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Il Vajont non è servito a niente.

Creato il 09 ottobre 2013 da Laperonza

 

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Parole, parole, parole cantava Mina contestando Alberto Lupo. E parole, soltanto parole, fastidiose nella loro falsità e ipocrisia, sono quelle pronunciate dal Presidente del Senato Grasso, oggi a Longarone per ricordare la tragedia del Vajont esattamente cinquanta lunghissimi anni fa. Cinquanta lunghi anni in cui sostanzialmente non ci sono stati colpevoli se non i soliti capri espiatori, si sono stabiliti dei risarcimenti danni a carico dell’Enel, allora statale, e quindi a carico dei cittadini italiani e, soprattutto, non si è imparata nulla.

 

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Non è servita a niente la tragedia del Vajont se oggi, a distanza di cinquant’anni, si muore per dissesto idrogeologico. Non è servita a niente la perdita della vita di migliaia di uomini e donne travolti dall’esondazione. Non serve a nulla la pomposa “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria dell’uomo” istituita proprio oggi con un nome troppo lungo per essere ricordato alla faccia della memoria e un intento che serve solo a lavare le coscienze sporche.

 

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Napolitano, Grasso, le istituzioni che parlano di disastro evitabile e prevedibile a proposito di Longarone stanno commettendo lo stesso crimine commesso da chi non ha evitato il disastro del Vajont. Oggi i disastri si susseguono ad ogni pioggia. Ad ogni arrivo di perturbazione c’è un’allerta, ad ogni allerta piangiamo vittime, ma nessuno prende provvedimenti, nessuno fa un’analisi seria della situazione idrogeologica italiana e nessuno propone rimedi. Se ci saranno vittime le piangeremo, faremo le opportune celebrazioni, metteremo corone di fiori sulle lapidi in loro memoria, istituiremo qualche nuova giornata istituzionale del ricordo e torneremo ad occuparci dei nostri sporchi affari privati noncuranti delle conseguenze, con la santa benedizione ed opportuna copertura della politica e delle istituzioni.

Luca Craia


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