta crescendo, ed è sempre meno disposta a subire le lamentele e le prepotenze del fratello. Lei è indubbiamente il personaggio che cresce di più nel primo romanzo e nella prima stagione televisiva. Vede nella morte la sua sola via d’uscita e poi sogna un drago. Niente Viserys, lui non può esserci dove ci sono i draghi veri, e lei possiede tre uova, non dimentichiamolo mai. Calde, di un calore che viene dall’interno, in un mondo in cui i draghi sono estinti da oltre un secolo.
Il suo corpo inizia a irrobustirsi, e contemporaneamente crescono la sua comprensione delle cose e la sua forza di volontà. Alcune pagine sono pura gioia di vivere, contemplazione della natura o delle rovine di civiltà sparite da tempo, finché le necessità della storia non tornano in primo piano con un fratello che non ha capito bene quale sia ora il suo posto. Noto la comparsa di Jhogo al fianco della khaleesi, e la fedeltà di ser Jorah. Il quale definisce Rhaegar l’ultimo dei draghi. Notata l’ammirazione di tutti (tranne Robert Baratheon, ma questo è un altro discorso) per colui che è stato sconfitto nella battaglia del Tridente? Ma si possono risvegliare i draghi e coloro che sono morti? Secondo Jorah no, ma noi abbiamo visto cosa è successo a ser Waymar Royce nel prologo. Cosa è possibile e cosa invece non lo è?
Bello l’epitaffio su Viserys: “ci sono stati re peggiori… ma non molti”. Con il senno di poi Viserys non è neppure il personaggio peggiore incontrato nella saga, e questo la dice lunga su certe figure con cui avremo a che fare.
Molto interessanti i discorsi sui draghi di pag. 263 con la citazione di Asshai, Aegon III Veleno di drago, il Disastro di Valyria e gli accenni alla magia. Passaggi da rileggere con calma più avanti, anche se si tratta di chiacchiere di ancelle ignoranti. Alcune cose che dicono saranno credenze popolari non più vere del gatto nero che attraversa la strada, ma in un fantasy bisogna prestare attenzione a ogni credenza. E adoro Irri e Jhiqui che quasi in coro dicono “è saputo”, con una bellissima traduzione di Altieri da “it is known”. Avrebbe potuto tradurre con “è noto”, ma “è saputo” ha tutto un altro sapore, anche se per l’ennesima volta ha trasformato un “no more than a century and a half ago” in “più di un secolo e mezzo prima”. Davvero non capisco che problemi abbia Altieri con gli intervalli di tempo di George R.R. Martin: perché far diventare un “non più di un secolo e mezzo” in “più di un secolo e mezzo”? Sorvoliamo, leggiamo il bellissimo mito sulla luna e andiamo oltre, per scoprire che il rapporto fra marito e moglie si è radicalmente trasformato e che Daenerys aspetta un bambino.