Il valore individuale del software libero

Da Idl3

La condivisione crea valore, non (o non solo) il solito astratto e quasi religioso valore sociale dell’altruismo, ma (anche) un valore concreto e individuale. Quando scambiamo un’informazione, collaboriamo con altri per creare qualcosa, condividiamo la nostra conoscenza, otteniamo un vantaggio, puo’ essere l’attenuazione o rimozione di un nostro disagio, o un ampliamento della nostra conoscenza, o ancora la creazione di qualcosa che da soli non saremmo stati in grado di ottenere. Comunque sia, soddisfiamo un nostro bisogno.

Alcuni beni nel processo di produzione o consumo danno vita a delle esternalita’, generalmente nel nostro pessimismo imperante siamo abituati a vedere solo le esternalita’ negative (costi), di cui l’inquinamento e’ il classico esempio. Esistono pero’ anche le esternalita’ positive (utilita’), un esempio classico e’ quello del telefono, piu’ sono le persone con il telefono piu’ aumenta l’utilita’ dello stesso. Di per se’ le estarnalita’ non rappresenterebbero un problema anche qualora fossero dei costi, purche’ siano rispettati i diritti di proprieta’ (in questo caso ci sara’ l’assunzione di responabilita’).

LA CONDIVISIONE CREATRICE DI UTILITA’ – Nell’esempio del telefono si tratta di una esternalita’ di rete, e quando si parla di rete si pensa ai pescatori, poi al calcio, al circo, ma subito dopo a internet. L’incremento di utenti di Internet provoca esternalita’, sia negative (dovute al fatto che la rete non sempre e’ adeguata a contenere una tale mole di traffico) sia positive (dovute al fatto che possiamo comunicare e condividere informazioni con un gran numero di persone), il valore di Internet dunque e’ tanto maggiore, quanto piu’ possiamo ricevere e mandare informazioni attraverso di esso.

Internet e’ un potente strumento di condivisione, un caso studio (Case Study: How TED Learned That ‘Giving It Away’ Increased Both Popularity And Revenue) sulla fondazione TED (Technology Entertainment and Design) mette in evidenza come condividere i video delle lezioni abbia aumentato il valore dei congressi. La fondazione tiene da tempo delle lezioni alle quali si partecipa su invito, il prezzo per parteciparvi e’ alto e bisogna firmare una clausola di non diffusione delle informazioni. Da quando pero’ e’ stato deciso di rendere accessibili a tutti i video di alcune lezioni attraverso TED talks, sono aumentate le persone disposte a spendere per partecipare alle lezioni a pagamento. Questo ha reso possibile incrementare il prezzo del TED Conference da 4400 a 6000 dollari per posto a sedere.

Perche’ e’ successo? Perche’ la condivisione dei video ha creato un’utilita’ che si e’ tradotta in un incremento del valore delle conferenze tenute da TED. Il fatto che ora piu’ persone conoscano TED, condividano e discutano con altri le informazioni ottenute dai talk gratuiti, fa si che le informazioni diffuse da TED abbiano un maggior valore, comprese quelle delle conferenze a pagamento. In questo caso il maggior valore viene espresso da un prezzo maggiore, ma anche i video gratuiti hanno un valore maggiore.

La condivisione della conoscenza ha dunque creato un’utilita’, la fondazione TED attraverso un’operazione cooperativa ne ha avuto un maggior guadagno. Possiamo dunque spiegare su base “egoistica” un comportamento “cooperativo” (Egoismo e Collaborazione: Evidenze Sperimentali), e questo avviene perche’ sappiamo che la collaborazione e la condivisione di conoscenza crea un valore aggiunto, un risultato superiore per chi condivide. La conoscenza diffusa fa si’ che quando la conoscenza individuale viene condivisa si creano vantaggi, gli individui dunque sono portati nel loro interesse a cooperare. Ovviamente questo e’ possibile solo se si tratta di una struttura diffusa, in una struttura centralizzata questo non sarebbe possibile, o si creerebbero comunque distorsioni per cui il vantaggio di uno o di pochi sarebbe a svantaggio di molti.

CONDIVISIONE E COOPERAZIONE NEL FOSS – Sono evidenti le analogie con le comunita’ del FOSS, avevo scritto un post sul valore sociale del software libero, cio’ che ho scritto sopra spiega perche’ come individui siamo portati a cooperare.

Su questo argomento segnalo uno studio di Diana Harrelson, un’antropologa che ha studiato le motivazioni che spingono alcuni programmatori a collaborare in un progetto FOSS. Nello specifico dello studio (An Exploration of Fedora’s Online Open Source Development Community) dell’antropologa si tratta di Fedora.

Ecco un riassunto delle sue conclusioni:

“My entire research was just to find out why you guys do it. Motivation may seem more obvious to those within communities, but from the outside, it looks more like doing a lot of hard work for no pay. […] High on the list of reasons were learning for the joy of learning and collaborating with interesting and smart people. Motivations for personal gain, like networking or career benefits, were low on the list. Self motivation, however, is important, as seen in comments from multiple contributors who said things like, ‘Mainly I contribute just to make it work for me’.”

Le scelte che compiamo, le nostre azioni, sono mosse da considerazioni di varia natura, dalla nostra ricerca di rimuovere un disagio o migliorare la nostra condizione psichica e/o fisica. Se il software proprietario – il non poter controllare, ne’ direttamente ne’ indirettamente, cosa fa un determinato programma – ci crea un disagio, se vogliamo migliorare la nostra esperienza quotidiana con la tecnologia utilizzando del software che risponde ai nostri comandi secondo i nostri desideri, se ci sentiamo meglio sentendoci parte di un progetto piu’ grande, ecco che delle motivazioni personali ci porteranno a collaborare in una comunita’ di software libero o di open source.

Il carattere strettamente monetario e’ solo un imperfetto tentativo di misurare questi bisogni, ma non puo’ considerarli tutti. Per questo non deve stupire il fatto che tante persone collaborino ad un progetto nonostante la collaborazione sia a carattere volontario.

L’IMPORTANZA DELLA CONDIVISIONE – Siamo mossi da desideri, esigenze e bisogni individuali, che ci portano a collaborare in una comunita’ dando vita a sistemi operativi, software e applicazioni varie. Comunita’ dove, dalla semplice condivisione di idee e conoscenze, si crea innovazione, si crea nuova conoscenza e utilita’ che avvantaggiano tutti noi, anche quelli che non cooperano direttamente al progetto. Ma proprio perche’ alcuni dei vantaggi che derivano dalla cooperazione riguardano anche chi non partecipa attivamente, esistono forti squilibri nelle comunita’ tra chi collabora e chi non fa nulla. Piu’ siamo consapevoli dell’importanza e dei vantaggi della condivisione della conoscenza e della cooperazione, minori saranno i fenomeni di free riding (e altri ben peggiori) e piu’ aumenteranno gli utenti che decidono di contribuire.

La condivisione e la cooperazione hanno un valore concreto, pragmatico, che deriva dai vantaggi che si possono ottenere, dal valore che ne deriva. La condivisione crea utilita’ non solo per chi attivamente coopera, ma anche per gli altri, crea concorrenza, crea un modello di sviluppo alternativo, crea la possibilita’ di accedere all’innovazione a chi altrimenti non l’avrebbe. Per questi ed altri motivi e’ necessario difendere la liberta’ di condividere conoscenza, di scambiarsi informazioni, di cooperare nello sviluppo di software e conoscenza.


[^] torna su | post<li> | 


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :