Sono stati diffusi i dati Audiweb del mese di marzo. Con tutti i se ed i ma sulla affidabilità, o quantomeno sulla parzialità, dei dati, uno sguardo approfondito ai principali quotidiani online, siano essi “la costola” della versione cartacea o invece pure players all digital, fa emergere alcuni aspetti interessanti.
Si assiste, in maniera non sorprendente, ad un calo generalizzato di tutti i principali quotidiani online che vedono una riduzione degli utenti unici rispetto al mese precedente caratterizzato dalle dimissioni del Papa e dai risultati della tornata elettorale. Evidentemente “il teatrino” post elezioni, conclusosi, come noto, solo pochi giorni fa ha coinvolto meno le persone, gli italiani. Unica eccezione di rilievo «Lettera43» che però realizza oltre il 50% degli utenti unici grazie alla sezione local, in realtà un network di quotidiani locali indipendenti evidentemente meno legati alla cronaca nazionale.
La tavola di sintesi sotto riportata evidenzia il dettaglio di ciascuna testata.
Quello che a mio modo di vedere è di maggior interesse, al di là del calo che era facilmente preventivabile, è il peso, il valore dell’home page, che si può verificare dal dettaglio “brand and channel” per ciascuna testata, per le diverse fonti di informazione.
Dalla mia elaborazione i dati, laddove disponibili, fanno emergere come il peso dell’home page sia in alcuni casi estremamente ridotto e comunque, ad esclusione di «Il Fatto Quotidiano», mai superiore ai due terzi degli utenti unici, con «Lettera43» che arriva addirittura ad un peso specifico inferiore al 4%.
Quello che pare emergere è l’esistenza di sezioni specialistiche, siano esse la sezione finanza del «Il Sole24Ore», che ottiene oltre 70mila utenti unici nel giorno medio, o l’area cultura e spettacoli di «La Stampa» con ben 134mila utenti unici ed «Il Messaggero», solo per citare alcuni casi, che ottiene quasi 53mila utenti unici dalla sezione tecnologia, che attirano in maniera particolare i lettori interessati a determinate tematiche.
Di riflesso è possibile desumere che l’home page ha un valore inferiore a quello che normalmente gli viene attribuito.
Dati che dal mio punto di vista lasciano intravedere la possibilità, tanto discussa di questi tempi, di far effettuare al lettore un esborso economico per aree di interesse invece che ostinarsi, come continua ad avvenire prevalentemente, a tentare di ottenere ricavi dalla vendita dell’intero giornale anche in digitale/online. Credo davvero che testare e sperimentare l’ipotesi possa essere un’idea, no?
Sul tema vale la lettura: ”Every page is your homepage: Reuters, untied to print metaphor, builds a modern river of news”