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il valore di un sorriso

Da Guchippai
il valore di un sorriso
domenica scorsa siamo stati a Firenze per una gita culturale al Museo degli Uffizi; all'entrata occorre far passare le borse e le proprie persone al metal detector. avendo con me tre delle mie macchine analogiche, ho chiesto ai due addetti se ci fosse pericolo di rovinare la pellicola (non dovrebbe, ma non si sa mai). risultato: il primo mi ha lanciato uno sguardo trasparente come se non avesse manco sentito ciò che gli avevo chiesto (o avesse deciso di fare come se), l'altro ha grugnito che c'era il cartello fuori dalla porta. ? forse un cartello che diceva che bisognava passare per il metal detector. comunque. all'uscita mi fermo al bookshop e compro un quaderno; vado alla cassa a pagare e la commessa in pratica manco mi guarda in faccia nè dice altro che sei euro, malgrado io le abbia rivolto la parola salutando. ora, magari non si tratterà di peccati mortali,  però ho pensato a tutte le volte che all'estero ho chiesto informazioni, ho fatto biglietti e ho pagato qualcosa, ed ho ricevuto anche un sorriso e un saluto. che non ci vuole molto. è giusto quel pizzico di differenza che ti fa capire quanto basti poco per sentirsi trattati come un pezzo di merda, e vorrei sottolineare che non dico ciò nei miei stessi riguardi, visto che purtroppo sono italiana e ho fatto il callo a queste cose, ma nei riguardi di tutti gli stranieri cortesi e sorridenti che vengono da turisti nel nostro paese.

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